SCHEDE DI LITURGIA

A CURA DI ANTONIO RAIA

 

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

 

Come nella precedente domenica del battesimo del Signore alle rive del Giordano, anche oggi protagonista è il Battista. Ma le sue parole profetiche sono come delle frecce puntate verso un bersaglio, sono come un segnale che ci orienta verso un’altra meta. E questa meta è il Cristo, l’agnello di Dio, colui che cancella il peccato di incredulità e di odio nel mondo.

Il brano della prima lettura di oggi, è tratto dal “Secondo Carme del Servo di Yahweh”, figura simbolica che incorpora in sé tutto il destino di un popolo e che, mediante il suo compito storico, rivela Dio come salvatore e come liberatore. Il compito del Servo di Yahweh non riguarda solo il ritorno e la liberazione dei profughi ebrei da Babilonia, ma acquista una dimensione di liberazione che va ben oltre Israele, una dimensione universale.
I Giudei stanno tornando in patria ed il profeta annuncia la liberazione che non sarà compiuta per mezzo di un potente re, ma per mezzo di un servo, che sarà luce delle nazioni e porterà la salvezza di Dio fino alle estremità della terra. Questo servo non può che essere Gesù liberatore e salvatore del mondo.

Corinto nel I secolo era la capitale della Grecia con circa 500 mila abitanti. Era un grosso centro commerciale e di corruzione morale dove regnavano criminalità e libertinaggio; ma proprio per questo, poiché si trattava di un grande centro, un porto famoso e molto popolato, uno dei centri più cosmopoliti, facilmente di qui si poteva irradiare il vangelo.
Nel brano di oggi Paolo saluta i cristiani di Corinto e si presenta come “Apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio” chiamato da Lui direttamente, non eletto da altri uomini. Egli vede in quella comunità locale la Chiesa di Dio e nei suoi membri dei chiamati alla santità. La santità dei cristiani è dono di Dio. Dono che deve essere costantemente confermato e che però può essere tradito.

Il brano del vangelo ci fa ascoltare la testimonianza di Giovanni Battista su Gesù, cioè le parole che il profeta pronuncia alla presenza di Gesù rievocando il momento in cui egli Lo battezzò nel Giordano. Il battista annuncia che Gesù è l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, ed è proprio questo fatto che ci permette di essere salvati. Gesù è l'Agnello di Dio, in quanto, Egli è il sacrificio che paga la condanna per il nostro peccato, provvedendo per noi la salvezza.
Finché noi siamo coperti con i nostri peccati, non c'è perdono, né possiamo entrare nella presenza di Dio. È impossibile per noi riuscire a togliere i nostri peccati con le nostre forze, abbiamo bisogno di un Salvatore. E infatti, il messaggio centrale del vangelo di oggi è proprio questo annuncio, che Gesù è venuto come Salvatore dei peccatori, per togliere i peccati e donarci la salvezza. Tutte le benedizioni terrene di Dio, per quanto possono essere grandi, non valgono niente se uno non ha la salvezza. Perciò, la salvezza è il dono più grande, che trasforma la vita e l’eternità. Ecco perché il ruolo più importante di Gesù è quello di Salvatore.
Gesù attua questo suo ruolo esclusivo caricandosi dei nostri peccati e li porta alla croce. Con il suo sacrificio, fatto una volta per sempre, Gesù ha tolto i peccati di tutti coloro che Lo invocheranno per la salvezza in tutta la storia. Egli toglie i peccati totalmente, al punto che Dio ci guarda senza peccato, per mezzo della giustizia di Cristo.




 

 

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