I GRECO-CATTOLICI UCRAINI: UN INDAGINE STORICA
Gli ucraini sono parte degli slavi orientali. Durante i secoli, il loro
territorio era argomento di disputa fra parecchi paesi limitrofi. Nel 1991, l
'Ucraina è diventata uno stato indipendente. Secondo il censimento del 1999,
la Repubblica Ucraina ha 50 500 000 abitanti, di cui 73 % sono Ucraini etnici
. Circa sette milioni vivono in altre repubbliche dell'ex-Unione Sovietica
e due milioni e mezzo sono sparsi in vari paesi, specialmente nell'America del
Nord e del Sud, Europa e Australia.
Per capire la situazione delle chiese e di altre comunità religiose in Ucraina,
è importante considerarne il contesto storico. La ricca e varia esperienza
religiosa ucraina copre un periodo di 1000 anni di storia scritta. L'aspetto
dominante della tradizione religiosa ucraina è la sua eredità cristiana. È
difficile conoscere tutti gli aspetti della vita culturale, politica e perfino
economica in Ucraina, sapere come si è sviluppata nel secolo scorso senza
considerare l'importanza delle chiese cristiane, la loro dottrina, i canoni, la
pratica liturgica, la spiritualità collettiva e individuale, l'arte cristiana,
la cultura e le abitudini popolari.
Gli inizi del cristianesimo
Il cristianesimo è venuto alla Rus' di Kyiv da Bisanzio; tuttavia, fin
dall'inizio, ci furono contatti anche con la cristianità occidentale. Primo
membro della dinastia regnante che divenne cristiana fu la regina Olha (c. 955).
Costei ha chiesto all'imperatore tedesco Ottone I di mandargli vescovi e
sacerdoti. L'impegno di alcuni missionari, sotto la guida del monaco Adalbert da
Trier, ha avuto un'influenza considerevole. Tuttavia, il figlio di Olha,
Svyatoslav, rimasto pagano, presto li mandò via, ma, suo nipote, il grande
principe di Kyiv, Volodymyr, ricevuto il cristianesimo da Bisanzio a sua volta
battezzò il popolo di Kyiv [nel 988].
Lo stesso
Volodymyr ha cambiato radicalmente il suo stile di vita e la sua visione
sociale. Sposando la sorella dell'imperatore bizantino, ha abbandonato la
poligamia. Principe guerriero, di grande fama, ha abolito la pena di morte nel
suo principato. Onorato come fondatore di vita ecclesiale in Ucraina, San
Volodymyr il Grande, inoltre è considerato come "uguale agli apostoli".
La comunione della Chiesa di Kyiv con la Chiesa Cattolica è durata molto tempo
anche dopo il 1054 (data che contrassegna il processo d'allontanamento fra ovest
ed est) come attestato dai numerosi matrimoni fra i principi di Kyiv e le
principesse e i membri delle dinastie regnanti occidentali. Questo era il
risultato dei rapporti diretti della Chiesa di Kyiv con la Sede Apostolica
Romana. Per esempio, quando il principe Iziaslav, successore di Yaroslav il
Saggio, si è trovato bisognoso di assistenza, nel 1075 ha fatto appello al papa
Gregorio VII, chiedendo la protezione papale per sè e per il suo regno.
Tuttavia, nel secolo successivo, la Chiesa di Kyiv, affiliata al patriarcato di
Costantinopoli e situata sui confini delle influenze latine e greche, (sia
attraverso Bisanzio sia i suoi vicini, cattolici polacchi, lituaniani e popoli
germanici) vi furono eventi che confermano l'allontanamento dalla nuova e
vecchia Roma. Quest'esperienza è rimasta indiretta e la dialettica greco-latina
teologica, ecclesiale e culturale, benchè avesse avuto una forte influenza in
Rus', non sempre è stata capita né completamente assimilata.
Dopo l'Unione di Brest-Litovsk (1595-1596 )
La decisione per l'unione fu presa dal metropolita Mykhayil Rahozha e da tutti i
vescovi durante il sinodo svoltosi l'estate del 1595, ed fu concordata con Roma
nel mese di dicembre del 1595. L'Unione fu ratificata dal sinodo, che ebbe luogo
a Brest-Litovsk nel 1596. In questa occasione, fatta eccezione del metropolita
di Kyiv e di varie diocesi di Belarus, erano presenti i vescovi ucraini di
Volhynia: Volodymyr, Kholm (Chelm) e Lutsk, ma i vescovi dalla Galizia (Lviv e
Przemyśl) rifiutarono di unirsi. L'Unione aveva avuto una storia molto
differente nelle regioni orientali da quelle occidentali. Questa controversa
unione condusse al martirio dell'instancabile pastore, arcivescovo Giosafat (Kuntsevych)
di Polotsk, venerato dalla Chiesa Cattolica il 12 (25) novembre.
In particolare i cosacchi della regione di Kyiv (un movimento o una classe
militare-sociale che univa la gente libera, gli schiavi ed i servi rifugiati in
steppe ucraine di frontiera), oltre al reclamo politico per l'Ucraina libera ed
indipendente, avevano desiderato di riavere la gerarchia ortodossa, considerando
l'Unione un fenomeno polacco. Nel 1620 questa fu ristabilita e fu nominato il
metropolita per Kyiv. Il più eccezionale fra i metropoliti ortodossi era stato
Petro Mohyla (1633-1647), che fondò un'istituzione scolastica di tipo europeo a
Kyiv, che a suo tempo era diventata la famosa Accademia Teologica, e riformò la
vita della chiesa e la liturgia nella chiesa ortodossa ucraina. Questa
situazione non durò a lungo. In conseguenza al trattato di pace di Andrusiv
(1667) fra Polonia e Moscovia, che mise fine alle principali guerre cosacche,
tutta l' Ucraina sulla riva sinistra [del Dnipro], compresa la città di Kyiv,
passò sotto la Moscovia, che poi si è trasformata nella Russia moderna.
Nel frattempo Mosca, che si era trasformata in centro patriarcale, desiderò
subordinare il metropolita di Kyiv alla sua giurisdizione. Il metropolita
Sylvester Kosiv (1647-57) e i suoi successori si opposero a questi sforzi fino
al 1685 quando il vescovo ortodosso di Lutsk, in Volhynia, Hedeon Chetvertyns'kyi,
accettò di obbedire al patriarcato di Mosca e fu nominato metropolita di Kyiv. A
parte il breve periodo degli anni 1920, la Chiesa Ortodossa in Ucraina è stata
per tre secoli, sotto la giurisdizione della Chiesa Ortodossa Russa ed è stata
fortemente influenzata dalla sua cultura.
Il vescovo di Przemyśl, territorio sotto il governo polacco, Innokentiy
Vynnytskyi nel 1692, si proclamò pubblicamente cattolico, come pure il vescovo
di Lviv Josyp Shumlians'kyi nel 1700 (al privato dal 1681). Infine anche il
vescovo di Lutsk, Dionisiy Zhabokrytskyi accettò l'Unione nel 1702. Quanto al
trono di Mstyslav, era rimasto lungamente vacante. Per questo, tutta la
gerarchia di rito bizantino, nel regno polacco, è diventata cattolica. Nel
diciottesimo secolo, prima della divisione della Polonia, la metropolia unita di
Kyiv contava 12 milioni dei fedeli; di cui alcuni erano bielorussi (al nord) e
altri ucraini (al sud).
A causa delle successive divisioni del Regno Unito Polacco-Lituano (1772, 1793,
1795) la Galizia entrò sotto l'Impero Austriaco, mentre altri territori ucraini
erano sotto la Russia. La parte della Chiesa unita situata su territorio russo,
subì una forte pressione durante il diciannovesimo secolo. Il governo imperiale,
nel 1839, infine abolì la diocesi di Vohlynia ed anche le diocesi bielorusse.
La diocesi di Kholm, che nel 1795 diventò parte dell'Austria e poi nel 1815 del
“regno polacco” passò sotto la dominazione russa, precedentemente era stata
separata dalla metropolia galizia nel 1829 (cfr. qui sotto) e subordinata
direttamente alla Santa Sede. L'ultimo vescovo cattolico fu Mykhaylo Kuzemskyi,
il quale, incapace di resistere alla pressione continua del governo imperiale,
lasciò la sede nel 1871 ed andò a Lviv. Il governo imperiale russo allora nominò
Marciliy Popel' il coordinatore; lui si era già convertito all' ortodossia e nel
1875, subendo le misure repressive del governo, decise di subordinare anche la
sua diocesi alla Chiesa Ortodossa Russa. La resistenza del clero e dei fedeli
era stata lunga ed eroica. Molti sacerdoti furono esiliati in Siberia e tanti
fedeli preferirono la morte piuttosto che abbandonare la Chiesa. I sacerdoti di
rito bizantino non c'erano più e al clero latino fu severamente proibito di
ministrare agli uniati. Parecchi gesuiti della provincia galizia, avendo un
permesso speciale, avevano svolto un apostolato difficile e pericoloso. Quando
nel 1905 fu assegnata la libertà religiosa più ampia (rimase sempre il divieto
di creare le comunità cattoliche di rito bizantino-slavo), molti fedeli si sono
dichiarati pubblicamente cattolici di rito latino. Altri poterono ritornare
all'unione nel periodo fra il 1918 e il 1938, mantenendo il proprio rito. Per
loro la Santa Sede nominò nel 1931 un visitatore apostolico nella persona del
vescovo Mykola Charnets'kyi (1884-1959) dei redentoristi. Nel 1945 la Volhynia
era stata occupata dall'Unione Sovietica, tranne la città di Kholm e i territori
rimasti sotto il governo polacco.
La chiesa in Galizia.
Il destino religioso degli ucraini in Galizia, sotto la dominazione austriaca
nel 1772, fu considerevolmente migliore. Quando la metropolia unita di Kyiv
sotto la dominazione russa è stata abolita nel 1806, la Santa Sede nel 1807
ristabilì la metropolia galizia con sede a Lviv per il territorio sotto il
governo austriaco. Oltre la diocesi di Lviv, la metropolia includeva le diocesi
di Peremyshl (Przemyśl) e di Kholm (Chełm) (separata nel 1829), un tempo (1885)
la diocesi di Stanyslaviv (oggi Ivano-Frankivs'k) e nel 1934 l'amministrazione
apostolica di Lemkivshchyna. Anche la situazione politica degli ucraini in
Galizia era migliore. All'Università di Lviv, oltre la sezione polacca, fu
fondata una sezione ucraina (che allora era chiamata rutena). Il 16 giugno 1856
Papa Pio IX elevò il metropolita di Lviv Mykhaylo Levyts'kyi ( + 1858) alla
dignità di cardinale; fu il primo cardinale orientale dai tempi di Visarion e di
Isidor. Il 29 novembre 1895 Papa Leone XXIII nominò cardinale anche il
metropolita Sylvester Sembratovych ( + 1898).
Confessori del ventesimo secolo.
Per capire lo sviluppo religioso moderno dell'Ucraina, compreso quello della
Chiesa Greco-Cattolica, è importante rendersi conto della sua tragedia nel
ventesimo secolo: una storia di terrore e di paura. Sono queste le conseguenze
di un processo religioso ostinato. Durante il ventesimo secolo, in Ucraina circa
17 milioni di persone sono decedute di morte violenta o non-naturale. Due guerre
mondiali con le loro vittime, violenze contro i civili e genocidio; carestia
dopo la prima guerra mondiale e carestia diabolica artificiale del 1933. Sotto
Stalin, la repressione sistematica di guide politiche, membri del partito
comunista, intellettuali, guide religiose, ufficiali dell'esercito e perfino
musicisti popolari iniziò alla fine degli anni 1920 e durò fino alla seconda
guerra mondiale. I riassestamenti e le deportazioni forzate degli anni del
dopoguerra hanno portato inoltre un tributo pesante di morte e sofferenza.
Queste brutalità sono una parte di storia personale di ciascun ucraino. Poiché
nell'Unione Sovietica era impossibile parlare pubblicamente di queste crudeltà e
nemmeno ci si poteva esprimere nelle conversazioni private, questa tragedia
rimane senza misura, i morti restano incompianti, la violenza e l'ingiustizia
non perdonata, i traumi psicologici e spirituali non curati. Le conseguenze
sociologiche, psicologiche e spirituali di quegli eventi storici e la loro
percezione nella popolazione ucraina sono appena accennate dai ricercatori.
Quando ci si riferisce a problemi e lotte, a conflitti e unità sociali
insufficienti, si deve sempre tener presente l'eredità della violenza
totalitaria moderna subita. Il periodo sovietico nella storia ucraina è
conseguenza di un cosciente e premeditato tentativo di profanare la cultura
religiosa e violare, indebolire e infine distruggere le sensibilità religiose.
Malgrado la loro brutalità, queste politiche hanno avuto un gran successo.
L'Unione Sovietica aveva assegnato fondi considerevoli per la formazione
ideologica nelle scuole, all'università e sul posto di lavoro. Ortodossi,
cattolici e tutte le altre confessioni religiose sono state sistematicamente
perseguitate, cacciati in catacombe o distrutti. Le comunità religiose che sono
sopravvissute, hanno dovuto ridimensionare le proprie attività per molte decine
d'anni. Le successive generazioni risultano così impoverite nella libertà
religiosa in quanto private delle loro centenarie tradizioni di fede.
Metropolita Andrey Sheptyts'kyi (1900-1944)
Nei periodi moderni, fra i metropoli ti galiziani, il servo di Dio Andrey
Sheptyts'kyi (1944) si distingue per un carisma particolare. La sua guida
spirituale ha aiutato la Chiesa Greco-Cattolica a sopravvivere in condizioni di
tribolazione e persecuzione.
Questo uomo così magnanimo, dotato di virtù straordinarie e di carismi mistici
provati dal sacrificio, fu testimone della doppia occupazione della sua diocesi
da parte delle autorità sovietiche al termine della sua vita negli anni 1940-41
e nel 1944. Durante l'occupazione nazista salvò centinaia di ebrei. Morì il 1
novembre 1944. Si sta ora esaminando la sua causa di beatificazione .
Vita nelle catacombe.
Dopo la morte di Sheptyts'kyi, la sua sede è passata al metropolita Josyp Slipyi
(1892-1984), il primo rettore dell'Accademia Teologica (1928-44) nella qualità
di vescovo-coadiutore con diritto di successione. Violenti persecuzioni
cominciarono molto presto, e già l' 11 aprile 1945 il metropolita e il suo
coadiutore Mykyta Budka (1877-1949), il vescovo di Stanyslaviv Hryhoriy
Khomychyn (1867-1947) e il suo coadiutore Ivan Lyatyshevsk'kyi (1879-1957), il
visitatore apostolico per la Volhynia Mykola Charnets'kyi e il visitatore
apostolico per gli ucraini in Germania, Petro Verhun furono arrestati, deportati
e condannati ai campi di lavori forzati in Siberia ed altrove. Il vescovo
Josaphat Kotsylovs'kyi (1876-1947) e il suo coadiutore Hryhoriy Lakota
(1883-1947) di Przemysl furono arrestati per la prima volta il 19 settembre
1945, rilasciati nel gennaio 1946 e di nuovo arrestati il 25 giugnodello stesso
anno, furono condannati all'estradizione nell'Unione Sovietica (Przemysl è
rimasto all'interno del territorio polacco) e successivamente deportati in URSS
dove furono condannati. Le autorità sovietiche liquidarono formalmente la Chiesa
Greco-Cattolica in Ucraina. Durante il Concilio illegale di Riunificazione che
ebbe luogo a Lviv l' 8-10 marzo 1946 l 'unione con Roma fu abolita e tutta la
metropolia galizia fu subordinata al patriarca di Mosca.
La cattedrale di S. Giorgio diventò la sede dell'arcivescovo ortodosso russo
Makariy. Due sacerdoti che hanno ceduto sotto la pressione sovietica (Mel'nyk,
Pel'vets'kyi) furono ordinati vescovi per le diocesi di Stanyslaviv e di
Drohobych. I sacerdoti che rimasero fedeli furono, nella maggior parte
condannati ai lavori dei campi. Lo pseudo-sinodo del 1946 contrassegnò l'inizio
del periodo delle catacombe della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, che è stata la
più grande Chiesa Cristiana nel mondo perseguitata fino al 1989. Tutti i
suddetti vescovi sono morti in prigione, nei campi di concentramento o di esilio
interno, o subito dopo il loro rilascio durante il disgelo post-stalinista.
Soltanto il metropolita Josyp Slipyi, dopo 18 anni di prigionia e persecuzione,
fu liberato grazie all'intervento del papa Giovanni XXIII, e arrivò a Roma il 9
febbraio 1963. Il 29 dicembre 1963 ricevette il titolo di arcivescovo maggiore
di Lviv ed al concistoro del 22 febbraio 1965 fu nominato cardinale. Slipyi,
eccezionale teologo e confessore della fede, diventò, nel suo esilio
occidentale, una voce potente della "Chiesa del silenzio". Dopo il Vaticano II
propagandò il ripristino delle tradizioni orientali della Chiesa nella diaspora,
fondò l'Università Cattolica Ucraina a Roma, consolidò le diocesi ucraine
nell'ovest e diresse il movimento per il riconoscimento della dignità
patriarcale della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina. Dopo la sua morte nel 1984 il
suo successore è Myroslav Ivan Lubachivskyi, nominato cardinale nel 1985.
Con l'inizio della perestroika la Chiesa Greco-Cattolica Ucraina cominciò ad
emergere dal suo stato di catacombe. I numerosi attacchi delle autorità di stato
e le difficili polemiche all'interno della Chiesa Ortodossa, che fra il 1989 e
il 1992 era stata divisa prima in due e poi in tre giurisdizioni, non hanno
impedito l'adesione spontanea della maggior parte degli ucraini occidentali alla
Chiesa Greco-Cattolica. Quando le dimostrazioni impressionanti hanno indicato
che il movimento per la legalizzazione della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina non
poteva essere soppresso, le autorità sovietiche hanno riconosciuto l'esistenza
delle comunità Greco-Cattoliche e questo avvenne alla fine di novembre del 1989.
Nei mesi seguenti, centinaia di sacerdoti ortodossi hanno dichiarato la loro
transizione alla Chiesa Greco-Cattolica Ucraina nei territori dove era stata
tradizionalmente presente.
Per comprendere la vita religiosa nell'Ucraina indipendente, è importante
concentrarsi sul contesto immediato della fine degli anni '80 e dell'inizio
degli anni '90. Dopo la perestroika e un primo periodo di rinascita, sono
arrivati liberalizzazione e cambiamenti culturali ed ideologici veloci. La
depressurizzazione psicologica, il calo della tensione, ha creato un'atmosfera
di eccitazione. La transizione euforica ad una dimensione pluralistica ha
caratterizzato ogni funzione di vita ucraina. Questo ha portato un'apertura
all'ovest, un'inclusione nei processi universali di globalizzazione con i
mass-media, la cultura pop (in particolare la popolare musica rock), e l'image.
L'avvento di una dominazione immediata del commercio mondiale è stato annunciato
da un'affluenza veloce delle potenti e ben note società multinazionali.
L'euforia, l'eccitazione e le frustrazioni sociali e culturali generate dalle
nuove libertà, scoperte, occasioni e problemi sono ancora in attesa di una
valutazione completa. Ci sono considerevoli e sbalorditive fluttuazioni e
giustapposizioni, caratteristiche del periodo di transizione. Una gamma intera
di fattori e di valori post-moderni sono sopraggiunti improvvisamente
all'interno della società ucraina che nel suo insieme non era precedentemente
preparata.
Tutti questi fattori - tradizione storica, trauma e terrore del ventesimo
secolo, persecuzioni religiose, veloce cambiamento, nascita del nuovo stato,
nuove calamità sociali ed economiche dell'Ucraina di transizione - definiscono
le condizioni per lo sviluppo della vita religiosa negli gli anni scorsi. Tutto
questo crea lo spazio per una considerevole speranza e per numerose aspettative,
ma anche per un inesprimibile allarme e timore.
Conclusione
Oggi è ancora troppo presto per dire come si evolverà la Chiesa Greco-Cattolica.
Il termine chiave per uno sviluppo religioso fruttuoso è la presenza di guide
spirituali ispirate capaci di una visione a largo raggio. Queste guide
spirituali portano le generazioni allo sviluppo. La società ucraina del
ventesimo secolo ne ha avute molte. Attraverso gli intrecciati labirinti di
questo periodo storico, la Chiesa Greco-Cattolica è stata guidata da gerarchi
eccezionali: il metropolita Andrey Sheptyts'kyi, il metropolita Josyp Slipyi e
un intero gruppo di vescovi-martiri e confessori della fede, che si
identificarono con la Chiesa senza compromessi e servirono la comunità durante i
cinquant'anni di attività clandestina.
Quale è il compito delle organizzazioni e delle comunità religiose, delle
istituzioni accademiche e delle singole persone che vivono fuori dall'Ucraina?
Tutti noi siamo chiamati alla solidarietà nella preghiera con i cristiani
d'Ucraina. La preghiera cura le ferite, riempie gli abissi ed ammorbidisce le
difficoltà. La solidarietà morale può indurre anche all'aiuto materiale. Il
posto migliore per l'aiuto materiale diretto sono gli istituti scolastici.
L'investimento nella formazione di guide nella sfera religiosa, come pure in
altre sfere, sarà il vantaggio più grande per la rinascita e per le riforme in
Ucraina.
Questo breve abbozzo della Chiesa Greco-Cattolica nell'Ucraina indipendente mira
a dare risalto ad alcuni dei fenomeni principali di esperienza religiosa nell'
Ucraina moderna. Una percezione del contesto storico e culturale generale è
necessaria per capire le origini, i termini e le prospettive della situazione
religiosa in Ucraina a partire dal terzo secolo. Speriamo che il comprendere
questa esperienza storica aiuti la Chiesa Greco-Cattolica Ucraina a con dividere
la sua ricca eredità con la comunità cristiana, in primo luogo l'eredità più
recente del martirio che testimonia la verità della Risurrezione. |