SCHEDE DI LITURGIA

A CURA DI ANTONIO RAIA

 

XXV  DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

 

Il vangelo di questa domenica, vede ancora Gesù che insegna ai suoi, in particolar modo su ciò che lo attende. La sconfitta del Messia è un qualcosa di così grande per il quale i suoi devono essere ben preparati. Ma, il suo insegnamento, non contiene soltanto l’annuncio della morte, ma anche quello della risurrezione. I discepoli sono timorosi e non osano interrogarlo, perché nella loro mentalità, essi sono ben lontani dal comprendere, tant’è che discutono tra loro fino a quando non giungono a Cafarnao, dove Gesù gli domanda quali discorsi abbiano fatto. I discepoli non possono rispondere, perché hanno discusso su chi sia tra di loro il più grande. Ma egli chiama i dodici e dice: “Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti”. È questa la novità che Gesù è venuto a portare, solo chi si umilia viene esaltato, mentre chi si esalta viene umiliato. Gesù non fa proprie le leggi della sovranità, dell’emergere dell’uno sugli altri, del sovrastare. Al contrario, essere davvero primi, si configura come scelta del servizio mettendosi all’ultimo posto, facendosi servo. Ai tempi di Gesù, i servi e gli schiavi stavano all’ultimo grado della scala sociale.

Oggi l’idea che ci accompagna, è che la società debba avere un carattere scalare, dal basso verso l’alto, il rispetto e la sottomissione degli altri, questo è il modello sociale da cui non riusciamo a liberarci.

Ma Gesù prende un bambino, lo abbraccia e dice: “Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”. L’insegnamento di Gesù è diretto a rivelare il Padre.

 

La prima lettura tratta dal libro della Sapienza, ci parla del giusto messo alla prova, irriso sulla fiducia che egli ripone in Dio e nell’aiuto che da lui gli verrà.

 

La lettera di Giacomo, nella seconda lettura, oppone la Sapienza alle passioni, le quali distruggono il cuore dell’uomo. “fratelli miei, dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorte di cattive azioni”.

Alla Sapienza che viene dall’alto, ai suoi frutti di pace, si oppone la vana sapienza di chi antepone a tutto le proprie passioni.

 

Il messaggio di questa domenica dice a noi cristiani che non ci sono alternative, non c’è un’altra forma autentica di discepolato se non quella di farsi servi gli uni degli altri, come Gesù ci ha insegnato.

 

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