TEMPO DI AVVENTO E NATALE 2007

 

TU CHE ANNUNCI LIETE NOTIZIE (Is 40,9)

 

 

TRASMISSIONE DELLA FEDE

 

I tempi forti dell’Avvento e della Quaresima sono deputati a coniugare il tema con gli spunti che offre la Parola di Dio. Evidentemente si tratta di accentuazioni, dal momento che il percorso liturgico – itinerario fondamentale della vita cristiana, così come lo definisce il Concilio – mantiene una sua struttura di contenuti e di tappe alle quali non possiamo fare violenza.

Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia (tema decennale della CEI), annunciare oggi quel Gesù (progetto triennale) e trasmettere la fede (tema annuale) intendono indicare tre sfaccettature di un’operazione unitaria e costituiscono il compito primo di ogni comunità cristiana. Probabilmente superfluo, ma importante, ricordarci che questo accade in un clima di “primo annuncio”, dal momento che non è più possibile presupporre nulla riguardo alla fede.

 

 

IL TEMA DI QUESTO AVVENTO-NATALE

 

Tu che annunci liete notizie: è  questo il tema nazionale ed è parso che potesse ben adattarsi anche al cammino parrocchiale.

1.             Nel Tu cioè nel soggetto, individuiamo il Tu della comunità cristiana. Essa è chiamata, nella globalità delle sue componenti, a farsi protagonista attiva di tale annuncio e a non rinunciarvi a causa delle difficoltà del contesto socioculturale nel quale siamo immersi. “La Chiesa esiste per evangelizzare” rimarcava già Paolo VI nella sua Evangelii Nuntiandi. Ed è la comunità che è chiamata a prendersi in carico in quanto soggetto primo il dovere dell’annuncio e della trasmissione della fede alle nuove generazioni. Dentro il Tu della Chiesa c’è il Tu dei singoli cristiani: laici, sacerdoti e persone consacrate, ognuno con la propria sensibilità si fa soggetto coerente di questa operazione. Un posto privilegiato riserviamo al Tu  della famiglia. In questo avvento, per i propri componenti, la famiglia in quanto tale potrebbe diventare la prima annunciatrice della Buona Notizia.

2.            Che annunci. Quando e come si annuncia e trasmette la fede? Non solo quando si parla esplicitamente di Gesù (catechesi, omelia, rapporti personali). La chiesa lo annuncia con l’intera sua vita, dallo stile delle celebrazioni domenicali alla dimensione della carità. Ma non dimentichiamo che per evangelizzare bisogna prima lasciarsi evangelizzare dalla buona notizia che si intende annunciare. Qui c’è posto per una Chiesa che, continuamente, non smette di ascoltare la Parola che è chiamata a trasmettere.

3.            Buone notizie. La buona notizia per eccellenza è Gesù. Se non diamo Gesù, non diamo buone notizie! Precisa il concilio (GS 22) che «chi segue Cristo, l’uomo perfetto, si fa lui pure più uomo». Trasmettere la fede è trasmettere Gesù; trasmettere Gesù è favorire un cammino di vera umanizzazione per ogni persona, piccola o adulta che sia. Questa buona notizia che è Cristo contiene tutte le altre buone notizie che l’umanità attende.

 

I TITOLI DELLE SETTIMANE

  • Un annuncio che dà speranza. Il tempo dell’avvento è per eccellenza il tempo della speranza cristiana che si fonda su due buone notizie: la venuta finale del Figlio dell’Uomo che conferisce alla opacità della storia una direzione e un senso, contro l’apparente non senso che alcuni eventi personali, familiari e sociali sembrano assumere. E la seconda buona notizia, l’incarnazione del Figlio di Dio, dice tutto l’amore di Dio per l’umanità fino ad assumere la “carne” dell’umana debolezza. Il pellegrinaggio dei popoli verso il monte del Signore (1° lettura) apre all’universalità dell’offerta di salvezza, in un orizzonte che ci fa sentire in cammino con tutte le genti, del nord e del sud del mondo, dell’ovest e dell’est.

  • Un annuncio che suppone donne e uomini nuovi. Il germoglio che spunta dal tronco di Iesse inaugura una stagione di riconciliazione universale, tra l’uomo e la creazione, come pure tra le diverse categorie umane che spesso si sbranano come lupi e orsi. Dalla società stessa emerge un anelito di equità e giustizia, che solo lo Spirito del Signore è in grado di dirigere a compimento. Perché ciò si realizzi servono dunque uomini e donne nuovi, i cui prototipi sono Maria e Giovanni il Battista, ma poi anche i pastori, disponibili ad accogliere la Parola e a preparare la via al Signore che viene.

  • Un annuncio che offre segni. Annunciare non è solo un dire, non è solo un trasmettere conoscenze importanti. È esibire credibilità confermata da segnali reali e riconoscibili. La comunità è invitata a mostrare come e dove l’amore di Dio per l’umano prende corpo. C’è una fetta di umanità per la quale le feste che si avvicinano aumenteranno ancor di più la solitudine e la sofferenza. Perché non offrire loro un segno sincero del Cristo che viene?

  • Un annuncio che si realizza. I diversi segni che accompagnano l’annuncio prendono valore e significato dal primo e fondamentale “segno”, che Dio stesso sta per darci: la nascita dell’Unigenito. «All'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva». Trasmettere la fede è dare Cristo, permettere l’incontro con una Persona. Dentro un avvenimento, cioè ben radicati in una storia.

 

I SEGNI DELL'AVVENTO

 

Ogni anno proponiamo, per ogni settimana del tempo di Avvento un segno da esporre nelle nostre case, un segno che ci ricorda non solo l'avvicinarsi della nascita di Gesù ma che ci invita alla preghiera. I diversi segni che accompagnano l'annuncio prendono valore e significato dal primo e fondamentale "segno" che Dio stesso sta per darci. la nascita dell'Unigenito.

 

Prima settimana: esponiamo la Bibbia

Prepariamo in ogni famiglia un angolo per la preghiera. un centrino, un piccolo leggio, una Bibbia aperta. Utilizzando il sussidio distribuito leggiamo ogni giorno la lieta notizia e la riflessione proposta.

 

 

 

 

 

 

 

Seconda settimana: facciamo il presepe

Accanto alla Bibbia prepariamo in ogni famiglia un piccolo presepe. Maria Giuseppe, la culla vuota, gli angeli e i  pastori. La preghiera di ogni giorno ci potrà far cogliere lo spirito della famiglia di Nazareth.

 

 

 

 

 

 

 

 

Terza settimana: la luce di Bethlemme

Alla lampada che perennemente arde davanti al luogo in cui è nato  Gesù, viene accesa una luce che ogni anno arriva a noi. Essa portata dagli scouts in ogni casa, deve risplendere come segno di pace.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quarta settimana: i bambinelli

Durante la celebrazione dell'ultima Domenica di Avvento benediciamo le nostre famiglie e le "statuette del bambino Gesù" dei presepi. La liturgia domestica della notte del 24 (deporre Gesù bambino appena nato nella culla del presepe) avrà così più valore.