L'ANGOLO DI ANNARITA | ||
Il primo Natale di Luca Avrei voluto regalare a mio figlio uno di quei bavaglini con la scritta “Il mio primo Natale”, e ricamini e ghirigori natalizi. Non l’ho trovato della sua misura, i bavaglini di questo genere sono da neonato o giù di lì. Luca ha tre anni e mezzo, a rigor di logica questo è il suo quarto Natale. Ma non sempre i tempi del calendario coincidono con le età dell’esistenza. Circa un mese fa, con l’aiuto di libri e computer, ho spiegato a Luca cos’è un albero di Natale, gli ho raccontato la storia di Babbo Natale e di Gesù Bambino che è nato in una grotta. Suppongo che conoscesse l’albero di Natale, o magari anche no, in fondo non è mai uscito dall’istituto, e chissà se lì lo facevano. Certo un presepe non l’aveva mai visto. Non dimenticherò mai la sua espressione di incantato stupore quando ho acceso le luci del nostro, e l’interruttore della pompa dell’acqua. “Questa non si beve, vero, mamma?”, è stata la sua prima, logica deduzione. Quando per la strada un tizio vestito da Babbo Natale gli ha offerto una caramella, l’ha mostrata a tutti come un trofeo, dicendo con orgoglio che gliel’aveva data Babbo Natale in persona. I regali devono essergli sembrati troppi, saltellava tra le scatole, ma neanche gli interessava aprirle, frastornato com’era da tante attrazioni. Le luci, l’atmosfera di festa, gli amici, i tappi delle bottiglie di spumante che saltavano in aria, le candele accese sulle quali si diverte sempre a soffiare… Tutto nuovo e tutto straordinario, per lui. Basta così poco a rendere felice un bambino. E i sorrisi dei bambini più di ogni altra cosa rendono felici noi adulti.
Ancora una volta, il mio pensiero è corso ai suoi
piccoli amici che sono rimasti lì in istituto. Ed a tutti i bambini
che, esattamente come Luca fino ad un mese fa, non sanno chi è Babbo
Natale, e non hanno mai scartato un regalo. Questi bambini sono
molto più numerosi di quanto potremmo immaginare, ed anche se non
possiamo fare molto per loro, dovremmo almeno cercare di non
dimenticarli. |
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