MESSAGGIO PER LA QUARESIMA- PASQUA
2011
CRISTO, MIA
SPERANZA, E' RISORTO
Il digiuno e l'astinenza - insieme alla
preghiera, all'elemosina e alle altre opere di carità -
appartengono, da sempre, alla vita e alla prassi della Chiesa:
rispondono, infatti, al bisogno degli uomini di conversione, di
richiesta di perdono per i peccati, di implorazione dell'aiuto divino,
di rendimento di grazie e di lode al Signore. Il cammino quaresimale ci
prepara a rivivere il grande mistero pasquale della passione, della
morte e della risurrezione di Cristo, illuminando di speranza l'intera
nostra esistenza e offrendo a coloro che credono la possibilità concreta
di una radicale conversione del cuore, l'occasione provvidenziale di una
revisione vera della propria vita, nella consapevolezza che percorrere
questo itinerario spirituale “nella carne e nello spirito” significhi
confidare senza riserve nella misericordia divina e accettare docilmente
la volontà di Dio, qualunque essa sia e qualsiasi sia il “prezzo da
pagare”. Solo attraverso la pratica quotidiana del digiuno, della
preghiera e della carità possiamo dunque realizzare in noi stessi questa
conversione del cuore a cui pure ci richiama il Santo Padre nel suo
messaggio per la quaresima. Una seconda sottolineatura va data al tema
della riconciliazione. All'inizio di un decennio in cui le Chiese si
propongono di rinforzare la loro azione educativa, siamo chiamati ad
interrogarci sulla qualità delle relazioni umane in tutti i settori
della vita, lavorativa, sociale culturale, politica. Il bisogno di
riconciliazione emerge in maniera fortissima non solo nelle coscienze
individuali, non solo all'interno delle comunità cristiane; anche nella
società civile emerge fortissima la richiesta di riconciliazione, di
riconoscimento reciproco, di tensione al bene comune. Il sussidio per le
famiglie di quest'anno “Cristo mia speranza è risorto” offre alla nostra
comunità un percorso preciso che attraverso l'ascolto della Parola, la
celebrazione Eucaristica e le opere di Carità ci conduce a incontrare
Cristo, sia come individui che come comunità cristiana. San Paolo
afferma con forza che per incontrare e capire Cristo dobbiamo guardare
alla Croce, dobbiamo vivere nel nostro quotidiano il gesto dell'amore
totale, il gesto dell'amore senza riserve, il gesto dell'amore gratuito
e incondizionato. Gesù, infatti, venuto al mondo per amore, vissuto per
amore, morto per amore, ha assunto su di sé la sofferenza umana e l'ha
illuminata con la luce sfolgorante della resurrezione. Con la sua
resurrezione ha vinto per sempre la morte, realizzando la sua opera di
salvezza attraverso il dono libero e totale di sé all'umanità,
sacrificando la sua stessa vita, volontariamente e con amore, per la
salvezza del mondo. Incontrare Cristo e spalancargli il nostro cuore,
quindi, non può prescindere dal cambiare le nostre vite, dal morire a
noi stessi, dal diventare pane spezzato e sangue sparso nella libertà
dell'amore, dall'essere
figli nel Figlio Prediletto, dal considerare come “un tesoro” tutte le
esperienze di debolezza, di impotenza, d'incapacità in cui ci veniamo a
trovare, dall'imparare ad avere tanta attenzione di amore, di
condivisione e di compassione per quelli che si trovano in ogni genere
di difficoltà. Come cristiani, infatti, non basta vivere bene la propria
sofferenza, occorre sapersi fare carico anche delle sofferenze altrui,
ed esercitare il ministero della consolazione attraverso la preghiera e
il servizio ai più poveri e desolati. In tal modo, siamo crocifissi con
Gesù fino alla fine del mondo e portiamo a compimento l'opera della
salvezza. In tal modo, l'amore, la vicinanza solidale, la carità
diventano l'identità del nostro esistere. Questo significa per noi
sfidare il male con il bene, sfidare la cattiveria con la bontà, sfidare
l'arroganza e la prepotenza con l'umile servizio, sfidare l'odio con
l'infinito Amore! solo così possiamo percorrere con il Signore il
cammino verso Gerusalemme, dove Lui soffrirà, sarà processato, sarà
condannato, sarà crocifisso ma il terzo giorno resusciterà! Solo così
potremo seguire l'itinerario del Crocifisso per Amore verso il sepolcro
dove muore la morte, verso la morte svuotata dalla vita, verso la roccia
di grazia che offre la possibilità all'umanità di poter sperimentare
l'infinita compassione, l'infinita attesa di amore dell'Uomo Vero:
attesa del nostro amore, nonostante i nostri innumerevoli tradimenti! È
un pellegrinaggio in cui Lui stesso ci accompagna attraverso il deserto
della nostra povertà, ci custodisce e ci sostiene nel cammino difficile
ed intenso della Pasqua delle nostre vite.
sac. don Gianni
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