SCHEDE DI LITURGIA

A CURA DI ANTONIO RAIA

 

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

 

Il sacrificio di Melchisedek, l'istituzione dell'Eucaristia e la moltiplicazione dei pani: è questo il suggestivo trittico che ci presenta la liturgia della Parola nell’odierna solennità del Corpus Domini (Corpo del Signore).

È una solennità che inizia il giovedì successivo alla solennità della Santissima Trinità. Nella nostra città, la celebrazione è presieduta dall’Arcivescovo, si svolge nella Cattedrale con la presenza di tutto il presbiterio per poi concludersi con la processione tradizionale dove si porta in processione, racchiusa in un ostensorio, un’Ostia consacrata ed esposta alla pubblica adorazione. Attraverso la processione per le strade della nostra città, accanto ai palazzi ove la gente vive, gioisce, soffre; in mezzo ai negozi dove si svolge l’attività quotidiana, vogliamo con umile fierezza manifestare pubblicamente la nostra fede in questo Sacramento facendo salire verso di Lui i nostri canti e le nostre suppliche.

 

La prima lettura, brevissima ma di grande rilievo, è tratta dal Libro della Genesi. Ci narra di Melchisedek, “re di Salem” (futura Gerusalemme di Davide) e “sacerdote del Dio altissimo”, il quale benedisse Abramo capostipite del popolo eletto e “offrì pane e vino”.

Melchisedek è simbolo del sacerdozio umano, tanto da poter benedire lo stesso Abramo. Nella figura e nel gesto di Melchisedek, la rilettura cristiana vede il primo annuncio dell’Eucaristia, quel pane e vino messi davanti ad Abramo sono segno tangibile della benedizione di Dio che riposa su di lui. Gesù sceglie lo stesso simbolo.

 

Al centro del trittico della liturgia della Parola, c’è l’istituzione dell’Eucaristia. San Paolo, nella prima Lettera ai Corinzi, appellandosi alla tradizione, rievoca in qualche modo quello che è il contenuto della prima lettura, aggiungendo: “ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga”.

Ora, se Paolo dice “Ogni volta”, significa che anche oggi, noi, celebrando l’Eucaristia, annunziamo la morte redentrice di Cristo e ravviviamo nel nostro cuore la speranza dell’incontro definitivo con Lui. 

Il giorno prima della sua morte in croce, Cristo istituì nel Cenacolo l’Eucaristia. Offrì anch’egli pane e vino, che diventarono il suo Corpo e il suo Sangue, offerti in sacrificio. Ecco dunque il compimento della profezia dell’antica alleanza, legata all’offerta sacrificale di Melchisedek.

 

Il racconto evangelico della moltiplicazione dei pani completa il trittico eucaristico. Nel contesto liturgico del Corpus Domini, Luca ci aiuta a comprendere il dono e il mistero dell’Eucaristia. 

“Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste”.

Luca osserva che “Tutti” mangiarono a sazietà e avanzarono addirittura dodici ceste. È uno dei più grandi prodigi operati da Gesù, perché esso continua nella storia attraverso la Chiesa,  che non cessa di spezzare e di distribuire il Pane eucaristico di generazione in generazione.

 

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