LA DIVINA COMMEDIA
Canto XXXIII 1-21
«Vergine Madre,
figlia del tuo figlio,
umile e alta
più
che creatura,
termine fisso
d’eterno consiglio,
tu
se’ colei che
l’umana natura
nobilitasti sì,
che
‘l suo fattore
non
disdegnò
di
farsi sua fattura.
Nel
ventre tuo
si
raccese l’amore,
per
lo cui caldo ne l’eterna pace
così
è germinato
questo fiore.
Qui
se’ a noi
meridiana face
di
caritate,
e
giuso intra i mortali,
se’
di speranza
fontana vivace.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che
qual vuol grazia
ed a
te non ricorre,
sua
disianza vuol
volar sanz’ali.
La
tua benignità
non
pur soccorre
a
chi domanda,
ma
molte fiate
liberamente
al
dimandar precorre.
In
te misericordia,
in
te pietate,
in
te magnificenza,
in
te s’aduna
quantunque in creatura
è di
bontate».
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SOLENNITA' DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE
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L'Immacolata
Concezione di Maria è stata proclamata nel 1854, dal Papa Pio IX. Ma la
storia della devozione per Maria Immacolata è molto più antica. Precede
di secoli, anzi di millenni, la proclamazione del dogma che come sempre
non ha introdotto una novità, ma ha semplicemente coronato una
lunghissima tradizione.
Già i Padri della Chiesa d'Oriente, nell'esaltare la Madre di Dio,
avevano avuto espressioni che la ponevano al di sopra del peccato
originale. L'avevano chiamata: " Intemerata, incolpata, bellezza
dell'innocenza, più pura degli Angioli, giglio purissimo, germe non-
avvelenato, nube più splendida del sole, immacolata ".
In Occidente, però, la teoria dell'immacolatezza trovò una forte
resistenza, non per avversione alla Madonna, che restava la più sublime
delle creature, ma per mantenere salda la dottrina della Redenzione,
operata soltanto in virtù del sacrificio di Gesù.
Se Maria fosse stata immacolata, se cioè fosse stata concepita da Dio al
di fuori della legge dei peccato originale, comune a tutti i figli di
Eva, ella non avrebbe avuto bisogno della Redenzione, e questa dunque
non si poteva più dire universale. L'eccezione, in questo caso, non
confermava la regola, ma la distruggeva. Il francescano Giovanni Duns,
detto Scoto perché nativo della Scozia, e chiamato il " Dottor Sottile
", riuscì a superare questo scoglio dottrinale con una sottile ma
convincente distinzione. Anche la Madonna era stata redenta da Gesù, ma
con una Redenzione preventiva, prima e fuori del tempo. Ella fu
preservata dal peccato originale in previsione dei meriti del suo figlio
divino. Ciò conveniva, era possibile, e dunque fu fatto.
Giovanni Duns Scoto morì sui primi del '300. Dopo di lui, la dottrina
dell'Immacolata fece grandi progressi, e la sua devozione si diffuse
sempre di più. Dal 1476, la festa della Concezione di Maria venne
introdotta nel Calendario romano.
Sulle piazze d'Italia, predicatori celebri tessevano le lodi della
Vergine immacolata: tra questi, San Leonardo da Porto Maurizio e San
Bernardino da Siena, che con la sua voce arguta e commossa diceva ai
Senesi: " Or mi di’ : che diremo noi del cognoscimento di Maria essendo
ripiena di Spirito Santo, essendo nata senza alcun peccato, e così
sempre mantenendosi netta e pura, servendo sempre a Dio? ".Nel 1830, la Vergine apparve a Santa Caterina Labouré, la quale diffuse
poi una " medaglia miracolosa " con l'immagine dell'Immacolata, cioè
della " concepita senza peccato ". Questa medaglia suscitò un'intensa
devozione, e molti Vescovi chiesero a Roma la definizione di quel dogma
che ormai era nel cuore di quasi tutti i cristiani.
Così, l'8 dicembre 1854, Pio IX proclamava la " donna vestita di sole "
esente dal peccato originale, tutta pura, cioè Immacolata.
Fu un atto di grande fede e di estremo coraggio, che suscitò gioia tra i
fedeli della Madonna, e indignazione tra i nemici del Cristianesimo,
perché il dogma dell'Immacolata era una diretta smentita dei naturalisti
e dei materialisti.
Ma quattro anni dopo, le apparizioni di Lourdes apparvero una prodigiosa
conferma del dogma che aveva proclamato la Vergine " tutta bella ", "
piena di grazia " e priva di ogni macchia del peccato originale. Una
conferma che sembrò un ringraziamento, per l'abbondanza di grazie che
dal cuore dell'Immacolata piovvero sull'umanità.
PER CELEBRARE
Le feste mariane presentano una dimensione “personale” di Maria
con forte riferimento cristologico e una ecclesiale, riguardante la
chiesa e l’umanità intera. Queste diverse suggestioni vanno tenute
insieme nelle concrete scelte celebrative e pastorali.
Le feste mariane sono una buona occasione per valorizzare l’inno del
Magnificat, il cui testo, ricco di risonanze bibliche dell’Antico e del
Nuovo Testamento, ci aiuta a lodare il Padre con le parole di Maria. Una
possibile collocazione è il rendimento di grazie comunitario dopo la
comunione. La varietà delle realizzazioni possibili (antifona cantata,
testo recitato con varie modalità, canto a cori alterni su varie
salmodie o melodie ecc.) può consentire scelte diverse nelle varie
occasioni e offre la possibilità di un percorso di “iniziazione” che
arricchisca, festa dopo festa, una proposta inizialmente molto semplice,
per arrivare a un’antifona cantata di una certa ampiezza e alla
cantillazione dell’intero inno.
La memoria della Vergine Maria riguarda le strutture più tipiche
della liturgia cristiana: il calendario, perché ogni chiesa dedica a lei
numerose feste e memorie; l’Eucaristia, in cui la Madre di Gesù è sempre
ricordata; i sacramenti, dove la menzione di Maria, ora discreta, ora
intensa, assume connotazioni varie; la liturgia delle ore, che presenta
nelle diverse ore varie forme di venerazione a Maria; gli edifici
cultuali, spesso dedicati alla Vergine e che, soprattutto in Oriente,
offrono una lettura sapiente della partecipazione di Maria al progetto
di salvezza; nell’arte liturgica la Vergine occupa uno spazio
significativo e frequente.
La celebrazione liturgica, specialmente l’Eucaristia, può essere
il luogo in cui riconoscere l’esemplarità di Maria come modello della
chiesa che celebra “in Spirito e verità”. Anche al di fuori delle feste
mariane, ogni Messa ha in sé delle sottolineature mariane, in quanto la
chiesa adora e serve veramente il Signore solo se fa propri gli
atteggiamenti di Maria.
In alcune occasioni, feste, tempi,
alcuni di questi aspetti possono essere valorizzati ed esplicitati,
offrendo alla comunità cristiana spunti concreti per camminare come
Maria ha fatto verso Cristo e verso i fratelli:
-
nell’atto penitenziale Maria
Immacolata ci ricorda che, nonostante le nostre fragilità, siamo
chiamati a essere ”santi e immacolati nell’amore” (Ef 1,4);
-
nella liturgia della Parola, Maria è
la vergine dell’ascolto che accoglie la Parola e la medita nel suo
cuore;
-
nella preghiera dei fedeli
Maria è la vergine in preghiera che suscita quali doni chiedere a
Dio;
-
nella presentazione dei doni Maria è
la vergine che ha offerto tutta la sua persona all’opera del Figlio
e invita anche noi a offrire noi stessi a Dio come culto spirituale
(Rm 12,1);
-
nel prefazio la Vergine del
Magnificat ispira l’azione di grazie della chiesa per le meraviglie
che Dio continua a operare;
-
nel memoriale del mistero pasquale la
vergine presso la croce è esempio di partecipazione e di speranza
nell’adempimento delle promesse di Dio;
-
nel congedo la vergine missionaria
che porta Cristo a Elisabetta, è un segno dell’atteggiamento con cui
rientrare nel ritmo quotidiano.
Le sottolineature mariane possono
evidenziare temi diversi in connessione con i diversi Tempi dell’Anno
Liturgico; questi aspetti possono emergere esplicitamente dai testi
liturgici oppure richiamare tematiche presenti nei testi biblici di ogni
Tempo. Alcune proposte:
-
Tempo di Avvento: Maria stirpe eletta
di Israele. Maria è presentata come la Figlia di Sion annunciata dai
profeti: Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con
tutto il cuore figlia di Gerusalemme! Re d’Israele è il Signore in
mezzo a te (Sof 3,14-15). Uscita dall’ambiente dei poveri, porta
nella sua persona il destino del popolo eletto e l’inizio della
chiesa.
-
Tempo di Natale: Beata Vergine di
Cana. Maria è colei che prega, media, intercede sempre in rapporto
alle parole del suo Figlio. Il miracolo di Cana, prototipo degli
altri segni in cui Gesù si rivelerà, vede Maria al primo posto tra i
discepoli che hanno creduto.
-
Tempo di Quaresima: l’affidamento
della B. V. Maria. In questo reciproco scambio ai piedi della croce
tra la Madre e i nuovi figli, Maria è proclamata madre dei credenti
per sempre; i figli possono rifugiarsi con sicurezza in lei che
custodisce le parole del Maestro (Gv 2,5).
-
Tempo pasquale: Maria fonte di luce e
di vita. Maria nella sua maternità spirituale è modello e prototipo
della maternità sacramentale della chiesa, che genera i credenti con
il Vangelo e con i sacramenti. I credenti sono quindi chiamati a
vivere nello Spirito, lo stesso Spirito che guida la chiesa e ha
riempito il grembo di Maria.
-
Tempo ordinario: Maria tempio del
Signore, che ha posto in lei la sua dimora; Maria, Madre dell’unità,
la cui maternità realizza l’unione di tutti nell’unico popolo
dell’alleanza, presente sotto la croce dove Cristo ha radunato i
figli dispersi.
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