CAPUA UN GIRO IN CITTA' |
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Dopo l'Unità d'Italia fu necessario raccogliere e quindi ordinare adeguatamente, il copioso materiale archeologico e artistico, frutto di numerosi ritrovamenti altrimenti destinato a sicura distruzione. Capua, città di nobile e antica origine parve l'unica in grado di poter ospitare le antiche e preziose memorie della nostra storia regionale. Così, dopo il Decreto Reale del 21 Agosto 1869 che costituiva all'uopo una "Commissione per la Conservazione dei Monumenti ed Oggetti di Antichità e Belle Arti nella Provincia di Terra di Lavoro", si ![]() Il palazzo dei Principi di S. Cipriano, messo a disposizione dell'Amministrazione Comunale fu la sede scelta del costituendo Museo che vide la luce nel 1874. Fu il prof. Gabriele lannelli a portare questa esile struttura ad un livello di prestigio riconosciutole ovunque, infondendo in questa faticosissima ma affascinante avventura, oltre 30 anni della propria vita. In epoca più vicina a noi (1933) il materiale del Museo, cresciuto in quantità e qualità, fu riordinato dal prof. Amedeo Maiuri. Purtroppo il violento bombardamento del 9 settembre 1943 ridusse il Museo, come buona parte della città, a un cumulo di rovine, tuttavia il copioso patrimonio di cui disponeva, tra cui le preziose collezioni, era già stato messo al sicuro in altro luogo dal Direttore Luigi Garofano Venosta. Cessato il conflitto bellico, iniziò un metodico e paziente lavoro di ricostruzione che iniziato nel 1945 si concluse nel 1956, anno in cui il pubblico potè tornare ad ammirare i gioielli del museo, nel frattempo riordinato secondo i più moderni criteri museografici. Altri illustri studiosi hanno legato il proprio nome a quello del Museo Campano, e sono i proff. Raffaello Causa che ordinò la Sezione Medioevale e Moderna e Alfonso De Franciscis e Mario Napoli che curarono la sezione Archeologica. Oltre alla sezione Archeologica e a quella Medioevale, il Museo Campano comprende una Pinacoteca, una Biblioteca e l'Archivio. La nostra visita alle sale comincia dall'ingresso più prestigioso, quello incorniciato dallo splendido portale del XV sec. di arte catalana-moresca di cui si è esaurientemente parlato nel 3° itinerario (vedi palazzo Antignano). 1° Cortile Facente parte della sezione Archeologica, raccoglie lungo le pareti perimetrali, reperti di enorme valore nella storia dei popoli antichi della Campania. Numerose sono le Sala 1
Sala 2 La sala 2, a sinistra del 1° cortile, è in realtà un vestibolo contenente sculture e rilievi raffiguranti scene di mercato, di atletica e di guerra. 2° Cortile Anch'esso raccoglie stele funerarie, iscrizioni e capitelli che sono sostanzialmente un completamento delle collezioni precedenti. Sale 3 e 4 Vi sono raccolti oltre a rilievi e sculture di vario genere, sarcofaghi annotabili intorno all'epoca romana.
Sale 6, 7, 8, 9 Entrando in queste sale si resta rapiti dal maestoso spettacolo delle "madri", statue in tufo del periodo pre-arcaico
che rappresentano un momento raro, forse unico, nel loro Sala 10 Viene detto il salone dei mosaici, e tra tutti è da segnalare il mosaico policromo del "CORO SACRO" dedicato a Diana Tifatina III sec. a. C. Sale 11, 12, 13 e 15 In queste sale è ospitata una collezione di vasi che vanno
dal periodo protostorico della civiltà del ferro, ai vasi etruschi (VI sec. a. C.), dai vasi di bucchero ai vasi greci (V Sala 14 E' la sala della collezione dei Bronzi che nel primo gruppo sono di ispirazione ornamentale, come spille, anelli, bracciali; oggetti di evidente uso comune come chiavi, specchi, utensili e cinturoni appartengono al 2° gruppo.
Sale 16, 17, 18 e 19 Di rilevante interesse archeologico sono le terrecotte
conservate in queste sale che si dividono in due gruppi: le
architettoniche e quelle votive e figurative. Sale 20, 21. 22 e 23 In queste sale sono conservate collezioni di monete e
medaglie in tale numero e di tale rilevanza storica da costituire gran parte dell'evoluzione della numismatica. Sala 24 Si accede a questo punto nel reparto medievale del
Museo. Sala 25 Anche qui è custodito ed ordinato materiale riconducibile al periodo preromanico che culminò nel periodo longobardo. Sala 26 In questa sala è custodita la collezione più importante
del Museo Campano insieme a quella delle Madri. La sala
raccoglie le statue superstiti della demolizione dell'Arco di Sala 27 Sono raccolte in questa sala le sculture rinascimentali. Di particolari pregio sono le pietre tombali di Cristina
Ferrerò, badessa di S. Maria delle Dame Monache, opera Sala 28 Un nutrito gruppo di dipinti che va dal XV al XVII
sec. costituisce la Pinacoteca del Museo Campano. Sono
da segnalare: una "Deposizione" di Bartolomeo Vivarini |
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