SCHEDE DI LITURGIA

A CURA DI ANTONIO RAIA

 

DOMENICA DELLE PALME

 

Questa domenica apre la “Settimana Santa”. Oggi il colore dei paramenti sacri è il rosso, il colore del sangue, del dono che Dio ci ha fatto donando la vita per noi, un colore simbolo di amore e di passione.

Nella prima lettura appare subito la figura di un personaggio misterioso, in cui la tradizione giudaica e cristiana vedrà i lineamenti del Messia. In questo terzo canto del Servo di Yahweh, il profeta, che parla in tono autobiografico, descrive le conseguenze della propria vocazione, l’esperienza interiore di fronte alle crescenti difficoltà incontrate nel suo ministero. Durante l’esilio a Babilonia il profeta ridà coraggio ai deportati e annuncia loro la salvezza intravedendo la liberazione finale ad opera di un servo che accetterà, per amore, l’incomprensione e la persecuzione.

La seconda lettura è l’Inno a Cristo che Paolo compone nella lettera da lui indirizzata alla Chiesa greca di Filippi. Il soggetto principale dell’inno è Cristo, la vicenda che ha vissuto, che è stata uno sprofondarsi nel baratro della miseria e del vuoto: spogliarsi, umiliarsi, morire, essere crocifisso, tutto questo rappresenta la sua discesa agli inferi.
Nell’Inno riappare la parola “Servo” ma qui rappresenta l’oscura e miserabile condizione dello schiavo calpestato. Ma questo non è un destino che rimale bloccato e che ti conduce alla morte, perché Dio ha esaltato Gesù, lo ha proclamato “Signore” davanti al mondo intero con la risurrezione e l’ascensione.

Nel Vangelo secondo Matteo Cristo non è travolto dagli eventi, pur essendo lui il servo, che vive le ultime ore della sua vita in un crescendo di umiliazione e di sofferenza. Ma Gesù si presenta come Signore, e non oppone violenza alla violenza ma sceglie la via dell’umiltà cioè delle Scritture; riconosce infatti in questa via la volontà del Padre.
Matteo presenta Gesù come il realizzatore delle promesse delle Scritture, fa riferimento infatti più volte ai testi sacri. Solo dopo aver percorso la via dell’umiltà apparirà sulle nubi del cielo dotato di ogni potere in cielo e sulla terra. Gesù realizza compiutamente, pur incompreso, le attese messianiche del popolo di Israele, giungendo così alla fine di un periodo per inaugurarne uno nuovo, la nuova alleanza.
Il velo del tempio che si squarcia esprime questa spaccatura definitiva nel tempo, e la fede del centurione pagano è presentata in contrasto con la incredulità dei Giudei. Le nazioni entrano nel Regno nel momento in cui Israele ne esce.
La scena del Getsemani ci mostra la piena umanità di Gesù: va verso la morte con timore, cerca la compagnia degli uomini, sente incombere su di sé la lontananza di Dio. Questa scena conferma il suo insegnamento: egli ricorre alla preghiera della quale aveva tanto parlato, radicando nella loro mente la necessità di accettare la volontà del Padre.
Il calice che deve bere è la morte che deve subire. Nella sua preghiera Gesù accetta pienamente la volontà del Padre. Inoltre egli ricorda ai discepoli la necessità di vegliare e di pregare per non cadere nella tentazione; tentazione che si identifica nel separarsi da Dio allontanandosi dalla sua volontà; non accettarla, rifiutare il calice amaro, e la morte.

 

 

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