SCHEDE DI LITURGIA

A CURA DI ANTONIO RAIA

 

IV DOMENICA DI PASQUA

46^ Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

 

Due immagini ci accompagnano in questa IV domenica di Pasqua: Gesù buon pastore e quella della pietra angolare. Infatti, la metafora del pastore e del gregge, con quella della pietra e della costruzione, hanno come tema la Chiesa nel suo rapporto con Cristo risorto.

L’immagine della pietra angolare ci giunge dalla lettura degli Atti e dal salmo responsoriale. È Pietro che ci propone Cristo come la pietra che è stata scartata dai costruttori e che è invece divenuta testata d’angolo, pietra scartata/scelta nel quale possiamo cogliere il mistero del Signore, nel quale solo vi è la salvezza.

 

Pietro afferma la necessità dell’unico gregge sotto un solo pastore: “In nessun altro è la salvezza” (At 4,12a). Questo significa che la potenza liberatrice del  Risorto, in forza del “nome di Gesù  Cristo” (At 4,10a), continua ad agire attraverso coloro che egli ha costituito pastori della sua Chiesa perché, nel suo nome, conducano gli uomini alla salvezza.

Oggi benediciamo il Signore, nella nostra assemblea, per coloro che ci rappresentano Gesù Pastore, Egli infatti, si prende cura di noi attraverso i suoi ministri, ma anche attraverso i genitori, i catechisti, coloro che ci aiutano quando siamo nel bisogno.  In mille modi Dio si mostra a noi come Pastore delle nostre vite.

 

Il vangelo di Giovanni ci presenta il “Buon Pastore” che da la sua vita per le pecore: “Io sono il buon Pastore, conosco le mie pecore”, e le mie pecore conoscono me” (Gv 10, 14).

Il Pastore ama le sue pecore, ed esse corrispondono all'amore di chi le ama, e, dunque, ci spinge a chiederci se siamo pecore del Signore, se lo conosciamo.

Nel passo successivo (10, 15), il Signore subito soggiunge: “come il Padre mi conosce e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore”. Come se dicesse esplicitamente: conosco il Padre e sono conosciuto dal Padre, perché offro la mia vita per le mie pecore; cioè io dimostro in quale misura amo il Padre dall'amore con cui muoio per le pecore. 

Il vangelo ci proietta in questo circuito amoroso dove Gesù si propone come pastore “buono”, in contrasto con quello del pastore inautentico, mercenario, che di fronte al pericolo abbandona le pecore.

Il gregge dunque è metafora della Chiesa, nata dall’amore di Cristo, dal darsi del Signore per lei, amore che non si è chiuso a quelli che lo hanno già accolto, ma si allarga a quelle pecore ora lontane che ascolteranno la sua voce e vi sarà un solo ovile e un solo pastore.

Queste ultime parole ci riconducono per un verso alla disunione dei cristiani e per un altro al dovere di annunciare Cristo e la sua salvezza.

 

Il tema della 46^ Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, suggerisce l’atto di fiducia dello stesso Paolo apostolo al termine della sua corsa: “so in chi ho messo la mia fiducia” (2 Tm 1,12).

Chi è chiamato al servizio di Dio, ma lo siamo tutti, si fida di Dio e della sua iniziativa ed è nel suo nome che getta le reti, come Pietro (cf. Gv 21,6).

 

 

 

 

 

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