La Dottrina Sociale della Chiesa e
i Servizi Sociali Territoriali
Venerdì 16 Ottobre
Relatori:
Giuseppe Turriziani Dirigente
Area Servizi Sociali di Capua;
Aldo Mariano Dirigente UOSM di Capua
Testimonianze:
don Pietro Lagnese Responsabile
Casa della Carità di Vitulazio;
Suor. Maria Serruto Superiora Generale delle Ancelle
dell’Immacolata
Moderatore:
Savino Compagnone Vicepresidente
Coop. Città Irene
Il
Video
Nella
parrocchia Santi Filippo e Giacomo volge quasi al termine la
settimana pastorale “L’amore che salva e guarisce”.
Venerdì 16 ottobre è stato affrontata la tematica” La Dottrina
Sociale della Chiesa e i Servizi sociali territoriali", per cui
tutti, in quanto cittadini, ci siamo sentiti coinvolti in prima
persona.
Relatori il dott. Giuseppe Turriziani, dirigente Area Servizi
Sociali di Capua e dott. Aldo Mariano, dirigente UOSM di Capua.
Moderatore il dott. Savino Compagnone, vicepresidente Cooperativa
Città Irene.
Il dottor Turriziani nella sua relazione è giunto alla conclusione
che il mercato senza una guida etica non funziona e non produce
ricchezze, per cui un modello economico che non tenga presente il
bene dell’uomo si rivela un disastro e sconvolge le coscienze.
Molto
sentita anche la testimonianza del dott. Mariani che ha riportato un
aneddoto: il figlio, che si professa ateo, tornando da un viaggio in
Africa ha affermato che per questi paesi martoriati l’unica
possibilità di salvezza è il Cristianesimo.
La serata è poi finita con due bellissime e toccanti testimonianze,
quella di don Pietro Lagnese, responsabile della Casa della Carità
di Vitulazio e di Suor Maria Serruto, superiora
generale delle Ancelle dell’immacolata.
Don Pietro ha voluto precisare che la Chiesa non è chiamata a
sostituirsi allo Stato ma suo compito peculiare è porre dei segni
che parlino di Dio e lo rendano presente.
Suor Maria, dopo aver illustrato per grandi linee le caratteristiche
del suo ordine ha finito la serata con un passo di Madre Teresa di
Calcutta.
Chi sia veramente Madre Teresa, la piccola matita di Dio, così come
lei stessa si definisce lo si può conoscere dalle parole con le
quali lei stessa ha dichiarato la propria identità:
«Se volete conoscermi bene, prima dovete capire “chi è Gesù per
me”».
Ecco
chi è Gesù per Madre Teresa.
Il Verbo fatto carne. Il pane di vita. Il pane di vita che dobbiamo
mangiare.
La vittima che si offre sulla croce per i nostri peccati.
Il sacrificio che si offre nella santa messa per i peccati del mondo
e miei personali.
La parola che devo dire. Il cammino che devo seguire. La luce che
devo accendere.
La vita che devo vivere. L’amore che deve essere amato. La gioia che
dobbiamo condividere.
Il sacrificio che dobbiamo offrire. La pace che dobbiamo seminare.
L’affamato che dobbiamo sfamare. L’assetato che dobbiamo dissetare.
Il nudo che dobbiamo vestire. Il senzatetto al quale dobbiamo
offrire riparo.
Il solitario al quale dobbiamo fare compagnia. L’inatteso che
dobbiamo accogliere.
Il lebbroso le cui ferite dobbiamo lavare. Il mendicante che
dobbiamo soccorrere.
L’alcolizzato che dobbiamo ascoltare.
Il disabile che dobbiamo aiutare.
Il neonato che dobbiamo accogliere.
Il cieco che dobbiamo guidare. Il muto a cui dobbiamo prestare la
nostra voce.
Lo storpio che dobbiamo aiutare a camminare. La prostituta
che dobbiamo allontanare dal pericolo e colmare della nostra
amicizia.
Il detenuto che dobbiamo visitare. L’anziano che dobbiamo servire.
Gesù è il mio Dio. / Gesù è il mio sposo. / Gesù è la mia vita.
Gesù è il mio unico amore. / Gesù è tutto per me. / Gesù per me è
l’unico.
Alla luce di quest’insegnamento, vuoi per empatia, vuoi per dovere
civico, vuoi per compassione, vuoi per carità, non possiamo restare
indifferenti al grido di dolore e di sofferenza di chi ci è accanto:
non più ognuno per sè ma ognuno è chiamato ad avere a cuore la
sorte dell’altro
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