Quaresima e anno liturgico
L'anno liturgico è la celebrazione dell'opera di
salvezza di Cristo che viene realizzata mediante una commemorazione sacra (o
memoriale) in giorni determinati, nel corso dell'anno. La liturgia dilata, nel
tempo degli uomini, il mistero della salvezza. La Chiesa, quindi, mediante la
liturgia, continua ad attuare, nei suoi tempi e con i suoi riti, le azioni di
salvezza operate da Gesù.
L'anno liturgico non è dunque una serie di idee o
di feste, ma è una persona,
Gesù Cristo risorto, il cui dono di salvezza viene offerto e comunicato nei
diversi aspetti sacramentali che caratterizzano lo svolgersi del calendario
cristiano. L'amore di Dio per la salvezza dell'uomo viene così reso attuale
nell'oggi della Chiesa e dell'umanità.
Centro e riferimento assoluto e indispensabile di
tutto l'anno liturgico è quindi il mistero pasquale della passione, morte,
risurrezione e ascensione del Signore Gesù.
I primi cristiani non conobbero altra festa
liturgica che quella della domenica: il giorno della celebrazione del Cristo
vivo. Per questo motivo la domenica è considerata la "festa primordiale". Solo
dopo il II secolo si riscontrano testimonianze riguardanti la speciale
celebrazione della risurrezione di Cristo in una Domenica prefissata.
Tutto l'anno liturgico ruota dunque intorno alla
celebrazione pasquale domenicale e annuale.
La Quaresima (dal latino
quadragesima: quaranta) è uno dei
tempi forti
che la
Chiesa cattolica
celebra lungo l'anno
liturgico. Ricorda i quaranta giorni trascorsi da
Gesù nel
deserto dopo
il suo
battesimo nel
Giordano e
prima del suo
ministero pubblico.
La Quaresima «mediante il ricordo o la preparazione al battesimo e mediante la
penitenza, dispone i fedeli alla celebrazione del mistero pasquale con l’ascolto
più frequente della parola di Dio e la preghiera più intensa»: così leggiamo nel
documento del Concilio Vaticano II sulla Sacra Liturgia (nr. 109). E’ un tempo
liturgico sacro, un sacramentum – come si esprimevano i Padri della
Chiesa – il segno di un tempo di grazia che coinvolge tutta la Chiesa: sia
quanti si preparano a ricevere per la prima volta il battesimo (catecumeni), sia
quanti riscoprono la propria vita di cristiani alla luce della Pasqua.
Per questo esercizio di preparazione, la Chiesa si dota di eccezionali
strumenti, attraverso i quali si rende visibile l’azione di Dio che accompagna
ogni uomo nel suo cammino di conversione: l’ascolto della Parola, la preghiera,
la penitenza, la carità, il digiuno. Questo periodo inizia con il
Mercoledì delle Ceneri,
quando tutto il
popolo di Dio
riceve il segno delle
ceneri, e si
estende fino al
giovedì santo.
In questa sera si celebra la
Messa in Coena Domini,
facendo così memoriale dell'istituzione del ministero sacerdotale e del
sacramento dell'Eucarestia,
nonché del Comandamento dell'Amore. Questa messa apre le celebrazioni del
Triduo Pasquale.
Nelle
messe della
Quaresima non si canta l'Alleluia
né si recita il
Gloria, e
si usa il
colore
viola per i
paramenti liturgici,
fatta eccezione per le feste, le solennità e la quarta Domenica, detta
Laetare
(dall'inizio dell'introito
in latino della
messa) nella
quale si può scegliere il
rosa. Il viola
è una mescolanza di blu e di rosso, ed è un colore di riposo poiché l’ardore del
rosso è attenuato dalla freddezza del blu. All’opposto del verde, che
simboleggia la vita che si sviluppa, il viola richiama la fine del ciclo vitale
(la vegetazione che sfiorisce, per rinascere la primavera seguente). Il viole
parla dunque di trasformazione. In Quaresima e fino al
gloria della
Veglia Pasquale
sono inoltre proibiti il suono dell'
organo e degli
altri strumenti musicali in chiesa, se non per accompagnare il canto,
e l'ornamento floreale degli altari, eccetto che nelle feste, nelle solennità e
nella domenica Laetare. |