SCHEDE DI LITURGIA A CURA DI ANTONIO RAIA |
||
XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Il popolo d’Israele nel deserto (prima lettura) mormorava, si tratta di un brontolare privo di fede. Il progetto dell'esodo viene interpretato in modo opposto al vero, come un progetto di morte: “ci avete fatto uscire in questo deserto per farci morire di fame” (16,3). Gli Israeliti stanno perdendo di vista l'obiettivo della Terra Promessa, la terra ideale adesso non sta più davanti ma dietro, adesso tutto ciò che interessa è la sazietà, anche la sazietà dell’Egitto, la sazietà dello schiavo, andrebbe bene. Abbiamo dunque una grande incredulità del popolo, una mancanza di fiducia nel Dio Liberatore che nonostante tutto, risponde esaudendo le loro richieste; il popolo incredulo sfida quasi Dio ad agire e a manifestarsi: Dio gli risponde con il dono della manna. In questo frangente avviene un fenomeno in cui essi vedono un segno della presenza di Dio destinato a rassicurarli, il popolo acquisisce la certezza che Dio è intervenuto in maniera speciale, la certezza che Dio è con loro. Nella loro inquietudine, il Signore li invita con pazienza a riprendere il cammino, perché Egli sa che l'uomo è alle prese con l’idolo della sazietà, questa grande tentazione di fermarsi, di cessare ogni cammino per non cercare nient’altro non appena la pancia sia piena e il bisogno appagato. Dando ad Israele questo mezzo di sussistenza, Dio invita l’uomo a non fare affidamento soltanto sui nutrimenti terreni, ma c’è un altro cibo che viene dal cielo: la Parola di Dio. Intorno a noi ci sono troppe cose che sono come una fame che non sazia, Cristo, tentato nel deserto, sottolinea questo aspetto: «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,1-4), il pane che Gesù da è il Pane di vita.
Questa liturgia domenicale ci porta a riflettere sul Pane di vita offerto da Gesù che è il suo corpo, è lui stesso che si offre come risposta, come pane che sostiene una vita che non finisce e che non solo nutre, ma dona gioia vera, è la sua presenza e la sua vita divina in noi. Il tema centrale è dunque ancora la fede, le letture ci richiamano a questa realtà: Cristo è tutto il nostro bisogno. Se il cuore si spalanca attraverso la fede, allora può entrare Cristo e spegnere ogni nostra mormorazione interiore, e noi non “ci comporteremo più come i pagani con i loro vani pensieri” (seconda lettura). |
||
www.parrocchiasantifilippoegiacomo.it |