LA CANTATRICE CALVA
Adoro il teatro! Soprattutto nelle calde sere d’estate.
Quando arriva l’atteso ristoro del refolo tra le voci saettanti
degli attori.
Al terzo atto de “La cantatrice calva” di Ionesco, il signor e la
signora Martin si incontrano per caso e non si riconoscono. Ma che
strane coincidenze! Dialogando scoprono di aver viaggiato proprio
sullo stesso treno, di abitare entrambi a Londra, addirittura nello
stesso appartamento, e di avere entrambi una figlioletta di due
anni, bionda che si chiama Alice. Curioso! Quindi il signor Martin
conclude : “Allora cara signora, io credo che non vi siano più
dubbi, noi ci siamo già visti e lei è la mia legittima sposa...” E
si abbracciano.
Surreale. Quanto surreale? Rivedo e riascolto immagini vissute o
raccontate. Soli sul divano due coniugi guardano davanti a loro: c’è
un bel televisore acceso con immagini e voci che non appartengono né
all’uno, né all’altra. Neppure a tavola, pur stando di fronte, si
guardano, intenti a spinare il pesce. E poi a letto, prima una, poi
l’altro, spengono la luce e la buonanotte si perde in un sogno
sfalsato. Il mattino dopo arriva perché ognuno riprenda in fretta la
sua strada.
Una barzelletta risaputa recita di un barista che presenta il conto
doppio ad un signore e poi, per scusarsi dell’equivoco di avergli
fatto pagare anche per la signora seduta accanto, si giustifica :
“Siccome ho notato che non parlavate, ho pensato che fosse sua
moglie!”.
Perché i coniugi Martin si sono alla fine a fatica riconosciuti?
Forse perché ad un certo punto si son fatti qualche domanda, proprio
quando, a ridosso del solco scavato dall’abitudine e dal silenzio,
l’indifferenza stava per diventare estraneità.
Dunque, cosa potrebbe succedere se davvero stasera i mariti e le
mogli provassero ad abbassare il volume della televisione, a non
mangiare a testa bassa o ad andare a letto alla stessa ora? Oppure a
mettere la sveglia un quarto d’ora prima? (Questo è davvero troppo!)
E cominciassero: “Signora, mi pare di averla già incontrata da
qualche parte…” “Anche a me signore!”…
Insomma guardandosi negli occhi potrebbero ricordare e ritrovare il
filo che forse avevano perso da qualche parte e RI-CONOSCERSI. E
riscoprire se ancora guardano nella stessa direzione, intesa come
meraviglioso progetto di vita. Insieme.
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