Racconti di
vita:un’immensa “sete” d’amore.
Ieri, lunedi
26 maggio,
presso la nostra parrocchia, si è svolto un incontro con alcuni
giovani appartenenti alla comunità di recupero per
tossicodipendenti di Don Mazzi.
Seguendo un
particolare percorso detto “carovana” sono giunti presso la
nostra Chiesa e qui hanno avuto modo, dapprima, di apprezzarne
alcuni aspetti architettonici ed artistici, grazie alla lodevole
spiegazione di una “giuda” d’eccezione e, in seguito, ci hanno
dato l’opportunità di ascoltare alcune testimonianze di vita.
Andrea,
“prescelto” dal suo responsabile, è un giovane di venti anni,
che ha avuto un passato di tossicodipendenza molto forte e che
ha deciso, dopo tante sofferenze, d’ iniziare a “ pedalare”
verso la libertà grazie al supporto dei suoi compagni e
dell’intera comunità.
Dal suo
straordinario racconto, si è potuta evincere, la grande, immensa
“sete” d’amore che c’è nel mondo, in particolare nel mondo dei
giovani; il bisogno e la necessità di essere amati dagli altri
specialmente dai propri cari, per poter affrontare la vita.
Il coraggio
di Andrea, come lui stesso ha detto, nasce soprattutto dalla
voglia di poter tornare un giorno dalla sua amata famiglia e
poter ricominciare così la sua vita.
In risposta
al suo racconto, c’è stata un’altra testimone d’eccezione:
Valentina.
La nostra
meravigliosa parrocchiana ha condiviso la sua esperienza di
fede, spesso travagliata, facendo però trasparire la
“silenziosa” ma perenne presenza di Dio nella vita di ognuno di
noi anche e soprattutto nei momenti di difficoltà.
A conclusione
della serata, dopo un momento di condivisione, come un’unica e
grande famiglia abbiamo recitato la preghiera del Padre Nostro
sotto la statua raffigurante Cristo Risorto, situata nel centro
parrocchiale.
Cristo
Risorto è Speranza, rappresenta la vittoria della Vita sulla
morte, della Luce sulle tenebre e noi ci auguriamo che anche per
questi giovani, Egli possa rappresentare la Gioia, la Speranza e
la Luce.
Da lunedi 19 maggio al Centro
Fernandes
Una esperienza
che la Provincia di Caserta, la Fondazione Exodus ed il Centro
Fernandes propongono agli studenti degli Istituti superiori
Protagonisti del progetto sono i ragazzi della Comunità Exodus
che si metteranno in gioco cercando di coinvolgere, in un
confronto alla pari, gli studenti. I promotori dell’iniziativa –
scelgono di parlare ai giovani attraverso i ragazzi della
Comunità Exodus, che comunicano insieme al messaggio la loro
testimonianza di vita.
Sono ragazzi che escono dalla dura esperienza della
tossicodipendenza ed hanno intrapreso un originale percorso di
recupero mettendosi in viaggio per l'Italia a bordo di una
bicicletta. Sperimentano così la fatica fisica del cammino e le
gioie profonde di una vita fatta di condivisione e cose
semplici. La permanenza presso il Centro Fernandes a stretto
contatto con i problemi del territorio e con i giovani immigrati
arricchisce la loro esperienza di nuovi stimoli per comprendere
appieno i valori della solidarietà e della legalità.
E' questo il
modo migliore per dire agli adolescenti di andare oltre i
modelli, gli stereotipi in circolazione; spronarli a non
accontentarsi e a non essere superficiali è una cosa importante:
perché restituisce alla vita la dimensione della ricerca,
dell’avventura, della fatica di crescere.
Questa è la proposta/provocazione rivolta agli studenti degli
Istituti cittadini che hanno aderito.
LE
MOTIVAZIONI - LE MODALITA' - IL PROGRAMMA
La Fondazione
Exodus di Don Antonio Mazzi è presente sul territorio nazionale
da quasi 25 anni nel recupero dei ragazzi provenienti dalla
tossicodipendenza e dall’area del disagio. Exodus ha deciso di
essere avamposto nei confronti della grave marginalità e basa il
proprio progetto educativo centrato nel “divenire persone”
capaci di scegliere autonomamente e in modo sano.
Il progetto
educativo di Don Mazzi è costituito da quattro idee portanti
dette le “quattro ruote”(lo sport, la musica, il teatro, la
Parola) il cui significato è quello di rendere possibili i
cambiamenti
e le
maturazioni necessarie attraverso esperienze concrete e, nello
stesso tempo, di far diventare
i ragazzi
stessi, “protagonisti” del loro cammino.
Cuore centrale
del progetto è la metafora del “viaggio” dove ognuno di noi è
chiamato ad intraprendere un cammino facendosi testimone e
protagonista della propria storia, passata,
presente e
futura. La carovana, cioè il momento dell’itineranza è il
“luogo” per eccellenza
dove si
esprime la metafora. e dove i ragazzi possono vivere la ricca
esperienza dell’avventura. Nella filosofia di Exodus lo sport è
uno degli strumenti formativi.
Il disagio
sociale è un’area della percezione soggettiva della persona in
rapporto alla famiglia e alla società che inficia la crescita.
Questi sono gli strumenti di una prevenzione e recupero con i
quali ci si rivolge ai giovani per comunicare
opportunità.
La Fondazione
Exodus è impegnata in tutto il territorio nazionale con numerosi
progetti sperimentali anche alternativi al carcere. Il tempo
della pena non deve essere sprecato, non deve diventare un non
tempo. In questo contesto si inserisce la carovana. Per
sostenere l’Io adolescenziale, bisogna realizzare un “ambiente
sufficientemente buono” (Winnicot) in grado di offrire compiti e
spazi da svolgere e da condividere; un luogo sicuro e sano ma
soprattutto che il giovane possa riempire di significato. Si
viene così a privilegiare quella “terza area” o area
transizionale all’interno della quale è possibile prendere
conoscenza di se stessi, del proprio Sè, in condizioni
ambientali che sostengano le loro capacità di illusione. I punti
cardine per realizzare un “ambiente sufficientemente buono” per
i ragazzi provenienti dal disagio possono essere:
- la
persona: questi ragazzi non sono in grado di reggere la
frustrazione e di costruire una significativa alleanza con
l’Altro, non riconoscendolo come soggetto e persona, e spesso
disumanizzandolo;
- il
tempo il giovane vede il tempo come avversario, non sa
aspettare perché non ha la continuità fornita dal passato o del
prevedere un’esistenza futura. Inoltre si annoia e si domanda
come poter fare per riempire il tempo.
- Lo
spazio: la valutazione dello spazio interno ed esterno
dell’adolescente è di vuoto diffuso, con confini imprecisi,
scarsa o nessuna definizione di scopi.
La nostra
esperienza e la collaborazione da tempo messa in atto con i
diversi servizi istituzionali esistenti, ha dimostrato come la
carovana rappresenti appieno questo ambiente sufficientemente
buono e lo arredi di notevoli aspetti formativi ed educativi. La
carovana ha come obiettivo educare, saper affrontare il
“pericolo” e fornire gli strumenti e le capacità per uscirne. Il
viaggio diventa così la metafora della vita, viaggiare in gruppo
è poi soprattutto una disciplina: le regole da seguire, il
rispetto dei tempi.
La
socializzazione è una caratteristica fondamentale della vita in
carovana, dove l’impossibilità di isolarsi costringe a
condividere ogni situazione pratica ed emotiva: questa si può
considerare come “una cassa di risonanza” per le relazioni che
si possono incontrare nel quotidiano. Inoltre, l’attrattiva del
viaggio e la natura vissuta molto intensamente aiutano a
comunicare, a riconoscere l’Altro, facilitando l’inserimento
nelle dinamiche di gruppo anche ai ragazzi più problematici. Le
regole e i turni di lavoro, la novità delle situazioni e dei
problemi da risolvere, la condivisione di spazi ristretti
costituiscono l’ambiente ideale per ridare significato al tempo
e allo spazio e per sviluppare un efficace percorso educativo e
didattico.
Se si realizza
questo percorso di appartenenza, la carovana diventa il
catalizzatore che permette di concepire fino in fondo la
necessità e il piacere di partecipare ognuno con quello che può
all’attività comune. La carovana e i compagni di viaggio
diventano più importanti delle proprie esigenze, capricci, paure
e si impara a esprimere le proprie capacità e ad accettare i
propri limiti.
In questo
viaggio vanno rispettate poche regole, magari dure, ma semplici
e ben motivate; regole che, se vissute in un ambiente di fiducia
e di affetto reciproco, di stima per chi dimostra con evidenza
il diritto di esercitare il comando, smontano tutti i meccanismi
che giustificano la fuga dalla realtà e dalle sue regole. I
ragazzi rimangono spiazzati: o si torna a casa o si entra in
gioco e ci si accorge velocemente che ne vale la pena, che ci si
può permettere di pensare a una dimensione diversa dei propri
problemi e soprattutto si può sperimentare un legame positivo
con l’autorità, o meglio “l’autorevolezza” L'ambiente offre una
grande opportunità nel "congelare" i ruoli formali e
istituzionali e nel portare allo scoperto la personalità dei
vari soggetti che fanno parte dell'equipaggio, questo facilita
lo sviluppo di relazioni "significative" e non canalizzate in
canovacci prestabiliti con le "figure istituzionali" che i
ragazzi incontrano nel percorso rieducativo. Ridonando
una dimensione "umana" alle figure istituzionali preposte al
ruolo rieducativo si agevolano i meccanismi identificatori verso
tali figure e si favorisce una spaccatura verso i processi di
identificazione con i ruoli devianti. (nelle esperienze che
abbiamo fatto in questi anni ci siamo resi conto di quanto
questo contesto svolga una funzione di modificazione della
percezione di relazioni fortemente canalizzate in ruoli,
dinamiche ed aspettative da ambo le parti).
La
Carovana e la prevenzione
Nell’ambito
dell’attuale società complessa, in rapida evoluzione, alla
continua ricerca di nuovi punti di riferimento valoriali e
culturali, diventa sempre più difficile per gli adolescenti
riuscire ad orientarsi per poter arrivare a progettare il
proprio percorso di crescita in modo sano e consapevole. Le
crisi e i disagi esistenti all’interno dei nuclei familiari e
sociali si amplificano rendendo sempre più incerti e frammentati
gli interventi educativi. Spesso la comunicazione adulti-giovani
diventa difficile, per non dire inesistente: aumentano i ragazzi
che si chiudono nella propria camera, si isolano o passano tutto
il tempo fuori casa, smettono di studiare o sono troppo ansiosi
per lo studio. In questo contesto, nel quale la famiglia
frequentemente è divenuta un semplice “rifugio sociale” lacerato
da interne tensioni e da incertezze, si rende necessario tentare
di comprendere e sostenere i giovani nel loro difficile e
incerto percorso di crescita. Per l’adolescente, infatti,
crescere significa far fronte al difficile compito di conciliare
la spinta coesiva all’unione e alla stabilità del sistema
familiare con l’altrettanto forte tendenza all’uscita e
all’autonomia. L’adolescente in difficoltà può essere
considerato come un soggetto le cui strutture interne e l’aiuto
esterno non riescono a tenerlo ad un livello di integrazione
personale e sociale tale che possa essere tollerato
dall’ambiente di appartenenza e dallo stesso. Queste continue
tensioni possono far incorrere il ragazzo in comportamenti
cosiddetti devianti.
E proprio
partendo dalla constatazione che da oltre venti anni Exodus ha
deciso di essere avamposto nei confronti delle nuove e gravi
marginalità, che attraverso le carovane vogliamo offrire una
opportunità, una occasione alternativa che coniughi le
dimensioni educativo/formativo e culturali con quelle di
itineranza/avventura per agevolare
l’acquisizione di capacità relazionali e di strumenti
socio-culturali adatti a proteggere il percorso evolutivo di
crescita dell’adolescente, salvaguardandone le esigenze
educative, risaltandone i “bisogni culturali” e di sviluppo,
promuovendo esperienze in cui si apprendano modalità
“ricreative” sane ed evolutive e perché no, “avventurose” e
quindi più accattivanti per i giovani.
Aprire i
giovani ad un approccio completo sia come avventura, come svago,
sia come strumento di riflessione e di approfondimento è un
obiettivo perseguibile e di grande valore aggiunto.
L’esperienza
che offriamo ai giovani è un’esperienza di importante contenuto
didattico ed educativo, ed è un momento forte di
socializzazione, utile a compensare e prevenire i momenti di
crisi e sbandamento tipici dell’età critica dell’adolescenza.
Una proposta
che, attraverso esperienze concrete e momenti di confronto,
permette ai ragazzi di approfondire e di vivere intensamente gli
aspetti
·
della socializzazione
· dei
corretti stili di vita: alimentazione, fumo, alcool, droghe,
bisogni indotti,…
·
dell’appartenenza al territorio creando in loro la
consapevolezza dell’importanza del difendere l’ambiente
Premesso
tutto ciò vengo a presentarLe il progetto della Carovana di
quest’anno che ci vede impegnati in un viaggio di sei mesi sulle
strade dell’Italia del Sud.
“Noi
siamo nati come avamposto, non siamo nati come un posto, né come
un posto di lavoro, né come un posto dove fermarsi e mettere giù
le tende. Noi siamo nati per camminare, non siamo nati per stare
fermi”. (Don Antonio Mazzi)
In questo
momento della nostra vita è per tutti noi importante riprendere
qualcosa che ci eravamo in parte lasciati alle spalle, torniamo
ad essere avamposti, come la nostra storia in Exodus ci ha
insegnato, e ripartiamo dalla Carovana. Sempre don Antonio
quando partiva la prima carovana nel ormai lontano 1985 diceva:
”Exodus si fonda su poche semplici
cose. L’uomo è colui che in parte si è cercato e in parte si va
cercando. La parte dell’uomo più sana dell’uomo è quella che
cerca.”
Quest’anno il
gruppo della sede di Valdidentro partirà per la sua itineranza
in bicicletta attraversando il meridione d’Italia. In questo
nostro viaggio lungo le strade del nostro sofferente sud
coniugheremo il nostro camminarci dentro con il nostro
testimoniare nelle scuole, nelle parrocchie e con i giovani, nei
luoghi che abitualmente frequentano, il nostro cammino alla
ricerca della pace, della legalità e soprattutto della libertà
dalle schiavitù che questa società ci propone.
La presenza
al sud, dove tra l’altro siamo presenti da anni con le nostre
realtà, vuole essere il nostro modo di essere avamposto, di
essere presenti andando incontro alle necessità che si palesano
e dalle istanze che si levano dal mondo giovanile.
Essere nelle
zone più a rischio è sempre stata una prerogativa di Exodus
perché significa essere laddove c’è la necessità di una presenza
significativa capace di apportare e supportare la speranza di
chi è costretto a convivere giornalmente con la sofferenza e le
angherie cui viene sottoposto.
In quest’ottica
la nostra carovana toccherà in questo suo viaggio dei luoghi
significativi, luoghi assurti all’onore delle cronache per
essere terre di nessuno dove la povertà e la delinquenza si
fondono e diventano la unica e sola speranza di sopravvivenza,
dove la cultura della morte e della sopraffazione rappresentano
la sola aspettativa di vita.
Noi vogliamo
essere lì per stare al fianco di quei giovani che cercano di
reagire, speranzosi che una società migliore sia possibile
costruirla. Vogliamo esserci per testimoniare con loro, accanto
a loro che non sono soli, e soprattutto per ricordarci che
nemmeno noi lo siamo. Vogliamo esserci attraverso dei momenti di
riflessione insieme, ma anche con dei momenti di sport, musica e
di festa, laddove la dimensione della festa assume un
significato profondamente diverso da come l’abbiamo vissuta sin’ora,
festa come momento di pace di serenità e di condivisione.
Il nostro
camminarci dentro camminerà in sintonia con il camminarsi dentro
di questi tanti giovani che hanno sentito il bisogno di spezzare
le catene dell’odio dell’indifferenza che ha oppresso le loro
terre, uccidendo le loro speranze e sotterrando i loro sogni.
La nostra
Carovana comincerà il 25 di marzo quando dall’Isola d’Elba un
gruppo di giovani della Fondazione Exodus della nostra sede di
Valdidentro, 13 per l’esattezza, accompagnati dagli educatori
partiranno in bicicletta per un giro del sud che si concluderà
con l’arrivo il 1 ottobre all’annuale Capitolo della Fondazione.
Faremo tappa
nel Lazio e precisamente a :
·
Viterbo e Rieti ospiti
della Associazione Juppiter
·
Roma, ospiti di Opera
don Guanella, dove i nostri ragazzi hanno incontrato la Comunità
di S.Egidio e portato la loro testimonianza.
·
Latina
·
Gaeta
·
Formia
·
Scauri
Proseguiremo
per la Campania dove ci fermeremo:
·
Castelvolturno, Sessa
Aurunca, Cellule, Mondragone
·
Caserta
·
Napoli Scampia, dove in collaborazione con Don Aniello
Manganiello e i ragazzi di Scampia, siamo stati presenti con
momenti di incontro e di riflessione nelle scuole e nelle
parrocchie.
·
Nisida, dove abbiamo trascorso 2 giorni con i ragazzi della casa
circondariale per minorenni
·
il 1° Maggio al
Meeting dei Giovani organizzato dalla Diocesi di Pompei.
·
Il 2 maggio saremo a
Giffoni Valle Piana per incontrare gli organizzatori del Film
festival e i ragazzi della locale Scuola media
·
Ospiti 4 giorni del Comune di Castellamare di Stabia, abbiamo
incontrato vari istituti
Nel mese di
giugno saremo nelle Puglie dove avvalendoci dell’aiuto e della
collaborazione di tanti amici conosciuti avvieremo una serie di
incontri nelle varie città:
·
Bari
·
Terlizzi
·
Andria
·
Brindisi Ospiti della
Diocesi e dell’Arcivescovo Talucci
·
Ostuni
·
Foggia
Nel mese di
luglio invece saremo in Calabria, dove la nostra carovana si
incontrerà con quelle che abitualmente organizzano la nostra
sede di Caccuri e Reggio Calabria ed organizzeremo un campo
della Legalità a Locri contando soprattutto sulla presenza dei
giovani che hanno dato vita ad Ammazzateci Tutti.
Poi saremo a
Rossano Calabro da Pax Christi Gianni Novello
Per poi
proseguire per Reggio, Africo, e sull’Aspromonte.
Il mese di
Agosto invece lo dedicheremo alla Sicilia, dove a Palermo in
collaborazione con i ragazzi del quartiere Zen organizzeremo
momenti di animazione festa e riflessione.
Continueremo
il nostro viaggio passando per Catania, Siracusa, Trapani e
Messina e Caltanissetta, Termini Imprese.
Il mese di
settembre prevede il nostro rientro verso Sirmione sul Garda
dove si terrà il 19° Capitolo di Exodus, durante questo viaggio
di rientro ci fermeremo per un momento di riflessione sulla
nostra avventura e di verifica sul nostro esserci camminati
dentro, ed anche per preparare il materiale necessario alla
presentazione della nostra esperienza ai nostri amici al
capitolo.
In tutte
queste tappe saranno privilegiati momenti di lavoro, di
volontariato e soprattutto momenti d’incontro con le realtà
giovanili del posto.
|