I DOMENICA DI QUARESIMA
Con
il mercoledì delle Ceneri è iniziata la quaresima, un tempo
importante che la Chiesa ci offre per valorizzare e meglio sfruttare
le occasioni che il Signore ci dona per migliorarci, per rinnovarci
e convertirci a Lui.
La quaresima è un cammino strutturato sulla tipologia biblica dei 40
giorni di Mosè al Sinai, dei 40 anni di Israele nel deserto, dei 40
giorni di Gesù digiunante nel deserto prima di iniziare il suo
ministero pubblico. Il numero 40 nella Bibbia simboleggia un tempo
lungo di penitenza e di preparazione.
Il racconto della prima lettura di Genesi è un racconto mitico, cioè
presenta una realtà che si ripete sempre, che avviene abitualmente,
a differenza del racconto storico che indica un avvenimento successo
una volta, cioè un evento irripetibile che in quel modo non si
ripete mai più. Il mito non parla di fatti storici nel senso che
sono databili e collocabili nel tempo e nello spazio, ma di
atteggiamenti profondi che si ripetono sempre. Ora, dire che il
peccato originale ce l’hanno tutti, e dire che quello è un racconto
mitico, è la stessa cosa: il mito universalizza quel fatto
particolare. Questo è proprio l’intento dell’autore, cioè quello di
dare all’episodio una valenza universale. Quindi, nel racconto di
Genesi vengono presentate delle scene che riguardano i modelli
originali della nostra vita, che ci spiegano il senso della nostra
vita.
Il piano di Satana era quello di indurre i nostri progenitori a
peccare per separarli così tra loro e da Dio. La sua tattica
consistette nel discutere con Eva quando la trovò da sola (quando si
è tentati, l’essere soli è un grande svantaggio). Satana tentò Eva
affinché, per mezzo suo, potesse tentare Adamo, questa la sua
tattica, cioè tentare per mezzo di gente che non sospettiamo
minimamente. Chiedendo ad Eva se era peccato o no mangiare
dell’albero proibito, pose una domanda che sembrava innocente, ma
che indusse Eva ad iniziare un timido interloquio con il tentatore.
Questa fu la debolezza di Eva, l’avventurarsi a discutere col
serpente.
Il tentatore promise loro dei vantaggi dal cibarsi di questo frutto,
cercò di renderli insoddisfatti del loro stato presente, dovevano
desiderare altro. Egli li indusse a cercare qualcosa di meglio e
cioè ad essere dei. Ancora oggi il demonio conduce la gente
suggerendo pensieri sbagliati su Dio e la falsa speranza di ottenere
vantaggi peccando.
Adamo ed Eva mangiando dell’albero della conoscenza, dimostrarono un
disprezzo dei doni di Dio, il loro peccato fu, con una parola sola,
disobbedienza. L’uomo, dunque, non nasce con una natura corrotta, ma
con il libero arbitrio: subito si rivoltò contro Dio e condusse
tutta la sua posterità nel peccato e nella rovina. Quando fu troppo
tardi, Adamo ed Eva si resero conto della follia di aver mangiato il
frutto proibito. Essi videro la felicità da cui decaddero e la
miseria in cui caddero. Il peccato porta scompiglio dovunque entra e
distrugge ogni cosa buona.
Paolo, nella Lettera ai Romani, ci presenta Adamo quale segno
dell’umanità sotto il potere del peccato e, Cristo, quale capo di
un’umanità trasformata dalla salvezza.
La legge contribuisce a far abbondare il peccato nella coscienza
degli uomini e Paolo vuol far notare che chi crede in Gesù Cristo
viene giustificato. La “giustificazione” è la buona relazione con
Dio. Ecco quindi che: come Adamo con il peccato ha introdotto nel
mondo il male e la morte, così invece Cristo, con un atto di
giustizia, e cioè di obbedienza, ha introdotto nel mondo la grazia,
la vita ed il riscatto del peccato iniziale rendendo salvi coloro
che hanno la fede.
Le tre tentazioni di Gesù non sono situazione uniche e irripetibili,
ma sono le nostre tentazioni di ogni giorno.
La prima tentazione, quella delle pietre che diventano pani, è
quella di pensare solo alla materialità, al benessere, a se stessi,
ad avere la pancia piena.
La seconda tentazione, quella simboleggiata dal tentatore nel volo
dal pinnacolo, è quella di una religione magica, pubblicitaria, da
star dello spettacolo.
La terza tentazione è quella di sostituire Dio con il potere, la
ricchezza, l’autorità e rendere tutto ciò la nostra massima
aspirazione; è quella che inevitabilmente porta a dimenticare Dio.
Gesù però sa replicare a Satana, infatti, alla triplice tentazione
diabolica risponde, in contrappunto, con una triplice citazione
della Bibbia: «Sta scritto».
Egli si oppone con l’arma della Parola di Dio, non usa nessuna
parola sua ma solo quella scritta nella Bibbia. Anche noi, che
camminiamo in questo mondo pieno di provocazioni per il benessere,
del successo e del potere, dobbiamo avere come guida la Parola di
Dio.
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