SCHEDE DI LITURGIA

A CURA DI ANTONIO RAIA

 

I DOMENICA DI QUARESIMA

 

 

Con il mercoledì delle ceneri, si è aperto un nuovo cammino verso la Pasqua. Il Tempo di Quaresima è un tempo di ascolto della parola, tempo di intensificazione del dialogo con Dio, tempo di conversione, di ritorno a lui.

 

La prima lettura di oggi riporta l’antico e solenne “credo” del popolo d’Israele. Questo popolo, per tenere viva la memoria delle meraviglie operate dal Signore, specialmente nell’esodo, è chiamato a scandire la sua esistenza con una professione di fede. Il credo ricorda il valore del memoriale nel culto, mette in risalto la confessione di fede che l’ebreo pronunciava mentre presentava nel tempio le offerte dei frutti della terra. Quel pane che la terra ha offerto potrà essere mangiato solo dopo che l’ebreo ha raccontato con la sua bocca, nel contesto di una liturgia di ringraziamento, la storia di quel pane. Una possibile tentazione è quella di rimuovere dalla memoria le meraviglie che il Signore ha operato e allontanarsi da lui.

 

Nella seconda lettura, Paolo esorta le comunità di Roma a riconoscere nella Pasqua di Cristo il fondamento e il centro della vita cristiana. La professione di fede del nuovo popolo di Dio consiste nel riconoscimento della signoria di Cristo sull’uomo, sull’universo e sulla storia. Riconoscimento che implica il cuore e la bocca, ossia tutto l’uomo nella sua apertura di fede, nelle sue decisioni, nella sua testimonianza.

 

Nel vangelo di Luca, vengono riassunte le tre tentazioni di Gesù come ogni specie di tentazione, vale a dire che Gesù ha affrontato e vinto tutte le battaglie che i figli di Dio devono sostenere contro il diavolo.

La prima tentazione: “di’ a questa pietra che diventi pane”. In questa tentazione non si tratta semplicemente di sfamare la fame con un pane, ma di usare la potenza di Dio a proprio vantaggio. Questa tentazione è quella della ricerca dei soli beni materiali, i soldi. È la tentazione della nostra vita, assicurarci il pane prima di tutto. Diciamo ai nostri figli: studia e assicurati un avvenire, questo è ciò che importa, per prima cosa mangiare ed avere denaro; vivere. Ma Gesù risponde: “non di solo pane vivrà l’uomo”, anzi, in altra pagina dice: “cercate prima il regno di Dio e fate la sua volontà, il resto vi sarà dato in sovrappiù”.

La seconda tentazione è quella del potere, degli idoli, la volontà di dominio a cui molti tendono e che talvolta si impone anche con la forza: una via efficace e risolutiva ma che passa necessariamente attraverso l’adorazione di satana.

La terza tentazione è a Gerusalemme. Il demonio conduce Gesù a Gerusalemme, sul punto più alto del tempio e gli dice: “Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano; e anche: Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”. Con una citazione del Salmo 90, il diavolo ricorda a Gesù che, in quanto Figlio di Dio, ha il diritto di essere salvato dalla morte e da ogni pericolo; Dio stesso ha solennemente promesso il suo aiuto a chi confida in lui. La tentazione è sottile perché nasce da una lettura della Scrittura stessa e quindi si nasconde nei panni della religione. Tanto più preziosa è la risposta di Gesù: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”.

In realtà il demonio sta dicendo a Gesù di buttarsi dal pinnacolo del tempio altrimenti nessuno gli farà mai caso in quanto figlio di un falegname che conduce una vita precaria e grigia. Gli sta dicendo di fare una cosa spettacolare, di salire al tempio quando l’atrio è pieno e di buttarsi giù, così gli angeli lo prenderanno e tutto il mondo rimarrà a bocca aperta dicendo: il Messia è arrivato. È la tentazione  di chiedere miracoli, quella di non accettare la propria realtà. Perché accettare questa vita grigia, fatta di sudore e di lavoro? Questa è la tentazione che abbiamo noi nella nostra carne: quella del successo, quella di essere una star, quella di trionfare, quella di non accettare la nostra realtà esistenziale che Dio ci ha dato.

Anche Israele ebbe queste tentazioni, di assicurarsi il pane: voleva manna e poi di più, la carne. Volevano ritornare a mangiare gli agli e le cipolle in Egitto, non volevano più il pane del deserto, non volevano più camminare, non accettavano la realtà che Dio gli stava dando e chiedono miracoli: l’acqua ora, in questo momento. Questa è la nostra tentazione: voler dominare tutto, sapere tutto: volere l’acqua ora, non domani e chiediamo miracoli a Dio, vogliamo usare la sua potenza a nostro vantaggio invece di resistere alle tentazioni.

Un mezzo eccellente per combatterle è quello di opporre ad esse le parole della sacra Scrittura, che traggono dalla loro origine una forza divina. Per questo è necessario conoscere bene la sacra Scrittura, leggerla e meditarla.

Infine Luca dice: “Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato”. Il tempo fissato è il tempo della passione perché in quel momento Gesù deve ancora fare l’ultima e definitiva scelta: fidarsi di Dio nella morte. È la fede piena, continuare a fidarsi di Dio quando viene portata via la vita. Questa è l’ultima prova.

 

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