Il pensiero del
Papa
Dalla Lettera Apostolica “Rosarium
Virginis Mariae”
Il Rosario: Maria e Gesù
...Il Rosario
della Vergine Maria... pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è
preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in
sé la profondità
dell'intero messaggio evangelico, di cui è
quasi un compendio.2
In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo
perenne Magnificat
per l'opera dell'Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. Con
esso il popolo cristiano
si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi
introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e
all'esperienza della profondità del suo amore. Mediante il Rosario il credente
attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre
del Redentore.
...La
contemplazione di Cristo ha in Maria il suo modello insuperabile... Alla
contemplazione del volto di Cristo nessuno si è dedicato con altrettanta
assiduità di Maria. Gli occhi del suo cuore si concentrano in qualche modo su di
Lui già nell'Annunciazione, quando lo concepisce per opera dello Spirito Santo;
nei mesi successivi comincia a sentirne la presenza e a presagirne i lineamenti.
Quando finalmente lo dà alla luce a Betlemme, anche i suoi occhi di carne si
portano teneramente sul volto del Figlio, mentre lo avvolge in fasce e lo depone
nella mangiatoia (cfr Lc
2, 7).
Da allora il
suo sguardo, sempre ricco di adorante stupore, non si staccherà più da Lui.
...Il Rosario,
proprio a partire dall'esperienza di Maria,
è una preghiera spiccatamente
contemplativa: ...Ricordare Cristo con Maria ...Imparare Cristo da Maria
...Conformarsi a Cristo con Maria ...Supplicare
Cristo con Maria ...Annunciare
Cristo con Maria
Il Rosario: la Famiglia...
…il Rosario è anche, da sempre,
preghiera della famiglia e per la famiglia.
Un tempo questa preghiera era particolarmente cara alle famiglie cristiane, e
certamente ne favoriva la comunione. Occorre non disperdere questa preziosa
eredità. Bisogna tornare a pregare in famiglia e a pregare per le famiglie,
utilizzando ancora questa forma di preghiera.
Se nella Lettera apostolica
Novo Millennio Ineunte ho incoraggiato
la celebrazione della Liturgia delle Ore
anche da parte dei laici nella vita ordinaria delle comunità parrocchiali e dei
vari gruppi cristiani, altrettanto desidero fare per il Rosario. Si
tratta di due vie non alternative, ma complementari, della contemplazione
cristiana. Chiedo pertanto a quanti si dedicano alla pastorale delle famiglie di
suggerire con convinzione la recita del Rosario.
La
famiglia che prega unita, resta unita. Il Santo Rosario, per antica
tradizione, si presta particolarmente ad essere preghiera in cui la famiglia si
ritrova. I singoli membri di essa, proprio gettando lo sguardo su Gesù,
recuperano anche la capacità di guardarsi sempre nuovamente negli occhi, per
comunicare, per solidarizzare, per perdonarsi scambievolmente, per ripartire con
un patto di amore rinnovato dallo Spirito di Dio.
Molti problemi delle famiglie
contemporanee, specie nelle società economicamente evolute, dipendono dal fatto
che diventa sempre più difficile comunicare. Non si riesce a stare insieme, e
magari i rari momenti dello stare insieme sono assorbiti dalle immagini di un
televisore. Riprendere a recitare il Rosario in famiglia significa immettere
nella vita quotidiana ben altre immagini, quelle del mistero che salva:
l'immagine del Redentore,
l'immagine della sua Madre Santissima. La famiglia che recita
insieme il Rosario riproduce un po' il clima della casa di Nazareth: si pone
Gesù al centro, si condividono con lui gioie e dolori, si mettono nelle sue mani
bisogni e progetti, si attingono da lui la speranza e la forza per il cammino.
... e i figli
A questa preghiera è anche bello e fruttuoso affidare
l'itinerario di crescita dei figli. Non
è forse, il Rosario, l'itinerario della vita di Cristo, dal concepimento, alla
morte, fino alla resurrezione e alla gloria? Diventa oggi sempre più arduo per i
genitori seguire i figli nelle varie tappe della vita. Nella società della
tecnologia avanzata, dei mass media e
della globalizzazione, tutto è diventato così rapido e la distanza culturale tra
le generazioni si fa sempre più grande. I più diversi messaggi e le esperienze
più imprevedibili si fanno presto spazio nella vita dei ragazzi e degli
adolescenti, e per i genitori diventa talvolta angoscioso far fronte ai rischi
che essi corrono. Si trovano non di rado a sperimentare delusioni cocenti,
constatando i fallimenti dei propri figli di fronte alla seduzione della droga,
alle attrattive di un edonismo sfrenato, alle tentazioni della violenza, alle
più varie espressioni del non senso e della disperazione.
Pregare col Rosario per i figli,
e ancor più con i figli, educandoli fin
dai teneri anni a questo momento giornaliero di « sosta orante » della famiglia,
non è, certo, la soluzione di ogni problema, ma è un aiuto spirituale da non
sottovalutare. Si può obiettare che il Rosario appare preghiera poco adatta al
gusto dei ragazzi e dei giovani d'oggi. Ma forse l'obiezione tiene conto di un
modo di praticarlo spesso poco accurato. Del resto, fatta salva la sua struttura
fondamentale, nulla vieta che per i ragazzi e i giovani la recita del Rosario –
tanto in famiglia quanto nei gruppi – si arricchisca di opportuni accorgimenti
simbolici e pratici, che ne favoriscano la comprensione e la valorizzazione.
Perché non provarci? Una pastorale giovanile non rinunciataria, appassionata e
creativa – le Giornate Mondiali della Gioventù me ne hanno dato la misura! – è
capace di fare, con l'aiuto di Dio, cose davvero significative. Se il Rosario
viene ben presentato, sono sicuro che i giovani stessi saranno capaci di
sorprendere ancora una volta gli adulti, nel far propria questa preghiera e nel
recitarla con l'entusiasmo tipico della loro età.
Inizio
Cel.:
O Dio vieni a salvarmi
Tutti:
Signore vieni presto in mio aiuto
Cel.:
Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
Tutti:
Come era in principio ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen
Cel.:
Invochiamo la presenza dello Spirito Santo affinché
apra il nostro cuore all’ascolto della parola di Gesù, rendendo la nostra vita
risposta gioiosa alla sua presenza d’amore:
Rit.: Vieni, vieni, Spirito
d’amore
ad insegnar le cose di Dio.
Vieni, vieni, Spirito di pace
a suggerir le cose che Lui ha
detto a noi.
Noi ti invochiamo, Spirito di Cristo,
vieni tu dentro di noi.
Cambia i nostri occhi, fa che noi vediamo
la bontà di Dio per noi.
Rit.
Insegnaci a sperare, insegnaci ad amare,
Insegnaci a lodare Iddio.
Insegnaci a pregare, insegnaci la via,
Insegnaci tu l’unità.
Rit.
Insieme diciamo
Vergine Maria,
tu che docilmente
ti sei sempre lasciata guidare dallo Spirito
e che rifulgi
come modello sublime di donna dello Spirito,
intercedi per noi
affinché possiamo comprendere
quanto è grande il dono
con cui lo Spirito
gratifica il nostro cuore,
in modo da consentirgli di operare in noi
oggi e in tutta la nostra vita.
Madre del Divino Amore,
sostienici e accompagnaci con la tua preghiera.
Amen
Conclusione
Salve o Regina,
Madre di misericordia,
vita, dolcezza, speranza nostra,
salve.
A Te ricorriamo noi esuli figli
di Eva.
A te sospiriamo
gementi e piangenti in questa
valle di lacrime.
Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi
misericordiosi
e mostraci, dopo questo esilio,
Gesù
il frutto del tuo seno,
O clemente, o pia, o dolce
vergine Maria.
Versione in latino:
Salve Regina, mater misericórdiae;
vita, dulcédo et spes nostra, salve.
Ad te clamámus, éxsules filii Evae.
Ad te suspirámus, gementés et flentes in hac lacrimárum valle.
Eia ergo, advocáta nostra,
illos tuos misericórdes óculos ad nos convérte.
Et Iesum, benedíctum fructum ventris tui, nobis post hoc exsílium
osténde.
O clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria.
Atto di consacrazione a Maria
Vergine Immacolata,
Madre di Dio e della Chiesa,
a te che ci vieni incontro,
consacriamo tutto il nostro
essere
e tutto il nostro amore e la
nostra vita.
Insegnaci ad andare continuamente
a Gesù
e, se cadiamo, aiutaci a
ritornare a Lui
nel Sacramento della Penitenza
che dà pace all’anima.
Tienici sempre amorosamente per
mano.
|