Gruppo Famiglie - Family for Families
 

 

LA COMUNITA' UCRAINA
LA CHIESA GRECO-CATTOLICA

La comunità Ucraina celebra i riti in San Marcello

 

PASQUA

La Pasqua è una delle feste capitali ebraiche. In ebraico è Passat e significa "passaggio". In essa si ricordava la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egiziana operata per mezzo di Mosè per ordine e con l'aiuto di Dio. Quindi il passaggio dalla schiavitù alla libertà e dignità di nazione (popolo di Dio). È stata istituita al momento dell'esodo e doveva essere celebrata ogni anno. Un elemento caratteristico della Pasqua era l'agnello, che è stato immolato la prima volta per prendere il suo sangue che doveva servire come segno per essere risparmiati dall'angelo della morte che infieriva sui primogeniti egiziani. L'agnello significava quindi la garanzia per la salvezza ed era una simbologia di Cristo, additato come Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo da Giovanni Battista. La morte di Gesù, secondo il preordinamento di Dio, è coincisa con la festa della Pasqua ebraica, e prima del suo arresto, Gesù ha celebrato la sua ultima Pasqua sulla terra, insieme ai suoi discepoli istituendo la sua Cena, chiamata anche Santa Cena o Cena del Signore, sostituendo la Pasqua, che i cristiani celebrano sino alla sua venuta, come da lui ordinato. Tutt'ora gli Ebrei celebrano la Pasqua istituita da Mosè.

Anche per la comunità Ucraina di rito bizantino, la celebrazione dei misteri della Settimana Santa è al centro dell'anno liturgico e costituisce il momento più alto della pietà religiosa di queste popolazioni che ritrovano nell'antico rituale bizantino la propria identità.

Come per la Chiesa d'Occidente anche per quella d'Oriente il momento pasquale, sotto gli aspetti della spiritualità e della tradizione, assume un carattere di grande importanza che coinvolge tutti i fedeli. La Pasqua è considerata come la "festa delle feste" e per la liturgia è "la salvezza del mondo". Nella tradizione orientale la liturgia è l'espressione più alta della vita della chiesa. Il momento più intenso per la Chiesa orientale di questa vita è la celebrazione della Grande e Santa Settimana, che ripropone i misteri della passione, morte e risurrezione di Cristo nella Liturgia, preceduta come proemio di speranza dalla risurrezione di Lazzaro e dall'ingresso di Gesù in Gerusalemme. Sono celebrazioni di grande partecipazione che il popolo vive con profonda fede.

La Settimana chiamata "Grande e Santa", è caratterizzata dalle ampie ufficiature, dalla maggiore austerità del digiuno e dai grandi misteri della salvezza dell'umanità che rivivono attraverso le celebrazioni.

Nel rito bizantino è una riattualizzazione degli eventi dolorosi della passione, morte e risurrezione di Cristo, fatta dalla Chiesa nella Liturgia, in cui la nostra comunità cristiana in Capua viene profondamente coinvolta durante Triduo Pasquale, fino ad identificarsi coi personaggi che prefigurarono, furono testimoni, vissero anche con ruoli opposti, e annunciarono la salvezza operata dal Cristo. E' una continua lettura della parola di Dio, dal Vecchio al Nuovo testamento, che ricompone, tessera su tessera, il meraviglioso mosaico della salvezza operata da Dio per mezzo di Gesù Cristo, che nella sua infinita sinkatavasin - divina condiscendenza - assume l'umana natura per liberarla dalla corruzione operata dal peccato. L'esplosione del canto nella mattina di Pasqua, ripetuto infinite volte, è la vittoria di Cristo risorto che presenta al Padre la nuova creatura. In quel Christòs Anèsti c'è tutto il peso del cammino faticoso dell'uomo, scacciato dal paradiso terrestre per la sua ribellione, che attraverso i millenni attende la sua salvezza, ma c'è anche tutta la gloria di Dio, che in Cristo sconfigge il male e il suo effetto fisico, la morte, e ricompone la comunione tra l'uomo e Dio".

Il Grande e Santo Giovedì si commemora l'istituzione dell'eucaristia; la liturgia è quella di San Basilio il Grande.

Nella tradizione popolare di questo giorno, contraddistinto dal digiuno. Molta gente sono venuti a confessarsi per rinnovare la loro unione con Dio e poi, durante la Divina Liturgia hanno ricevuto la Comunione – il Dono più grande che Dio ha dato per noi.

Grande e Santo Venerdì

In questo giorno particolare, caratterizzato dal digiuno completo, si celebra la memoria dei tremendi patimenti del Signore e della confessione salvifica del buon ladro morto penitente sulla croce. I fedeli assistono sempre numerosi alle lunghe celebrazioni, d'origine monastica, tipiche del rito bizantino.

Al vespro, che si ufficia nella mattinata, nel corso della lettura del Vangelo, il celebrante si reca davanti all'icona della crocifissione, al centro della crociera copre col sudario, portandola dentro il Santuario. Al termine della funzione, sempre all'interno della cattedrale, si svolge la processione solenne del Cristo Morto.

Canti e preghiere si susseguono in un'atmosfera mistica ricca di pathos, che coinvolgono i fedeli al mistero della morte di Cristo, alla sua deposizione, all'esposizione del suo corpo (l'epitàfion, una stoffa ricamata in oro e argento su cui vi è dipinta l'icona della deposizione, con la Madre di Dio, le mirofore, Giovanni e Giuseppe d'Arimatea, prostrati e piangenti).

Nella serata, ha luogo l'akoluthia dell'Epitàfios Thrinos (lamentazioni funebri), una delle ufficiature più toccanti e suggestive dell'anno liturgico, davanti al tafos (l'urna dove è deposta l'icona del Cristo morto, ricoperta di fiori e di profumi). Il celebrante, alternandosi con il coro, intona gli enkòmia, divisi in tre stasis (canti risalenti al XII sec. del typikòn in uso nella Chiesa di Gerusalemme). Sono considerati tra i più belli di tutta l'innografia orientale e si integrano mirabilmente con le cerimonie bizantine, dove il dolore e la speranza si fondono in attesa della risurrezione. La chiesa piena di gente, è in attesa della solenne processione del Cristo Morto, parte integrante della stessa liturgia.

Si ritorna in chiesa e si continua la celebrazione del mattutino del Sabato Santo, con le letture dai sacri testi e termina con la benedizione.

Grande e Santo Sabato

Le sacre celebrazioni si susseguono, questa volta nell'esaltazione della risurrezione che viene preannunciata con la solenne liturgia del Grande e Santo Sabato, che ricorda la sepoltura del Signore e la sua discesa nell'Ade.

   

Grande e Santa Domenica di Pasqua

Il grande annuncio, comune a tutto l'Oriente Cristiano: Cristòs Anèsti! - Cristo è risorto!

Le ufficiature continuano con la solenne liturgia pontificale e terminano con il bacio del Vangelo da parte dei fedeli.

Durante il solenne vespro della sera la lettura del brano del Vangelo, che narra l'apparizione del Signore agli apostoli comandando loro di andare ad annunciare la sua parola per tutte le terre del mondo, è ripetuta in varie lingue per significare che uno stesso Vangelo deve essere compreso da tutti i popoli nel proprio idioma.

La liturgia di questo grande giorno, la Domenica di Pasqua, è quella di San Giovanni Crisostomo, la stessa che si celebra nell'Oriente bizantino. Si assiste ad alti momenti di gaudio, in un clima di tripudio e di festa, tra gli splendori ed i colori tipici.

Cristo è Risorto .................. !!!  Xrustos Voscres…………..!!!

E’ veramente risorto ......... !!!  Voistuny Voscres……………!!!

 

Questo è il tradizionale saluto e la risposta che è usanza scambiarsi per Pasqua. Un saluto che racchiude e simboleggia il significato della Pasqua, il saluto con cui si comincia la Divina Liturgia in questo grande giorno. Infatti, è la più grande festa religiosa della Chiesa, che cade nel periodo primaverile e questo anno coincide con la data della Pasqua Cattolica-latina.

 

Dopo la Divina Liturgia il Prete benedice il cibo con cui ogni famiglia comincia il pranzo in questo grande giorno.

 

Noi, ucraini greco – cattolici salutiamo tutti i fedeli italiani in questo grandissimo giorno.

Vi auguriamo una Pasqua serena e piena di armonia. Nell'augurarvi una Buona Pasqua, rinnoviamo nello spirito della festa il nostro desiderio di conciliazione e di amicizia.

 

Con auguri sinceri

 

responsabile: don Andriy Lemchuk