SCHEDE DI LITURGIA

A CURA DI ANTONIO RAIA

 

III DOMENICA DI AVVENTO

 

 

Nella tradizione liturgica, la III domenica di Avvento ha un carattere gioioso (domenica Gaudete) che si riflette nelle prime due letture: Prorompi in grida di gioia, o figlia di Sion! Alza grida d'esultanza, o Israele! Rallègrati ed esulta con tutto il cuore, o figlia di Gerusalemme!” (Sof 3,14); Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi” (Fil 4,4). Anche il vangelo, con l’annuncio della buona notizia al popolo da parte di Giovanni Battista si unisce a questa gioia.

 

La prima lettura del profeta Sofonia è piena di immagini grandiose. Gli abitanti di Gerusalemme si riversano per le strade dando vita a una grande festa, tutti gridano la propria gioia, esultano con danze e tamburelli per festeggiare il fatto che Dio governa le loro vite, si festeggia l’amore, il momento in cui Dio salva il suo popolo. Israele si è ormai purificato dalla sua superbia, le condanne e le accuse che Dio aveva mosso contro il suo popolo sono revocate: “il Signore ha revocato le sue condanne contro di te, ha scacciato il tuo nemico, la sua guerra contro la sua gente è terminata: “si acqueterà nel suo amore”, il grido di guerra si è placato. Non c’è più bisogno che le mani di Giuda si indeboliscano, cioè che siano paralizzate dalla paura, Sion non deve più temere alcun danno, né il giudizio devastante, Dio ha posto termine al conflitto con il suo popolo ed ora desidera la sua salvezza.

 

La lettera ai Filippesi è anch’essa nel segno della gioia, ripetutamente attestata e tematizzata nell’essere lieti perché il Signore è vicino. San Paolo ci esorta a rallegrarci sempre, anche quando le cose non vanno troppo bene, perché al di sopra di tutte le nostre angustie c’è Dio, il quale è sempre vicino a noi e che verrà presto a liberarci da ogni prova e da ogni sollecitudine. San Paolo ci esorta a saper leggere negli avvenimenti questa presenza di Dio, egli da prigioniero ha ricevuto il soccorso di Dio e quello dei cristiani di Filippi. La vicinanza del Signore è una presenza di Dio nella nostra vita di ogni giorno, fino al compiersi della Parusia. Vivendo in questa vicinanza, possiamo vivere nella pace, nella preghiera, nella gioia.

 

Il Vangelo ci parla ancora del Battista, al quale le folle si rivolgono chiedendogli “Che cosa dobbiamo fare?”, a ciascuno: la folla, i pubblicani, i soldati, il Battista offre una risposta adeguata, cioè il compartire ciò che si ha. Giovanni non chiede al soldato di non combattere o al pubblicano di non esigere le tasse, ma piuttosto di non macchiarsi di crimini aggiuntivi. A tutti Giovanni da una risposta che è quella della condivisione: “Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”. Così facendo, Giovanni impone un comportamento che sia segno di conversione: non essere egoisti, non approfittare della propria professione per arricchirsi ingiustamente. Questa domanda dunque, è molto importante perché implica un cambiamento totale del nostro modo di agire. Chiedere questo a Giovanni vuol dire iniziare un cammino di conversione.

 

 

 

 

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