IL TEMPO DI AVVENTO
Il
tempo di Avvento è un periodo di quattro settimane che ogni anno
apre il ciclo delle celebrazioni del mistero di Cristo. L’Avvento
(dal latino = venuta), è il periodo che prepara al Natale (ma non
solo) e che culmina nei giorni che vanno dal 17 al 24 dicembre.
Questo nuovo tempo liturgico, incomincia con i primi vespri della
domenica che cade il 30 novembre (o nella domenica più vicina a
questa data) e termina con i Vespri prima di Natale.
La prima parte del tempo di Avvento (29 nov. - 16 dic.), è orientata
all’annunciazione della venuta gloriosa di Cristo; la seconda (a
partire dal 17 dicembre), è concentrata sulla nascita del figlio di
Dio, sull’incarnazione del Verbo.
In questo periodo liturgico il colore dei paramenti sacri è il
viola, colore usato per indicare un tempo di preparazione, di attesa
dell’abbraccio del Signore. “Attendere”, ha infatti il significato
di “ad - tendere”, “tendere a…”, indica quindi “una tensione verso”,
“un’attenzione rivolta a…”, un movimento centrifugo dello spirito in
direzione di un altro, di un futuro. Indica un cammino oltre se
stessi, al di là del proprio io, del proprio egoismo e
autosufficienza: è l’attesa della venuta del Signore.
L’attesa ha un preciso carattere dinamico per cui chi fa attenzione
è colui che è teso verso qualcosa o qualcuno. L’attesa, a sua volta,
è in diretto rapporto con la pazienza: l’arte o la capacità di
vivere l’incompiuto, di vivere la possibilità e la frammentazione
del presente senza disperare. È anche la capacità di superare le
delusioni, vincere lo sconforto del tempo che sembra passare
inesorabile e invano; è la perseveranza nella propria fede e si
fonda sulla certezza della vittoria del bene sul male e sulla
assoluta e dimostrata fedeltà di Dio, “il Fedele” il nostro “Amen”.
L’attesa del Signore porta il cristiano a disciplinare il proprio
desiderio, a imparare a desiderare, a frapporre una distanza tra sé
e gli oggetti desiderati, a passare da un atteggiamento di consumo a
uno di condivisione e di comunione, a un atteggiamento eucaristico e
cioè di ringraziamento.
L’attesa è anche pazienza è attenzione al tempo dell’altro, ai suoi
tempi di crescita, di maturazione; è sempre indirizzata verso
l’altro, è elemento di relazione, di incontro ed esprime l’amore che
si ha verso gli altri.
Attesa, pazienza, perseveranza e vigilanza sono qualità
indispensabili, necessarie per ogni cristiano; esse sono sorrette
dalla promessa della risurrezione guadagnata per noi da Cristo e
proprio per questo esse devono essere sempre accompagnate dalla
gioia, la grande caratteristica del cristiano, termometro e
testimonianza della nostra fede e quindi un nostro preciso compito,
un dovere. La speranza è gioia perché è attesa della promessa,
attesa della festa, della realizzazione di ciò che più di ogni altra
cosa ci può dare la felicità: la vita con Dio.
Questo tempo di attesa è anche il tempo della preghiera; una
preghiera attiva, dinamica, operante, che va oltre a quella espressa
con le sole parole. La preghiera infatti non consiste nel dire tante
parole; la preghiera verbosa infatti non lascia spazio a Dio:
rischia di eliminare un ingrediente che viceversa è essenziale della
preghiera: l’ascolto di Dio.
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