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Il Signore ci educa al bello Le basiliche paleocristiane
Costantino con l’editto di Milano del 313 sancì la piena libertà del culto cristiano entro i confini dell’Impero e la nascita della prima architettura cristiana di scala monumentale. Vinto Massenzio nella battaglia del Ponte Milvio nel 312, il nuovo Imperatore intraprese un vasto programma edilizio a Roma, a Milano, a Gerusalemme, a Betlemme e, infine, a Bisanzio, la città da lui stesso fondata nel 324 e destinata a diventare la seconda capitale dell’Impero. In particolare, a Roma Costantino fece erigere le più importanti basiliche cristiane, quali San Giovanni in Laterano, San Pietro in Vaticano, Santa Croce in Gerusalemme e, fuori dalle Mura Aureliane, i cimiteri coperti dedicati a San Lorenzo, San Sebastiano, Santi Marcellino e Pietro e, infine, Sant’Agnese. Il tipo edilizio che sembrò meglio adeguarsi alle nuove esigenze liturgiche del Cristianesimo fu la basilica, ossia l’antica aula polifunzionale destinata all’amministrazione della giustizia o all’esercizio degli affari; caratterizzata da un impianto rettangolare con tetto in legno, nel corso dei secoli si era evoluta in tipologie diverse: ne restano ancora importanti esempi, come le due grandi basiliche del Foro Romano. La basilica non fu mai usata nell’edilizia religiosa pagana: fu questo uno dei motivi fondamentali che ne decisero la scelta. Nel suo assetto tradizionale, la basilica paleocristiana presenta una pianta longitudinale divisa in tre o, talvolta, in cinque navate: la centrale, ampia ed alta, e’separata dalle altre per mezzo di archi o trabeazioni sostenuti da colonne di spoglio o da pilastri in laterizio. La copertura e’ a tetto, dal momento che le pareti sono in grado di resistere solo a spinte verticali. La navata doveva essere di forma oblunga, con l’estremità rivolta ad oriente, dove si apriva il catino absidale: l’intera zona, rialzata di tre gradini, accoglieva l’altare e la cattedra del vescovo, intorno alla quale trovavano posto gli scranni riservati ai presbiteri. Ai lati del coro, vi erano due amboni, da cui i lettori declamavano i passi delle Sacre Scritture verso l’aula. I diaconi, in piedi, vigilavano che ciascuno occupasse il proprio posto in silenzio. I laici erano sempre divisi a seconda del sesso o dell’età: in genere, alle donne erano riservate le navate laterali o, qualora la chiesa ne fosse stata dotata, le gallerie dette matronei, collocate al piano superiore delle navate laterali e comunicanti con la navata centrale attraverso una serie di aperture costituite da balconate ad archi e pilastri; gli uomini, invece, assistevano al rito dalla navata centrale. Ma la differenza sostanziale rispetto alla basilica classica era la differente prospettiva secondo cui era organizzato lo spazio interno basilicale: posto l’ingresso alla metà del lato breve (dove, in origine, era posta una concavità absidale corrispondente e simmetrica a quella del lato breve opposto, mentre l’ingresso si apriva sul lato lungo), lo sguardo del fedele che entrava nell’edificio era immediatamente proiettato verso il punto focale costituito dall’abside, accompagnato in questo percorso longitudinale verso l’altare dalla teoria dei colonnati trabeati che tagliano l’aula nelle lunghe navate. Una simile conformazione determina un forte slancio verso l’abside che, coperta in origine di una foglia di sfavillante oro o da mosaici, diventa il fulcro simbolico dell’intera costruzione. Nelle fondazioni di Costantino vi era un forte contrasto tra il semplice e rigoroso partito esterno in mattoni e lo splendore dei marmi, dei mosaici e degli arredi interni: segno dei tempi, che imponevano prudenza nella professione pubblica di fede cristiana, perfino da parte dello stesso Imperatore il quale, per riguardo nei confronti dell’aristocrazia romana fedele al culto pagano, edificava le basiliche su terreni di sua proprietà, in zone periferiche rispetto al tessuto urbano di Roma, e, soprattutto, si preoccupava di far apparire il meno possibile queste costruzioni all’esterno. Le basiliche cristiane a Roma. San Giovanni in Laterano è la più antica, fondata verso il 314, sorge sul colle del Celio, nell’area di un palazzo imperiale. Qui nel 65 l’imperatore Nerone aveva espropriato le ville delle famiglie dei Pisoni e dei Laterani, che avevano cospirato contro di lui. Le proprietà, unite in un unico palazzo, restarono per quasi tre secoli di proprietà imperiale. All’inizio del 4°secolo il palazzo fu scelto come residenza dall’imperatrice Fausta, moglie dell’imperatore Costantino. Fin dal II secolo una parte del palazzo era stata usata per erigere una caserma della guardia imperiale a cavallo. Costantino soppresse questo corpo militare che si era schierato con il rivale Massenzio e donò l’area al vescovo di Roma per costruirvi la sua sede e una basilica, inizialmente dedicata al Salvatore. San Giovanni fu sede del papa fino al 1309, quanto il papa si trasferì ad Avignone, in Francia. Al suo ritorno a Roma, nel 1377, fu San Pietro ad essere scelta come basilica papale. La basilica di Santa Maria delle Nevi (poi Santa Maria Maggiore) fu eretta nel 431, sui resti di un palazzo tardo-antico, forse quello della potente famiglia dei Neratii. San Pietro in Vaticano e San Paolo fuori le Mura sorsero sulle tombe dei due santi. Le Constitutiones Apostolicae, un antico testo liturgico del 4° secolo, descrivono le caratteristiche di una basilica cristiana: “ Per prima cosa sia il santuario di forma oblunga e rivolto verso Oriente…Nel mezzo, quindi, sia posto il seggio per il Vescovo e da una parte e dall’altra stiano i sacerdoti….Sotto la loro cura, in un’altra parte della chiesa, siedano i laici, ordinatamente e in silenzio; anche le donne, in una zona separata, siedano e assistano al rito. Nel mezzo, stando in un luogo più alto, il lettore legga i testi”. L’ orientamento delle pianta, quindi, si generalizza su un asse ovest (facciata) est (abside). Il documento molto antico, scritto da un orientale, riguarda la liturgia siriana. In esso si prescrive l’orientazione ad est in omaggio alla regola di pregare con il viso volto a oriente. In alcuni casi si seguono esigenze topografiche locali o si volgono gli edifici verso un punto stabilito come la tomba di un martire. Dal VIII secolo si afferma l’orientamento ad est e dopo il mille diventa una regola costante. Non sono queste le uniche indicazioni che ci sono state tramandate:
“Il vescovo non ha voluto che i fedeli imbrattino il santuario
entrandovi con i piedi sporchi e coperti di fango; per tal motivo ha
lasciato fra il tempio e il suo ingresso uno spazio ampio,
circondato da quattro portici colonnati.
Nel
mezzo di quest’atrio ha posto la fonte dell’acqua viva per le
purificazioni. Attraverso vestiboli egli aprì dei passaggi alla
chiesa e in faccia ai raggi del sole egli ricavò tre porte, di cui
quella centrale più alta e più larga. Per quanto riguarda l’aula
della basilica, egli qui impiegò i materiali più ricchi e preziosi.
Dopo avere così ultimato l’edificio, egli decorò con troni molto
elevati, in onore di coloro che presiedono il rito, e, inoltre, con
banchi disposti in bell’ordine per i fedeli. Infine, egli pose al
centro l’altare dei santi misteri e, affinché non fosse accessibile
alle folle, lo recinse con una barriera di legno intrecciato. Il
pavimento non fu trascurato, in quanto l’ornò con marmi di grande
bellezza.”
Come si vede i primi cristiani avevano il desiderio deciso di distinguersi, al massimo, dai costumi pagani circostanti. Nelle prime basiliche, nella loro distribuzione architettonica degli spazi , è ben evidente il preciso intento di fare dell’edificio religioso lo specchio della crescita dell’uomo nella fede. Nei primi secoli dell’epoca cristiana non era facile entrare nella comunità ecclesiale, chi desiderava ricevere il Battesimo doveva superare un periodo di preparazione detto catecumenato. Il catecumenato cominciava nel momento in cui il candidato si presentava ai catechisti e faceva iscrivere il suo nome in appositi elenchi tenuti dai diaconi. La preparazione durava tre anni. I catechisti preposti a questo compito, potevano essere diaconi o presbiteri, ma dal servizio non erano certamente esclusi i laici più dotati, come fu nel caso di Origene che dirigeva, per conto del vescovo di Alessandria, una vera e propria università di teologia ed esegesi biblica. Superato l'esame, prima ancora della recezione del sacramento, il catecumeno veniva già considerato come membro della comunità ecclesiale. Poteva già cominciare a prendere parte all'assemblea liturgica domenicale, anche se con alcune fondamentali limitazioni. Nella chiesa esistevano posti riservati ai catecumeni e separati dai fedeli; partecipavano solo alla liturgia della Parola ed erano ammessi ad ascoltare l'omelia, dopodiché venivano allontanati e dovevano attendere la fine della Messa in un vano separato dall'edificio religioso: il nartex, un' aula rettangolare posta di traverso rispetto l'asse della chiesa e addossata alla facciata.
In questo periodo di formazione un periodo molto forte era la Quaresima che precedeva il battesimo previsto per la notte di Pasqua. Il catecumeno partecipava a riunioni, catechesi quasi giornaliere, veglie di preghiera e digiuni di purificazione. Giovanni Crisostomo (4) , vescovo di Antiochia nel IV secolo, rivolgendosi agli electi della sua diocesi, conclude con parole di intenso lirismo, una di queste riunioni prebattesimali: "Già vi giunge un profumo di felicità, o eletti. Già voi cogliete i fiori mistici per intrecciarne corone celesti. Tempo di gioia e allegria quello che noi viviamo ! Ecco arrivato infatti l'oggetto del nostro desiderio e del nostro amore, i giorni delle nozze spirituali"
La notte di Pasqua!Battistero di Barcellona Solo a partire dal IV secolo, dopo la pace religiosa ottenuta con Costantino, nascono e si diffondono in tutto l'Impero Romano edifici progettati e costruiti appositamente per il rito battesimale. Il battistero, generalmente innalzato presso la basilica cattedrale, poteva essere costituito da un unico ambiente, oppure poteva disporre di vani dipendenti, la cui funzione, pur non essendo determinabile con certezza, sembra essere stata quella di accogliere i diversi riti e le molteplici fasi che componevano la cerimonia battesimale. I battezzandi, raccolti nel nartex all'estremo della basilica, passavano attraverso un ingresso in un'ampia aula chiamata catecumeneo, dove ricevevano le ultime catechesi e si preparavano spiritualmente all'incontro con il sacramento. Da lì, attraverso un portico esistente tra la chiesa ed il battistero, entravano in una grande sala d'attesa dotata di banconi addossati alle pareti, dove aspettavano il momento della cerimonia; quindi, giunto il loro turno, passavano in un piccolo locale, lo spogliatoio, dove deponevano le vesti, per poi entrare nel battistero ottagono in cui si sottoponevano all'esorcismo ed alla triplice immersione nella vasca battesimale a forma di croce . Una volta battezzati si recavano presso una absidiola dove era la cattedra episcopale per essere cresimati; quindi, rivestitisi con abiti bianchi, uscivano dal battistero ripercorrendo il portico in senso longitudinale ed erano ammessi nella basilica per partecipare all'eucarestia. Nei molti altri casi di battisteri scoperti dagli scavi archeologici, non è sempre possibile ricostruire questo suggestivo itinerario catecumenale, e ci si può limitare, al massimo, a segnalarne la varietà delle tipologie architettoniche che, talora assumono anche un certo grado di simbolismo mistico. Simbolismo che viene ancora più accentuato dalle decorazioni musive o dalle forme delle vasche battesimali. Queste, più o meno profonde a seconda se dovevano servire per l'immersione o l'infusione, e talvolta dotate di impianti di adduzione e deflusso delle acque, si possono presentare di foggia quadrata o rettangolare rievocando così la tomba di Cristo, le quattro parti del mondo, i quattro Vangeli o il tetragramma di Jahweh; nei casi di forma a croce è forte l'allegoria della morte del Redentore, che allude alla morte del peccato nel neofita; le vasche ottagone ed esagone propongono un linguaggio desunto dal mistero cosmico dell'Ogdoade - l'ottavo giorno - quello della Ricapitolazione e della Resurrezione finale.
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