SCHEDE DI LITURGIA

A CURA DI ANTONIO RAIA

 

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

 

In questa domenica continua il tema della domenica scorsa: “il pane della vita”, su cui Giovanni imposta tutto il discorso di Gesù.

Nella prima lettura, Elia è inseguito e perseguitato, il suo unico desiderio e la sua preghiera sono quelli di morire, ma un angelo del Signore gli offre una focaccia e dell’acqua, con la quale riacquista le forze e compie il suo camino giungendo all’incontro con Dio.

I segni attraverso i quali Dio fa sentire la sua presenza al suo fedele profeta, sono i segni della presenza di Dio accanto al suo popolo in cammino nel deserto: il pane venuto dal ciclo (manna) e l’acqua scaturita dalla roccia. La focaccia cotta è immagine del pane di vita con cui Gesù si identifica: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo”.

Il linguaggio adottato da Gesù scandalizza chi lo ascolta, del resto davanti a loro c’è un uomo, figlio di Giuseppe e di Maria, persone conosciute, come può dire che è disceso dal cielo?

La logica umana si infrange davanti al mistero dell’Uomo-Dio, c’è solo un mezzo per non scandalizzarsi: avere fede. Credere ci aiuta nelle nostre debolezze, nei nostri dubbi, la fede è quell’atto della volontà che ci dice che quando riceviamo quel pane vivo disceso dal cielo per darci la vita e al quale rispondiamo Amen, attiva in noi quell’impegno per la vita di cui parla Paolo nella seconda lettura: ci aiuta ad essere benevoli, misericordiosi, ci insegna a perdonare, in definitiva ci aiuta a compiere le opere della fede.

 

In questa domenica, il discorso di Gesù che ha un trasparente significato eucaristico, vuole dirci di continuare il nostro cammino che a volte è faticoso, incomprensibile, tortuoso, perché ci è difficile perdonare, pregare e avere speranza, è un invito a mangiare la sua carne che è vita per il mondo, è vita per la nostra vita.

Con la forza che ci viene da questo cibo potremo camminare fino al monte di Dio: all’incontro con Lui, incontro che presuppone il credere, per avere la vita eterna: chi ne mangia non muore. Mangiare il pane di vita significa credere in Gesù, unirsi a lui, per essere una sola cosa con lui. Sotto i segni del pane e del vino condivisi, Gesù si rende presente a noi e ci da la possibilità di vivere in lui, di comunicare, cioè, alla sua vita nello Spirito Santo.

 

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