SCUOLA DI FEDE: LA TEMATICA

 

ABBIAMO UN SOLO MAESTRO: GESU' CRISTO

(catechesi tradendae)

 

Mettere in comunione con la persona di Cristo. La IV assemblea generale del sinodo dei vescovi ha insistito spesso sul cristocentrismo di ogni autentica catechesi. Noi possiamo qui mantenere i due significati della parola, i quali non si oppongono nè si escludono, ma piuttosto si richiamano e si completano a vicenda.

Si vuole sottolineare, innanzitutto, che al centro stesso della catechesi noi troviamo essenzialmente una persona: quella di Gesù di Nazaret, «unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità», il quale ha sofferto ed è morto per noi ed ora, risorto, vive per sempre con noi. E' Gesù che è «la via, la verità e la vita» e la vita cristiana consiste nel seguire Cristo, nella «sequela Cristi». L'oggetto essenziale e primordiale della catechesi è - per usare un'espressione cara a san Paolo, come pure alla teologia contemporanea - «il mistero del Cristo». Catechizzare è, in un certo modo, condurre qualcuno a scrutare questo mistero in tutte le sue dimensioni: «Mettere in piena luce l'economia del mistero... Comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perchè siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio». E', dunque, svelare nella persona di Cristo l'intero disegno di Dio, che in essa si compie. E' cercare di comprendere il significato dei gesti e delle parole di Cristo, dei segni da lui operati, poichè essi ad un tempo nascondono e rivelano il suo mistero. In questo senso, lo scopo definitivo della catechesi è di mettere qualcuno non solo in contatto, ma in comunione, in intimità con Gesù Cristo: egli solo può condurre all'amore del Padre nello Spirito e può farci partecipare alla vita della santa Trinità.

Trasmettere la dottrina di Cristo

6. Ma il cristocentrismo, in catechesi, significa pure che mediante essa non si vuole che ciascuno trasmetta la propria dottrina o quella di un altro maestro, ma l'insegnamento di Gesù Cristo, la verità che egli comunica o, più esattamente, la verità che egli è. Bisogna dire dunque che nella catechesi è Cristo, Verbo incarnato e Figlio di Dio, che viene insegnato, e tutto il resto lo è in riferimento a lui; e che solo Cristo insegna, mentre ogni altro lo fa nella misura in cui è il suo portavoce, consentendo al Cristo di insegnare per bocca sua. La costante preoccupazione di ogni catechista - quale che sia il livello delle sue responsabilità nella chiesa - dev'essere quella di far passare, attraverso il proprio insegnamento ed il proprio comportamento, la dottrina e la vita di Gesù. Egli non cercherà di fermare su se stesso, sulle sue opinioni ed attitudini personali l'attenzione e l'adesione dell'intelligenza e del cuore di colui che sta catechizzando; e, soprattutto, non cercherà di inculcare le sue opinioni ed opzioni personali, come se queste esprimessero la dottrina e le lezioni di vita del Cristo. Ogni catechista dovrebbe poter applicare a se stesso la misteriosa parola di Gesù: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato». E' questo che fa s. Paolo trattando una questione di primaria importanza: «Io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso». Quale frequentazione assidua della parola di Dio trasmessa dal magistero della chiesa, quale profonda familiarità col Cristo e col Padre, quale spirito di preghiera, quale distacco da sè deve avere un catechista per poter dire: «La mia dottrina non è mia»!

Il Cristo docente

7. Questa non è un corpo di verità astratte: essa è comunicazione del mistero vivente di Dio. La qualità di colui che l'insegna nel vangelo e la natura del suo insegnamento sorpassano del tutto quelle dei «maestri»in Israele, grazie al legame unico che passa tra ciò che egli dice, ciò che fa e ciò che è. Resta il fatto, tuttavia, che i vangeli riferiscono chiaramente alcuni momenti in cui Gesù insegna. «Gesù fece e insegnò»: in questi due verbi che aprono il libro degli Atti, san Luca unisce ed insieme distingue due poli nella missione di Cristo.

Gesù ha insegnato: è, questa, la testimonianza che dà di se stesso: «Ogni giorno stavo seduto nel tempio ad insegnare». E' l'osservazione ammirata degli evangelisti, sorpresi di vederlo sempre e in ogni luogo nell'atto di insegnare, in un modo e con un'autorità fino ad allora sconosciuti. «Di nuovo le folle si radunavano intorno a lui, ed egli, come era solito, di nuovo le ammaestrava»; «ed essi erano colpiti dal suo insegnamento, perchè insegnava, come avendo autorità». E' quanto rilevano anche i suoi nemici, per ricavarne un motivo di accusa, di condanna: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui».

 

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