La Comunità Parrocchiale si è subito attivata per
l'emergenza terremoto che ha colpito l'Abruzzo. Grazie ad i
contatti con un gruppo della Protezione Civile di Capua in
partenza per le zone colpite, abbiamo inviato un
quantitativo di viveri di prima necessità. Durante le
funzione del triduo Pasquale, inoltre, tutte le offerte
raccolte saranno devolute per aiuti alle comunità colpite
dal sisma. Restiamo in contatto con il responsabile della
Protezione Civile SOS di Capua, Antonio Sapio e col
Parroco di Poggio Picenze don Giorgio per aggiornamenti
sulle necessità.
Di seguito una dichiarazione, rilasciata a Luca Collodi,
dall'Arcivescovo di Chieti-Vasto, Bruno Forte, il quale si
dice tuttavia convinto che il dramma del terremoto non
spegnerà i sentimenti spirituali propri della Pasqua:
"Paradossalmente, li intensificherà. Perché, se c’è un
messaggio che il Vangelo ci dona come centro e cuore della
nostra fede, è proprio che Dio non è lontano da chi soffre,
anzi, ha fatto sua la sofferenza del mondo. Certo, la grande
domanda "perché Dio permette questo?" tornerà, tornerà nelle
nostre preghiere, nelle nostre riflessioni. Ma tornerà anche
la certezza che Dio non abbandona il suo popolo nell’ora
della prova e che Dio accoglie nelle sue braccia di
misericordia quanti sono stati vittime di questo cataclisma
naturale. Non dimentichiamo che l’ateismo moderno da molti
viene fatto nascere con il terremoto di Lisbona del 1755, le
riflessioni del poema di Voltaire su quel terremoto che,
appunto, ragionavano dicendo: “Se c’è Dio ed è onnipotente,
perché non è anche buono ed impedisce quello che sta
succedendo?”. Ma questo è troppo facile a dirsi, perché il
Dio di cui noi siamo testimoni è ben altro dal Grande
Burattinaio del mondo: è un Dio che ha fatto sua la croce e
la sofferenza, anche la croce delle nostre incapacità a
prevedere, a conoscere, Come dire: un Dio che ci chiama
all’umiltà. Ma credo che anche una scienza seria, rigorosa,
non possa che sentirsi profondamente chiamata all’umiltà
davanti a questi danni che essa non riesce a prevedere e a
controllare".
Gemellaggio tra la Parrocchia Santi Filippo e Giacomo e
quella di San Felice a Poggio Picenze
ANCHE CAPUA SI MOBILITA ED ESPRIME LA PROPRIA SOLIDARIETÁ
Il parroco e i cittadini ringraziano!
Sono trascorsi dieci giorni dal fatidico 6 aprile scorso,
quando alle 3,32, un violento terremoto ha scosso l’Abruzzo.
Il bilancio è stato terribile, 292 morti, migliaia di
feriti, ventimila senza tetto e tanta, tanta paura.
Ora, nel dolore, tanti sono gli interrogativi che affollano
la nostra mente, ci sono stati troppi crolli, anche tra
palazzi di nuova costruzione, si parla di costruzioni
abusive, di leggi inattuate, ci si chiede se queste
catastrofi possono essere evitate.
Dinanzi a tante scene di dolore, di angosce, di sofferenze,
c’è, però, un germe di speranza. Penso ai tanti gesti di
solidarietà provenienti da ogni parte d’Italia e come
sempre, senza che alcuno si scandalizzi, la vita ci dimostra
che anche dal male è possibile trarre del bene.
Anche la nostra città di Capua non è rimasta indifferente
alle grida di dolore e di angoscia provenienti da una terra
non molto distante da noi.
Provvidenzialmente, la nostra attenzione si è rivolta sulla
comunità di Poggio Picenze, un piccolo centro a pochi
chilometri dalla città dell’Aquila.
Grandi quantità di beni di prima necessità, latte,
omogeneizzati, acqua, pasta, biscotti, scatolame di vario
genere ma anche giocattoli e uova di Pasqua sono partiti
dalla nostra città con un convoglio guidato dalla Protezione
Civile S.O.S. il cui responsabile è il prof. Antonio Sapio.
Il parroco del paese, don Giorgio, ha ringraziato in nome di
tutta la sua comunità, quanti hanno contribuito a questi
gesti di generosità, in modo particolare un ringraziamento
al nostro parroco don Gianni Branco, che con l’ausilio
dell’AVIS, della CARITAS parrocchiale e dell’ITC ha reso
possibile questo gesto di solidarietà.
Lo stesso don Gianni auspica un gemellaggio tra la nostra
parrocchia e quella di Poggio Picenze poiché la strada del
gemellaggio è una risorsa utile e percorribile a vari
livelli.
Ogni gemello si fa carico di un intervento nei limiti della
propria disponibilità, ogni destinatario dei benefici
s’impegna al miglior utilizzo degli aiuti ricevuti.
Un grazie di cuore va alla Protezione Civile, in modo
particolare che nel giro di ventiquattro ore, così come
riferisce il prof. Sapio, erano già sul luogo del disastro
nella località di Poggio Picenze.
Li abbiamo visti per televisione, tra le macerie delle case
crollate, nei campi degli sfollati, a montare tende, a
cucinare, a prestare soccorso. Indossano giacche di colori
diversi ma tutti con l’identica scritta “Protezione Civile”.
La loro è una presenza importante, sono persone normalissime
che nella vita svolgono lavori diversi ma che nell’occasione
del bisogno sono pronti a partire dedicando il proprio tempo
a chi è in difficoltà.
Un’ultima riflessione facevo con il prof. Sapio: dinanzi a
queste calamità, a questi eventi straordinari crollano le
nostre illusioni di grandezza e di onnipotenza, tutte
speranze riposte negli uomini, allora proviamo ad avere fede
in Dio
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