L'ANGOLO DI ANNARITA

 

 Anche prendere l'Autobus è diventata una questione morale?

I tabelloni pubblicitari in genere reclamizzano un bene di consumo. Non mi viene in mente la pubblicità di un movimento di pensiero, a parte il caso delle campagne elettorali. Perciò, mi ha colpito la notizia di una campagna pubblicitaria a sostegno dell’ateismo. L’iniziativa è partita dall’Inghilterra, dove alcuni dei celebri autobus rossi a due piani recano scritte di questo tenore: probabilmente Dio non esiste, ma possiamo continuare a vivere tranquillamente.

In Italia, un’attività analoga è stata promossa dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR), un’associazione nata allo scopo di tutelare i diritti di chi non professa alcuna religione. Premesso che è sacrosanto che ciascuno possa esprimere le proprie convinzioni senza essere soggetto a discriminazioni di qualsiasi genere, mi pare che ostentare l’ateismo sia tutt’altra cosa. Oltretutto, lo slogan scelto è decisamente di cattivo gusto: “La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”. Gli Inglesi almeno hanno attenuato il concetto con un “probabilmente”; nella versione italiana, invece, l’avverbio è scomparso. Come dire che della mancata esistenza di Dio gli atei e i razionalisti sono proprio sicuri. E con altrettanta sicumera dichiarano di poterne fare a meno senza problemi.

Domanda: a chi giova un atteggiamento così provocatorio? Né agli atei, né ai credenti, suppongo. Ammesso che nelle nostre città si vedano mai girare autobus siffatti, non penso che diminuirebbe il numero dei frequentatori di chiese, o moschee, o sinagoghe, o templi buddisti. Un credente ha bisogno di ben altre esperienze per dubitare della propria fede. E il rispetto reciproco non si conquista attraverso frasi ad effetto. Forse, sarebbe più utile alla collettività fare in modo che tutti quelli che adoperano l’autobus per i propri spostamenti paghino il biglietto!!

 

 

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