Il 25
maggio nella Chiesa di San Marcello si sono esibiti i musicisti della orchestra
Choros.
La straordinaria esibizione di musiche di Bach, Rossini e L. Mozart è
resa ancora più esclusiva dall’uso di chitarre (tradizionalmente considerate
strumenti solisti) e dalla giovanissima età dei musicisti. Ciò grazie alla
sapienza del maestro Guido Pazza, presidente del circolo ACLI Unasp di
Piana di Monte Verna e all’uso del metodo Suzuki.
Il metodo Suzuki nasce da una felice sintesi fra la cultura occidentale e la
sensibilità orientale.
Il segreto del suo successo risiede nella fiducia che ha nell'uomo il Maestro
Suzuki. E' stato l'uomo l'ispirazione del suo metodo, fondato sul meccanismo di
apprendimento della madre lingua.
Suzuki si trovava in Germania per studiare ed osservò con stupore come tutti i
bambini parlassero con tranquillità e dimestichezza il tedesco che era per lui,
adulto e studente, tanto difficile da apprendere e da usare.
I "geni" sono persone che hanno percezioni particolari e vedono nelle cose
normali aspetti
che le persone comuni non vedono. Per la gente comune la caduta di una mela è un
fatto normale, per Newton fu la prova di una legge che governa l'universo. Per
la gente comune il parlare di un bambino è un fatto ordinario, per Suzuki fu una
"cosa meravigliosa": egli iniziò così a studiare il motivo per cui, pur nello
stadio di apprendimento, un bambino riesce a parlare correntemente la lingua
madre (tremila vocaboli al secondo anno di vita). L'uomo quando nasce è
caratterizzato da una certa carica vitale, da una forza che animerà le sue
facoltà; nessuno può dire quanto abile sia l'uomo per natura. Il talento si
conosce solo nella misura in cui viene sviluppato o sciupato.
Alla luce di queste osservazioni Suzuki giunse alla conclusione che in ogni
individuo vi è del "genio" o che ognuno ha la possibilità di "apprendere al
massimo grado" (sempre che non sia impedito da menomazioni fisiche e mentali.
Infatti vi sono stati in Giappone casi di allievi mediocri divenuti eccellenti e
talvolta addirittura eccezionali. Ogni pedagogo dovrebbe sempre ricordare questa
"facoltà di apprendimento al massimo grado" presente in ogni individuo. Suzuki
indagò quindi i meccanismi di apprendimento della madre lingua. Tre sono le
condizioni necessarie al procedere di questo apprendimento: 1)
l'ascolto 2) la ripetizione regolare
3)
l'attitudine dell'educatore.
Il metodo, nato per il violino, viene presto adattato per il violoncello e per
il pianoforte. Per la chitarra invece bisogna aspettare l'inizio degli
anni ottanta. Le prime esperienze nascono quasi contemporaneamente in Francia,
Stati Uniti (California, South Carolina), Germania ed Italia.
Il repertorio iniziale, identico come impianto generale per tutti gli strumenti,
è costituito da brani monodia, tratti da famosi canti popolari molto familiari
ai bambini. Queste canzoni hanno ritmo, linea melodica ed intervalli adatti alla
capacità di memoria, di attenzione e di percezione di un bambino di 3 anni. In
questo modo, che è anche in linea con i più moderni metodi [Alcuni esempi; Mauro
STORTI, Il primo libro di chitarra, ed Musicali Nuova Carisch, Milano; Ruggero
CHIESA, Guitar Gradus, Suvini Zerboni, Milano; Charles DUNCAN, A modern approach
to classical guitar, Hal Leonard, Milwaukee.] si evita
nella fase iniziale l'immobilità della mano sinistra e l'obbligo per la mano
destra di svolgere un ruolo quasi solo arpeggiante.
Lo strumento
Il fattore chiave è la disponibilità di strumenti di dimensioni ridotte e di
ottima qualità. Fino ad alcuni anni fa si giustificava, l'uso di uno strumento
normale perché quelli ridotti erano di qualità scadente. Oggi non è più cosi. La
produzione industriale offre ottimi strumenti "metà" (diapason 55 cm) mentre a
livello di liuteria alcuni liutai hanno iniziato una produzione completa.
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