SCHEDE DI LITURGIA

A CURA DI ANTONIO RAIA

 

 

XVI  DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

 

 

Le letture di questa domenica ci presentano il tema del pastore. La prima lettura pone l’immagine dei pastori che non si sono curati del popolo, hanno disperso il gregge del Signore. Spesso l'autorità diventa una tentazione, di fatto i pastori d’Israele si sono rivelati infedeli alla loro missione, non  si sono occupati del gregge, hanno lasciato che le pecore si smarrissero e si disperdessero. Sarà Dio stesso che si prenderà cura di esso, prima di tutto radunandolo da dove era stato scacciato (l’esilio babilonese) e lo condurrà in pascoli erbosi e ad acque tranquille e darà loro dei veri pastori che si cureranno del popolo. Ma Dio va oltre e annuncia la comparsa di un nuovo personaggio, strumento della salvezza definitiva di Dio per il suo popolo: è il Germoglio di Davide, il Messia, “che regnerà da vero re, sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra”.

 

Nella seconda lettura, S. Paolo ci dice che la pace, frutto della giustizia, si esprime principalmente nella distruzione delle divisioni e delle barriere che generano conflitti. Il muro di separazione è anche la legge interpretata alla lettera e che aveva incatenato l’autentica vita di fede. Il Messia, vero pastore del suo popolo, con la sua croce ha eliminato ogni divisione e “dei due ha fatto un solo uomo nuovo”.

 

Il vangelo ci presenta Gesù come il pastore giusto che si prende cura dei vicini e dei lontani, egli considera le loro necessità: stanchezza, disorientamento, fame, i bisogni dell’umanità di tutti i tempi.

Gesù aveva inviato i discepoli ad annunziare il Regno di Dio, ora tornano stanchi e Gesù li invita in disparte, loro soli per riposarsi un pò dalle fatiche dell’annuncio: “erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo per mangiare”. Il riposo diventa allora l’intimità con Gesù.

Finito il riposo, una folla immensa li aveva preceduti, una folla che cerca Colui che gli può dare il vero cibo, il vero Pane. Gesù, alla vista di questa folla“come pecore senza pastore” ha una profonda compassione e si fa carico della loro povertà mettendosi a insegnar loro molte cose. Gesù è il vero Pastore che ha compassione della fatica degli apostoli, delle folle, di ciascuno di noi, delle nostre fatiche, dubbi, incertezze, infedeltà, di tutto ciò che noi siamo. Queste fatiche nel cammino personale di ognuno di noi generano stanchezza e allora Gesù rivolge anche a noi l’invito che rivolse ai suoi discepoli “Venite in disparte voi soli in un luogo solitario e riposatevi un po’”.

 

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