Anche quest'anno la celebrazione
eucaristica dedicata a San Giuseppe ha visto la partecipazione di
molti dei papà della nostra parrocchia. Al termine della Messa, come
ormai da tradizione, i papà hanno ricevuto un dono preparato per
loro dai bambini del catechismo. In questa giornata un augurio
speciale va anche a don Gianni, nostro papà nella fede e custode
della sua sposa, la comunità parrocchiale!
Il fedele nutrizio e custode
Dai
«Discorsi»
di san Bernardino da Siena, sacerdote (Disc. 2 su san Giuseppe;
Opera 7,16.27-30)
Regola
generale di tutte le grazie singolari partecipate a una creatura
ragionevole è che quando la condiscendenza divina sceglie qualcuno
per una grazia singolare o per uno stato sublime, concede alla
persona così scelta tutti i carismi che le sono necessari per il suo
ufficio. Naturalmente essi portano anche onore al prescelto. Ecco
quanto si è avverato soprattutto nel grande san Giuseppe, padre
putativo del Signore Gesù Cristo e vero sposo della regina del mondo
e signora degli angeli. Egli fu scelto dall'eterno Padre come fedele
nutrizio e custode dei suoi principali tesori, il Figlio suo e la
sua sposa, e assolse questo incarico con la più grande assiduità.
Perciò il Signore gli dice: Servo buono e fedele, entra nella gioia
del tuo Signore (cfr. Mt 25,21).
Se poni san Giuseppe dinanzi a tutta la Chiesa di Cristo, egli è
l'uomo eletto e singolare, per mezzo del quale e sotto il quale
Cristo fu introdotto nel mondo in modo ordinato e onesto. Se dunque
tutta la santa Chiesa è debitrice alla Vergine Madre, perché fu
stimata degna di ricevere Cristo per mezzo di lei, così in verità
dopo di lei deve a Giuseppe una speciale riconoscenza e riverenza.
Infatti egli segna la conclusione dell'Antico Testamento e in lui i
grandi patriarchi e i profeti conseguono il frutto promesso. Invero
egli solo poté godere della presenza fisica di colui che la divina
condiscendenza aveva loro promesso.
Certamente Cristo non gli ha negato in cielo quella familiarità,
quella riverenza e quell'altissima dignità che gli ha mostrato
mentre viveva fra gli uomini, come figlio a suo padre, ma anzi l'ha
portata al massimo della perfezione.
Perciò non senza motivo il Signore soggiunge: «Entra
nella gioia del tuo Signore».
Sebbene sia la gioia della beatitudine eterna che entra nel cuore
dell'uomo, il Signore ha preferito dire: «Entra
nella gioia»,
per insinuare misticamente che quella gioia non solo è dentro di
lui, ma lo circonda ed assorbe da ogni parte e lo sommerge come un
abisso infinito.
Ricòrdati dunque di noi, o beato Giuseppe, ed intercedi presso il
tuo Figlio putativo con la tua potente preghiera; ma rendici anche
propizia la beatissimo Vergine tua sposa, che è Madre di colui che
con il Padre e lo Spirito Santo vive e regna nei secoli infiniti.
Amen.
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