SCHEDE DI LITURGIA

A CURA DI ANTONIO RAIA

 

I DOMENICA DI QUARESIMA

 

Con il mercoledì delle Ceneri è iniziata la quaresima, un tempo importante che la Chiesa ci offre per valorizzare e meglio sfruttare le occasioni che il Signore ci dona per migliorarci, per rinnovarci e convertirci a Lui.
La quaresima è un cammino strutturato sulla tipologia biblica dei 40 giorni di Mosè al Sinai, dei 40 anni di Israele nel deserto, dei 40 giorni di Gesù digiunante nel deserto prima di iniziare il suo ministero pubblico. Il numero 40 nella Bibbia simboleggia un tempo lungo di penitenza e di preparazione.

Il racconto della prima lettura di Genesi è un racconto mitico, cioè presenta una realtà che si ripete sempre, che avviene abitualmente, a differenza del racconto storico che indica un avvenimento successo una volta, cioè un evento irripetibile che in quel modo non si ripete mai più. Il mito non parla di fatti storici nel senso che sono databili e collocabili nel tempo e nello spazio, ma di atteggiamenti profondi che si ripetono sempre. Ora, dire che il peccato originale ce l’hanno tutti, e dire che quello è un racconto mitico, è la stessa cosa: il mito universalizza quel fatto particolare. Questo è proprio l’intento dell’autore, cioè quello di dare all’episodio una valenza universale. Quindi, nel racconto di Genesi vengono presentate delle scene che riguardano i modelli originali della nostra vita, che ci spiegano il senso della nostra vita.
Il piano di Satana era quello di indurre i nostri progenitori a peccare per separarli così tra loro e da Dio. La sua tattica consistette nel discutere con Eva quando la trovò da sola (quando si è tentati, l’essere soli è un grande svantaggio). Satana tentò Eva affinché, per mezzo suo, potesse tentare Adamo, questa la sua tattica, cioè tentare per mezzo di gente che non sospettiamo minimamente. Chiedendo ad Eva se era peccato o no mangiare dell’albero proibito, pose una domanda che sembrava innocente, ma che indusse Eva ad iniziare un timido interloquio con il tentatore. Questa fu la debolezza di Eva, l’avventurarsi a discutere col serpente.
Il tentatore promise loro dei vantaggi dal cibarsi di questo frutto, cercò di renderli insoddisfatti del loro stato presente, dovevano desiderare altro. Egli li indusse a cercare qualcosa di meglio e cioè ad essere dei. Ancora oggi il demonio conduce la gente suggerendo pensieri sbagliati su Dio e la falsa speranza di ottenere vantaggi peccando.
Adamo ed Eva mangiando dell’albero della conoscenza, dimostrarono un disprezzo dei doni di Dio, il loro peccato fu, con una parola sola, disobbedienza. L’uomo, dunque, non nasce con una natura corrotta, ma con il libero arbitrio: subito si rivoltò contro Dio e condusse tutta la sua posterità nel peccato e nella rovina. Quando fu troppo tardi, Adamo ed Eva si resero conto della follia di aver mangiato il frutto proibito. Essi videro la felicità da cui decaddero e la miseria in cui caddero. Il peccato porta scompiglio dovunque entra e distrugge ogni cosa buona.

Paolo, nella Lettera ai Romani, ci presenta Adamo quale segno dell’umanità sotto il potere del peccato e, Cristo, quale capo di un’umanità trasformata dalla salvezza.
La legge contribuisce a far abbondare il peccato nella coscienza degli uomini e Paolo vuol far notare che chi crede in Gesù Cristo viene giustificato. La “giustificazione” è la buona relazione con Dio. Ecco quindi che: come Adamo con il peccato ha introdotto nel mondo il male e la morte, così invece Cristo, con un atto di giustizia, e cioè di obbedienza, ha introdotto nel mondo la grazia, la vita ed il riscatto del peccato iniziale rendendo salvi coloro che hanno la fede.

Le tre tentazioni di Gesù non sono situazione uniche e irripetibili, ma sono le nostre tentazioni di ogni giorno.
La prima tentazione, quella delle pietre che diventano pani, è quella di pensare solo alla materialità, al benessere, a se stessi, ad avere la pancia piena.
La seconda tentazione, quella simboleggiata dal tentatore nel volo dal pinnacolo, è quella di una religione magica, pubblicitaria, da star dello spettacolo.
La terza tentazione è quella di sostituire Dio con il potere, la ricchezza, l’autorità e rendere tutto ciò la nostra massima aspirazione; è quella che inevitabilmente porta a dimenticare Dio.
Gesù però sa replicare a Satana, infatti, alla triplice tentazione diabolica risponde, in contrappunto, con una triplice citazione della Bibbia: «Sta scritto».
Egli si oppone con l’arma della Parola di Dio, non usa nessuna parola sua ma solo quella scritta nella Bibbia. Anche noi, che camminiamo in questo mondo pieno di provocazioni per il benessere, del successo e del potere, dobbiamo avere come guida la Parola di Dio.





 

 

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