LA DONNA NEL TEMPO A CURA DI IRIS E LUCIA |
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Le donne raccontate dall'apostolo Paolo: Appia «Paolo, prigioniero di Cristo Gesù, e il fratello Timòteo al nostro caro collaboratore Filèmone, alla sorella Appia, ad Archippo nostro compagno d’armi e alla comunità che si raduna nella tua casa: grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo» (Fm 1,1-3).
C’è una nota simpatica all’inizio della lettera a Filemone: in questa lettera, unico caso nel Nuovo Testamento, Paolo fa il nome di una donna già nell’intestazione. La lettera infatti non è indirizzata soltanto a Filemone, come abitualmente si dice nel citarla, ma anche «alla sorella Appia», forse moglie di lui. Traduzione latine e siriache del testo greco aggiungono a questo nome l’appellativo di soror carissima, sottolineando ulteriormente il posto di rilievo occupato da questa donna all’interno della comunità. Annotazioni come queste danno ragione di quel “genio femminile” ribadito già da Giovanni Paolo II nella mulieris dignitatem: «La Chiesa ringrazia per tutte le manifestazioni del genio femminile apparse nel corso della storia, in mezzo a tutti i popoli e nazioni; ringrazia per tutti i carismi che lo Spirito Santo elargisce alle donne nella storia del Popolo di Dio, per tutte le vittorie che essa deve alla loro fede, speranza e carità: ringrazia per tutti i frutti della santità femminile». |
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