Sarà chiamato
Dio noi
Ogni anno, si presenta a noi l' Avvento che ci
conduce a contemplare, nel Natale, il mistero del Dio con noi. Siamo
Famiglia con Lui e possiamo vivere comunitariamente questo grande
evento. Prendendo spunto dal sussidio della San Paolo a cura di don
Giuseppe Turani, abbiamo voluto pubblicare un testo che accompagni
ciascuna delle nostre famiglie a vivere il tempo di Avvento e Natale
scoprendo il progetto d’amore di un Dio che si fa bambino.
Riconoscere la grazia di questo tempo è però oggi veramente
difficile. Quelli che stiamo attraversando sono infatti giorni
particolarmente impegnativi: la crisi economica, sociale e culturale
che viviamo, unita ad un bombardamento mediatico che non fa altro
che offrirci cattive notizie, rende quasi impossibile riconoscere
nella nostra vita la bellezza della presenza di un Dio che per farsi
prossimo ai suoi figli si è fatto bambino. Il sussidio di quest’anno
“Sarà chiamato Dio con noi” ha il semplice scopo, senza nessuna
pretesa, di suggerire spunti e riflessioni per aiutare a vivere con
consapevolezza e impegno il tempo di Avvento e di Natale. Dio si è
fatto uomo, uno di noi: è vissuto con noi, ha sofferto con noi, è
morto per noi. Rimane con noi nel Sacramento e nella Parola. E' una
storia, una memoria della bontà di Dio che ci assicura che il suo
amore è eterno. E poi anche in questi duemila anni della storia
della Chiesa c'è sempre, di nuovo, la bontà del Signore. La certezza
che ci deriva dalla fede è quella della sua compagnia fra di noi,
del suo presenziare continuo nelle nostre vicende che conduce alla
consapevolezza di non essere mai soli, ma di godere sempre della sua
protezione amichevole.
Sempre infatti il Signore è il Dio con noi: è Lui che ispira e
sostiene i nostri progetti, i nostri sogni; che si fa prossimo. L’Emmanuele,
il Dio con noi, sorride e piange insieme ai nostri figli, lavora al
mattino e riposa con noi la sera; è un Dio che ha mani, occhi, mente
e cuore: è sempre Lui che possiamo incontrare per strada e salutare,
urtare col gomito o evitare, perché abita la quotidianità di persone
sempre in ricerca e in cammino. Anche quando avremmo motivi per
abbatterci, anche quando la vita è difficoltosa le ragioni della
nostra speranza e della nostra gioia, sono molte di più.
Come ci ricorda il Santo Padre “dobbiamo imparare questo anche
nelle notti buie; non dimenticare che la luce c'è, che Dio è già in
mezzo alla nostra vita e che possiamo seminare con la grande fiducia
che il “sì” di Dio è più forte di tutti noi. E' importante non
perdere questo ricordo della presenza di Dio nella nostra vita,
questa gioia profonda che Dio è entrato nella nostra vita,
liberandoci: è la gratitudine per la scoperta di Gesù Cristo, che è
venuto da noi. E questa gratitudine si trasforma in speranza, è
stella della speranza che ci dà la fiducia, è la luce, perché
proprio i dolori della seminagione sono l'inizio della nuova vita,
della grande e definitiva gioia di Dio”.
L’augurio, allora, è quello di accogliere il Bambino Gesù che,
crescendo lentamente, trasforma le nostre case in capanne di
Betlemme, le nostre famiglie in comunità vive in cui Dio vuole
abitare, le nostre vite in canti di lode a Lui che continuamente ci
fa sperimentare il suo Amore che salva.
sac. don Gianni
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