SCHEDE DI LITURGIA

A CURA DI ANTONIO RAIA

 

 

Iª DOMENICA DI QUARESIMA

“Pongo il mio arco sulle nubi”

 

 

La prima lettura di oggi si concentra in una sola parola, una sola immagine, quella dell’arcobaleno: “Dio disse: questo è il segno dell’alleanza, che io pongo tra me e voi e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future. Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell’alleanza tra me e la terra” (Gen 9,12-13).

L’arcobaleno è uno spettacolo meraviglioso, che lascia incantati a guardarlo, esso non è soltanto un simbolo della nostra esistenza, a volte segnata dal dolore della sofferenza che si addensa in nuvole nere sulla nostra testa, ma indica il dono della fede, offerto a tutti coloro che alzando il capo riconoscono l’esistenza del Dio dell’Alleanza, il Dio d’Amore che “ci consola con ogni consolazione nelle nostre tribolazioni, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione, con la consolazione con cui siamo noi stessi consolati da Dio” (2 Cor 1,4)

 

La parola “Alleanza”, oggi è piuttosto lontana dalla nostra mentalità, la sua comprensione profonda non viene più colta. Nella tradizione biblica, il termine indica la relazione che si stabilisce tra Dio e l’uomo.

Il “Patto” (dall’ebraico “berit”), sottolinea sia la libertà dei contraenti sia l’impegno che ne consegue. La parola alleanza appare sacra, intangibile fin dalle sue origini; rimanda alle grandi alleanze di Dio con i nostri padri nella fede: Abramo, Noè, Mosè, ecc..

 

Nel tempo di Quaresima, ascoltiamo più volte nelle letture bibliche la parola alleanza, è appunto il caso della Prima Domenica di Quaresima. In questo passo, appare chiara l’iniziativa di Dio di aprire un dialogo, di offrire un’alleanza: l’iniziativa parte da Dio.

È lui a rivolgersi al popolo, attraverso mediatori prescelti e a dire: <<Io stabilisco la mia alleanza con voi…>>.

A partire da Mosè viene evidenziato l’impegno, da parte del popolo, di assumere la legge come espressione di accoglienza dell’alleanza proposta da Dio (Es 24,3). Per il popolo di Dio pertanto, la legge fu sempre sacra.

Nelle diverse narrazioni dell’alleanza il popolo è chiamato a essere un contraente attivo, a porsi con responsabilità di fronte a una scelta. Così Giosuè chiede al popolo di decidere se intende stare dalla parte degli dei o del Dio vero che lo ha guidato e liberato, che è la roccia stabile su cui può poggiarsi (Gs 24, 15.23-24).

 

L’alleanza non è tanto un evento esteriore, ha a che fare con il cuore, con la parte più intima di noi stessi, con le scelte fondamentali della vita. Tali scelte, connotate da stabilità, contribuiscono a dare alla persona un senso di libertà interiore e sicurezza.

Noè e la sua famiglia, dopo essere scampati alle acque del diluvio, ha visto la giustizia di Dio che lo ha benedetto: <<Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra>> (Gen 9, 1-7).

Ma quale speranza sostiene Noè per ricominciare a vivere e investire nuove energie con la minaccia che il diluvio possa verificarsi ancora? Quale forza può sostenerci nelle preoccupazioni della nostra vita, quando tutto non ha più senso perché il dolore e la sofferenza, formano grandi nuvoloni neri sopra le nostre teste? Queste sono le preoccupazioni che si leggono tra le righe della pagina della Genesi con cui si apre la liturgia di questa I domenica di Quaresima.

 

Ed ecco il rasserenante messaggio: proprio quando sembra andarsene la luce della vita e tutto piomba nel buio del dolore e del non-senso, viene generata e manifestata, alla luce della fede, la ricchezza della vita, visibile solo allo sguardo che fissa Gesù.

E’ Lui “La Luce”, è Lui l’“Arco sulle nubi”, che non sta lassù, distaccato dalla terra, ma quaggiù, in mezzo a noi, assieme a noi nelle tempeste della vita.

 

www.parrocchiasantifilippoegiacomo.it