Ottantesimo anniversario dei
PATTI LATERENANENSI, 11 FEBBRAIO 1929.
L‘ 11 febbraio, oltre ad essere un giorno particolarmente caro alla
memoria cristiana perché la Beata Vergine Maria apparve ad una
ragazzina a Lourdes nei Pirenei francesi nel 1858 generando un
movimento di spiritualità della penitenza e della sofferenza che da
origine all’odierna giornata del malato, è altresì importante perché
nel 1929 dopo anni di astio e di divisione viene finalmente sancita
la pace tra lo Stato italiano e la Chiesa Cattolica Romana.
Sua maestà il re di Italia poneva fine alla famosa prigionia di cui
si considerava vittima il pontefice romano fin dai tempi della
breccia di Porta Pia e che aveva generato il famoso NON EXPEDIT
ovvero il divieto da parte della Chiesa ai fedeli di non partecipare
alla vita politica del paese. In Italia si viveva da mezzo secolo
una forte lacerazione tra la Chiesa piana e lo Stato savoiardo
dapprima e fascista poi, dove a pagarne le conseguenze erano i
fedeli stessi desiderosi di precorrere i tempi e di portare e vivere
l’annuncio Cristiano anche nei luoghi dove si svolgeva la vita
sociale e non riducendolo al mero aspetto ritualistico o pietistico.
Ricordiamo l’azione cattolica neonata che poi subirà notevoli
persecuzioni da parte del fascismo milita tante e il grande don
Luigi Sturzo che raccogliendo l’eredità di Rosmini e Gioberti da
inizio al movimento dei popolari cattolici che in seguito porterà
alla formazione della Democrazia Cristiana.
Le estenuanti trattative erano durate circa trenta mesi e si
concludevano sotto il pontificato di Pio XI noto avversario dei
regimi totalitari e papa di autentica lungimiranza e fede autore
della mitte brenneder sorge enciclica anti nazi- fascista e che morì
il 10 febbraio del 39 alla vigilia del decimo anniversario dei patti
do l’emanazione delle leggi razziali e in forti contrasti con il
fascismo per i quali era disposto anche a revocare il trattato di
cui parliamo ma la morte lo colse il giorno prima che potesse
pronunciare il famoso discorso ora conservato negli archivi segreti
vaticani.
I primi contatti per la pace STATO-CHIESA furono avviati nell’
agosto del 1926 ma la questione romana era già stata riaperta dal
quotidiano Il messaggero nel 1921 scatenando quella che oggi
definiremmo una tempesta mediatica internazionale anche se solo alla
fine degli anni venti il confronto si farà acceso e avverrà
addirittura all’oscuro dei futuri protagonisti, come spesso avviene
nella Chiesa e nello Stato sono semplici funzionari a muovere grandi
macchine per poi lasciare i meriti ai grandi. I nostri funzionari
sono l’avvocato Francesco Pacelli, fratello di monsignor E. Pacelli
, futuro Pio XII, e il napoletano Francesco Barone proveniente da
una modestissima famiglia e membro del consiglio di Stato. Riceve
l’incarico dal ministro A. ROCCO e morirà ad un mese dalla firma del
lavoro che lo aveva impegnato con tutte le sue energie a soli 49
anni.
Segni di benevolenza dello stato mussoliniano nei confronti della
Chiesa c’erano già stati , come la legge per la riammissione dei
crocifissi nelle scuole del 1921.
Durante il 1927 i rapporti però si erano fatti molto critici per la
questione giovanile a causa della nascita dell’ opera nazionale
Balilla e riacutizzata con lo scioglimento delle associazioni
giovanili e degli SCOUTS, solo l’ Azione Cattolica con le sue
migliaia di iscritti riuscì a sopravvivere ma lo scoutismo fu
costretto a sciogliersi e ad iniziare un periodo durissimo di
attività clandestina, che a mio parere farà dello scoutismo italiano
una delle istituzioni più autentiche e sane che esistano ancora oggi
e di cui numerose associazioni come l’ AGESCI oggi ne raccolgono la
preziosa e talvolta sofferta eredità e libertà di pensiero,
espressione e valori.
L’utopia di Cavour e di Crispi, pur avversata dall’anziano laico
Gentile trova con Mussolini la sua realizzazione verso il movimento
detto della CONCILIAZIONE che trovò la sua esplicitazione nella
storica data della Madonna di lourdes voluta dal cardinale GASPARRI
e smentita dagli ambienti mussoliniani fino alla vigilia della
firma. Tutti correvano in vaticano per vedere se c’erano preparativi
ma rimasero fortemente delusi perché la firma avvenne nel palazzo
del laterano sede storica dei rapporti stato-chiesa dai tempi di
Costantino il grande e dove erano ancora visibili i segni delle
cannonate sparate dall’esercito italiano sui suoi muri nel 1870.
Pochi furono i testimoni dello storico evento, MUSSOLINI giunse alle
11 precise accolto dall’avvocato PACELLI e da mons. Borgoncini ,
PRIMO NUNZIO APOSTOLICO PRESSO IL QUIRINALE. Il cavaliere era
fortemente agitato e imbarazzato per la sua anticlericalità
giovanile e per quella che doveva affrontare all’interno del partito
fascista. Con lui c’è il guardasigilli Rocco, vengono accolti dal
cardinale segretario con queste parole: “Eccellenza, alla vigilia
dell’anniversario dell’incoronazione del santo padre e nella festa
della Madonna di Lourdes, le do il benvenuto nella casa parrocchiale
del Papa”. Mussolini risponde domandano chi avesse avuto l’idea di
quel palazzo e l’avvocato Pacelli risponde che è sua perché nella
basilica proprio nel 1870 fu ordinato sacerdote il papa regnante.
Così nella sala concistoriale su un grande tavolo avviene la firma.
Al centro siedono i protagonisti GASPARRI e MUSSOLINI a riprendere
lo storico evento i tecnici dell’ istituto documentario “ LUCE”.
Prima viene firmato il trattato poi il concordato infine si apre il
portone del Laterano e viene annunciata la pace ai giornalisti
presenti, tutti i giornali escono in edizione straordinaria.
Il trattato così si apre: ” le due parti contraenti hanno
riconosciuto la reciproca convenienza di eliminare ogni dissidio fra
loro esistente e afferma il principio consacrato nell’articolo 1
dello Statuto del Regno 4 Marzo 1848, per il quale la religione
cattolica, apostolica romana è la sola religione dello Stato”.
Questa definizione rimarrà in vigore fino al 1984 quando con la
revisione del concordato ad opera di Craxi, la Chiesa perderà la sua
funzione di religione di stato. Seguono poi una serie di reciproche
garanzie e protezione sui diritti, i beni e i servizi di entrambi,
il riconoscimento dell’ extraterritorialità vaticana e del valore di
capo di stato al pontefice e la validità del matrimonio religioso
secondo gli effetti civili.
Non voglio stare qua a spiegare i contenuti del trattato ma voglio
suscitare una riflessione libera e aperta sulla validità del
trattato nei tempi odierni e sui rapporti tra STATO-CHIESA inseriti
anche alla luce della riflessione teologia e bioetica che non pochi
problemi pone alla società odierna, in ultimo esempio la vicenda
dolorosa per entrambi le parti della giovane ELUANA ENGLARO o i temi
della fecondazione assistita, delle politiche familiari e
dell’attenzione per la crisi della famiglia attraverso i divorzi e
le separazioni, il riconoscimento delle unioni legali, l’aborto e la
legge che riguardante il suo utilizzo e liceità.
Molti si domandano quali siano i reciproci ruoli, e mentre i grandi
discutono i piccoli continuano a lavorare nel silenzio e prendersi
cura dei poveri e degli emarginati senza chiedere la carta di
identità o la tessera di partito o il certificato di fede religiosa
ma riconoscendo la dignità umana in quanto tale. Talvolta una chiesa
del servizio si fa carico di azioni sociali che arrivano anche a
supplire la mancanza dello Stato. Credo che entrambe le parti
debbano ripartire dagli insegnamenti di un testo non soltanto di
fede ma anche di etica sociale: il VANGELO. Se in politica e in
teologia si fa una riflessione che prescinda dai temi evangelici se
le colpe dei laici sono limitate quelle di noi cristiani non possono
non avere una certa rilevanza perché come ci insegna Paolo nella
lettere ai romani e ai corinti tutta la nostra esperienza deve
essere letta a partire dall’esperienza evangelica e non solo
attraverso le diverse teorie filosofiche e ideologiche di scuole o
correnti siano esse anche autorevoli ma se mancano di carità a nulla
valgono.
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