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TEMPO DI AVVENTO E NATALE 2010
IL PRESEPE |
La
lettura del Vangelo di Matteo è stat fonte d'ispirazione per
l'allestimento del presepe di quest'anno. In linea con la tematica della
settimana pastorale, le Beatitudini, per il tempo di Avvento e Natale
abbiamo proposto alla riflessione di tutti la parabola della casa
costruita sulla roccia al capitolo 7 del Vangelo di Matteo.
Con la fine del capitolo settimo si
chiudeinfatti il discorso della montagna, il primo grande discorso di
Gesù nel Vangelo di Matteo, quasi il suo programma evangelico. Il
confronto con queste pagine è per certi versi decisivo. Infatti, dice
Gesù: "Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica, può essere
paragonato a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia",
mentre "chi non le mette in pratica, può essere paragonato a un uomo
stolto che costruì la sua casa sulla sabbia".
Continua
Gesù: venne la pioggia a dirotto, i fiumi strariparono, soffiarono i
venti e si abbatterono su quelle due case; la prima casa, quella fondata
sulla pietra, restò salda; l'altra, quella fondata sulla sabbia, crollò.
Sono due immagini efficaci con le quali Gesù paragona, e non a caso, gli
ascoltatori del Vangelo ai costruttori. Il Vangelo, infatti, non è una
esercitazione letteraria e neppure una buona parola che si dice per
esortare a qualche buon sentimento: esso è teso a costruire una casa, la
casa della propria vita. Ebbene, chi ascolta il Vangelo e lo mette in
pratica è un uomo prudente, perché costruisce la sua vita sulla pietra;
chi invece ascolta soltanto, e non segue il Vangelo, è uno stolto,
perché sarà travolto dalle avversità. Ovviamente è ancora peggio se
neppure si ascolta la Parola di Dio.
Sulla sabbia basta un'onda leggera
per travolgere tutto quello che si è costruito; di qui anche il detto
popolare sui "castelli di sabbia". In verità spesso la vita ci riserva
spesso scrosci violenti e venti impetuosi. Per questo l'avvertimento di
Gesù è saggio e amichevole. La sabbia non è lontana. Non bisogna fare
lunghe file o chilometri di strada per arrivarci. Ce l'abbiamo nel
cuore. La sabbia è l'orgoglio di sé, dei propri sentimenti, delle
proprie convinzioni, è l'arroganza di chi pretende di avere sempre
ragione anche davanti al Signore, è la freddezza di chi è indifferente
ai bisogni degli altri.
La
stagione della sabbia può durare un giorno, un mese, un anno, o anche
una vita intera. È il tempo in cui non si ascolta il Vangelo né tanto
meno lo si mette in pratica. Quanti uomini, quante donne dovrebbero
ammettere che la loro costruzione umana è crollata, e non lo ammettono,
perché non vogliono rivelare che nel loro cuore c'è sabbia! Stiamo
attenti, perché la sabbia è anche deserto; anzi la sabbia fa il deserto,
crea solitudine, amarezza, assenza di vita felice. Il Signore ci ha
fatto dono della pietra ove poter costruire la nostra vita. La pietra
non siamo noi, è il Signore stesso, è il suo Vangelo, che rimane saldo e
non crolla. Anche la predicazione è una piccola pietra per le nostre
giornate. È giusto allora stupirsi come si stupirono quelle folle al
termine del discorso della montagna: "Quando Gesù ebbe finito questi
discorsi, le folle rimasero stupite della sua dottrina; insegnava
infatti come uno che ha autorità". È lo stupore di trovarsi di fronte a
una parola autorevole che ci è data per costruire saggiamente la nostra
vita di giorno in giorno.
L'avvertenza di Gesù è saggia e severa: "Cercate prima il regno di Dio e
la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta".
Occorre anzitutto cercare il regno di Dio, che è bontà, misericordia,
giustizia, fraternità, amicizia. Questo è l'essenziale da cui promana
con certezza tutto il resto. |
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