MESSAGGIO PER IL TEMPO DI

QUARESIMA 2010

 

QUARESIMA 2010

“Ritornate a me con tutto il cuore”.

 

Così dice il Signore utilizzando le parole del profeta Gioele, lo dice a tutti, facendo appello al nostro cuore, invita ciascuno a fare spazio dentro di sé per ascoltare la voce di Dio Padre che nella sua infinita misericordia ci chiama a far ritorno a Lui che è Amore.

E questo l’invito pressante che i Vescovi Italiani ci offrono nella Quaresima 2010 perché c’è necessità di tornare, perchè tante volte ci siamo smarriti, ci siamo distratti lasciandoci lusingare dagli idoli di questo mondo e ci siamo allontanati dal suo amore per costruirci un nostro progetto di vita senza far riferimento a Gesù che è la Via, la Verità e la Vita.

In questo tempo di Quaresima siamo chiamati, prima come singoli e poi come comunità parrocchiale a lasciarci illuminare dalla Parola di Dio per riformulare, nel cammino verso la Pasqua, le scelte del nostro battesimo come espressione di vita rinnovata.

In questo percorso di conversione, la Chiesa non ci lascia soli in balia delle tenebre ma come sempre viene in nostro soccorso e ci offre un tempo forte, di grazia e penitenza, il tempo di Quaresima in cui siamo chiamati a fermarci, a riflettere, a pregare, a digiunare per richiamare alla nostra mente e a imprimere nei nostri cuori i pensieri di Dio.

E cosa è la preghiera?

La preghiera non è una monotona ripetizione di formule e richieste di grazie e favori, ma è porsi in sintonia con i pensieri e i progetti di Dio per fare la sua volontà.

E cosa è il digiuno?

È puntare all’essenzialità per cui siamo invitati a digiunare non solo dal cibo ma da tutto ciò che è superfluo, digiunare dalle troppe parole, dalle troppe immagini, spesso inutili se non dannose, dall’egoismo, dagli inganni, dalle presunzioni, dal frastuono che ci stordisce e disorienta.

Scopo della preghiera e del  digiuno è l’ascolto, l’accoglienza, la cura di relazioni riconciliate, il senso di responsabilità, la solidarietà, la condivisione, l’Agape: è riconoscere l’Amore di Dio. In questo consiste l’elemosina, terzo pilastro del nostro percorso quaresimale.

Guardiamo al figlio che nella parabola decide di lasciare la Casa del Padre e la cui conversione è significata dal ritorno a casa. Torna a casa a essere quello che è, torna a essere figlio, però con la coscienza di esserlo. Il padre non ha più nulla da dargli, se non i segni della sua identità, che è uno della casa, che è quello che è partito, che è morto e ora torna risuscitato.

Anche noi, in questo tempo di piccole e grandi rinunce, siamo chiamati come quel figlio a far ritorno a casa, a riconoscere l’amore misericordioso di Dio Padre che non ci lascia nella morte, ma ci dona la vita, ci offre Suo Figlio, l’Amato,  Gesù Cristo, Colui che ci salva. La Divina Misericordia, che provvidenzialmente accompagna il percorso di fede della nostra comunità parrocchiale, è per noi un faro che indica il cammino ed un metodo che ne scandisce le tappe. Alla scuola di Gesù vogliamo riscoprire il senso delle opere della Misericordia e lasciarci interrogare dalle parole del Vangelo di Matteo: “avevo fame, avevo sete, ero forestiero, ero nudo, ero malato, ero carcerato…” e voi, cosa avete fatto?

Alla scuola di Gesù possiamo percorrere la via della Parola, pregare con la Liturgia della Domenica e della mensa, vivere esperienze concrete di Carità. Lasciamoci interrogare, lasciamoci riconciliare.

 


 

                                                                                          

                                                                                           Il Parroco

                                                                                           don Gianni
 

 

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