SCHEDE DI LITURGIA

A CURA DI ANTONIO RAIA

 

II DOMENICA DOPO NATALE

 

 

La liturgia di questa seconda Domenica dopo la solennità del Natale ci propone ancora una volta il tema dell’Incarnazione. Attraverso le letture vedremo che il filo conduttore è proprio il Verbo che si fa carne.

 

La prima lettura ci presenta la sapienza personificata che loda se stessa. L’autore, Ben Sira, identifica la sapienza con la Torah, dunque con l’evento della rivelazione. La Sapienza è uscita dalla bocca dell’Altissimo e abita presso di lui; Dio l’ha mandata in mezzo al suo popolo perché vi abiti per sempre. Il Nuovo Testamento identifica la sapienza divina col Verbo di Dio fatto carne nel quale abita la pienezza della divinità. Per questo il cristianesimo è l’incarnazione, la presenza personale di Dio in mezzo agli uomini.

 

La seconda lettura tratta dalla Lettera agli Efesini ci presenta un grande affresco della storia della creazione e della salvezza. E’ un inno di ringraziamento che Paolo rivolge al Padre per l’opera della salvezza realizzata da Cristo. Infatti, per il mistero dell’Incarnazione e della Redenzione noi siamo resi, in Cristo, figli di Dio. S. Paolo prorompe dunque in un inno di gioia e di benedizione per questo dono ineffabile, gratuitamente offertoci dalla misericordia divina. In Cristo ogni uomo è chiamato alla santità. Per questo motivo l’Apostolo rende grazie per la corrispondenza della comunità cristiana di Efeso e prega affinché cresca nell’amore di Dio e nell’obbedienza alla sua volontà cioè quella di essere santi e immacolati nella carità.

 

Il testo evangelico ci ripropone il prologo di Giovanni, più volte proclamato nelle festività natalizie. Gesù è dunque la Parola per mezzo della quale tutto è stato fatto, con la sua venuta, Dio si rivela all’interno della storia di ognuno di noi. Dio aveva rivelato il suo eterno potere per mezzo della creazione, aveva inviato i suoi profeti, ma nonostante ciò era rimasto un mistero invisibile. Ad un certo punto Dio si è rivelato in Gesù di Nazaret, il quale ha rotto il silenzio di Dio. Se il Verbo fosse rimasto il Verbo, sarebbe rimasto misterioso quanto è misterioso il Padre, ma siccome il Verbo si è fatto carne, è diventato visibile, ascoltabile, toccabile. Attraverso l’incarnazione, il mistero di Dio invisibile è diventato visibile. Se viene meno l’umanità di Gesù non riesco più a vedere Dio, perché dio è essenzialmente invisibile. Ma nel momento in cui Dio si è fatto carne, allora attraverso la carne di Gesù vedo l’amore di Dio, perché nella vita di Gesù il mistero di Dio è rivelato come amore. Gesù ha introdotto i credenti dentro al mistero della sua filiazione divina; a quelli che credono in lui ha dato il potere di diventare figli di Dio. Dobbiamo dunque essere attenti alle parole, alle manifestazioni di Dio perché Egli si rivela nei grandi eventi della storia, ma anche nella nostra piccola vita quotidiana.

 

 

 

 

 

 

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