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CAPUA UN GIRO IN CITTA'

Itinerari

 

In seguito all'invasione e alla conseguente distruzione dell'antica Capua, oggi S. Maria Capua Vetere, avvenuta
nell'anno 841 ad opera dei Saraceni, i sopravvissuti a tali barbarie si trasferirono sul monte Palombaro nei pressi dell'attuale insediamento di Triflisco, dove fondarono un'altra città che prese il nome di Sicopoli.

Anche questa località non ebbe sorte favorevole e, alla sua distruzione, i superstiti ripararono nel sito denominato Casilinum, porto fluviale della Capua antica e qui, ritenendo il luogo particolarmente adatto ad ospitarli data la sua conformazione naturalmente votata alla difesa, nell'856 fondarono la nuova Capua.

La nuova città per volere di Landone I, conte longobardo, nasceva e si sviluppava secondo una connotazione
di tipo prevalentemente difensivo, il tutto accentuato dalla naturale orografìa del sito che vedeva la presenza di un'ampia ansa del fiume Volturno proteggere per due terzi il perimetro urbano.


In questa prima fase della sua storia, che abbraccia oltre due secoli (856-1062), e che può definirsi età longobarda, la città conobbe un periodo di espansione nel quale affermò la sua indipendenza religiosa e politica. Infatti nell'882 la sua Diocesi si staccò da quella di S. Maria Capua Vetere e divenne Principato indipendente dagli inizi del 900 (fino al 1134 per l'intervento di Ruggiero II di Sicilia). E' ascrivibile a questo periodo la costruzione della cattedrale dei SS. Stefano ed Agata, la chiesa di S. Marcello Maggiore, ritenuta la più antica di Capua, le tre Cappelle ad curtim: S. Salvatore, S. Michele e S. Giovanni, la chiesa dei SS. Rufo e Carponio, il convento di S. Maria delle Dame Monache e la chiesa di S. Salvatore Piccolo.


Nel 1087, sotto Riccardo conte di Aversa, in pieno periodo normanno, la città divenne sede del Conclave per l'elezione al Soglio Pontificio di Vittore IV. Venne promossa nel 1118 a sede Arcivescovile e in questa fase si dotò di insediamenti rappresentativi, quali complessi religiosi, caserme e ospedali, adibiti ad ospitare i cavalieri di ritorno dalle Crociate.

In questo periodo presero avvio numerose opere di architettura religiosa e militare tra cui la costruzione della
basilica di S. Angelo in Formis per iniziativa dell'abate Desiderio da Montecassino, e del Castello delle Pietre.


Ad un periodo di dominazione sveva che durò circa un secolo e nel quale, per volere di Federico II di Svevia, pre
se avvio la costruzione del castello a ridosso del ponte Casilino, fece seguito una fase in cui si svilupparono insedia
menti periferici fuori della cinta urbana, come i borghi rurali di S. Antonio Abate, S. Terenziano e S. Giovanni Ge-
rosolomitano
.

Contemporaneamente ricevettero notevole impulso opere di edilizia religiosa e civile all'interno del perimetro ur-
bano. Da segnalare la fondazione di alcune tra le chiese più belle della città tra cui S. Eligio, lAnnunziata, S. Mar-
tino alla Giudea, S. Domenico, S. Caterina, e di pregevoli palazzi tra cui Palazzo Fieramosca. 
Ma è con il viceregno spagnolo che la città subì profonde trasformazioni in seguito all'ampliamento della cinta
muraria, che partiva dal castello di Carlo V e inglobava le Torri di Federico II, e alla demolizione dei borghi periferici. Non ricevette eguale sviluppo l'attività edilizia all'interno del perimetro urbano, dove si registrò la costruzione di palazzo Pellegrino e della chiesa della Carità. Nel successivo periodo austriaco protrattosi per circa
tré decenni (1707-1734) si diede particolare impulso alla organizzazione militare della città, attraverso l'ampliamento delle fortificazioni, la riduzione delle porte di accesso al perimetro urbano e la costruzione di polveriere. Videro la luce numerosi palazzi patrizi, la Gran Guardia o Bivach e la chiesa di S. Giovanni delle Monache. In età borbonica Capua accentuò la sua vocazione militare con il rafforzamento ulteriore della cinta difensiva e la trasformazione dei conventi in caserme. Nel 1818 tuttavia la città, in seguito allo spostamento della sede dell'Intendenza Borbonica a Caserta, perse progressivamente il suo ruolo di primaria importanza nell'ambito di Terra di Lavoro.