PER CELEBRARE

 

Il colore liturgico  è il rosso. Anche in questo caso il colore può essere ripreso dalle composizioni floreali, di forma “dinamica” per richiamare il ricco dinamismo generato dall’azione dello Spirito.

L’azione dello Spirito accompagna ogni nostra celebrazione: in particolari momenti - chiamati epiclesi - lo invochiamo esplicitamente, in altri la sua presenza discreta ci aiuta a penetrare nel mistero celebrato. Una celebrazione che lasci trasparire l’inesprimibile richiede una equilibrata integrazione di gesti, parole e silenzio nell’orizzonte del simbolico. Questo tipo di linguaggio ha bisogno di spazio per poter “parlare” senza essere inondato di parole, e trae molto beneficio da una certa sobrietà verbale, da un ritmo che dia respiro ai vari momenti, permettendo di interiorizzarli. Anche su questo terreno il Tempo di Pasqua richiama in modo più vivo quella centralità dello Spirito nella liturgia che viene vissuta in qualsiasi periodo liturgico, e può essere l’occasione per qualche piccolo passo che rinnovi lo stile celebrativo in questo senso.

 

 

 

LA PENTECOSTE

 

 

CHE COS'E' LA PENTECOSTE

 

La festa di Pentecoste porta a compimento la Pasqua e conclude i 50 giorni del Tempo pasquale; questa idea era presente già nella festa delle Settimane che gli ebrei festeggiavano 50 giorni dopo Pasqua,  in cui rendevano  grazie per il dono della Legge e per l’alleanza sul Sinai. Il dono dello Spirito è il principio della vita nuova scaturita dalla Pasqua, per cui il Signore risorto si manifesta vivo e operante nella comunità cristiana. Per questo Pasqua e Pentecoste erano considerate un’unica grande festa protratta per 50 giorni.

Il primo dono dello Spirito è quello di renderci figli, facendoci partecipi della figliolanza di Gesù: “E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma uno spirito di figli adottivi per mezzo del quale gridiamo ‘Abbà, Padre’. Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli” (Rm 8,14.17).

Con il dono dello Spirito ha inizio una nuova fase della storia della salvezza, quella della Chiesa che annuncia in tutte le lingue e a tutti i popoli le meraviglie del mistero di Dio, un tempo nascosto e ora pienamente svelato dallo Spirito: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera” (Gv 16,12-13).

 

 

Nel IV e V secolo la domenica di Pentecoste divenne una sorta di ripetizione della domenica di Pasqua, con una veglia battesimale per chi non aveva potuto ricevere il battesimo a Pasqua. Alla messa della sera la prima lettura può essere scelta tra quattro testi dell’Antico Testamento che possono anche costituire l’ossatura di una veglia di Pentecoste celebrata la vigilia. Sarebbe questo un buon modo per concludere il tempo di Pasqua, ponendo la nostra esperienza ecclesiale sotto la guida dello Spirito e celebrando con solennità il compimento del tempo pasquale, rappresentato appunto dalla festa di Pentecoste.

 

Il bellissimo testo della sequenza allo Spirito può essere proclamato tra le letture, oppure utilizzato come testo di un canto. È un testo prezioso, che può essere utilizzato anche come introduzione per momenti di preghiera diversi dalla messa: in particolare, quando è prevista la lettura di un brano biblico, per cui chiediamo allo spirito l’intelligenza delle Scritture che consente di entrare nel testo e poi di “calarlo” nella nostra esperienza.

 

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