“Guardiamo alla perdolente
Madre, da lei impareremo a vivere nella prospettiva indicata dal Signore Gesù!”.
Con queste parole l’Arcivescovo Mons. Bruno Schettino ha esortato i fedeli
raccolti nella Cattedrale di Capua, gremita come solo nelle grandi occasioni, a
vivere alla scuola di Maria la passione e morte del Figlio Gesù.
Al centro della chiesa Lei, l’Addolorata Madre del Crocifisso, troneggia nel suo
abito di festa.
Al termine della settimana di Esercizi Mariani, cominciata venerdì 23 non solo
l’abito di Maria è cambiato ma certamente il cuore di tutti quelli che hanno
vissuto intensamente la preghiera di questi giorni. Mons. Di Salvia, parroco del
Duomo, ha infatti guidato la riflessione e, come di consuetudine, ha
accompagnato tutti i fedeli del centro storico in un itinerario di fede seguendo
le orme di Maria.
Le donne hanno sapientemente rivestito la statua togliendo l’abito feriale e
facendogliene indossare uno trapuntato d’oro. Da secoli si ripete lo stesso
sacro rito fatto di piccoli gesti, come appuntare gli spilloni dalla testa di
madreperla, regolare la lunghezza del velo, sistemare con cura il fazzoletto che
deve accogliere le lacrime e il sudore. Da una tradizione cominciata dai Gesuiti
alla fine del 1600 e poi trasmessa di generazione in generazione,
ininterrottamente si giunge ai giorni nostri. È una vera festa per tutti.
L’Addolorata, sostenuta dalla Associazione Accollatori, è quindi pronta a
percorrere le strade della città accompagnata dalla Congrega di Santa Monica,
dalle ragazze devote a “Gesù Morto”, dalla Banda Musicale, dal clero capuano e
dai molti devoti. Ma anche i passanti non possono non sostare qualche attimo in
silenzio e preghiera interrogandosi sul senso di quel sacro cammino.
La processione si conclude nella Chiesa parrocchiale dei Santi Filippo e
Giacomo. Qui Maria assisterà silenziosa alle celebrazioni della Santa Pasqua
fino al Venerdì Santo quanto…
Ma questa è un’altra storia.
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