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La stessa cosa si è verificata, Santità, quando Ella si è
incontrata con il Primate dei fratelli anglicani. Sapesse la mia
gioia ed emozione insieme per quell'avvenimento. Ho scritto
queste cose, anche a sua grazia il Primate anglicano e l'ho
indirizzata al Segretariato per i cristiani separati. Santità,
mi scusi l'ardire, e la prego di non divulgare questa mia
indiscrezione verso di lei. Umilmente chiedo la Sua Apostolica
Benedizione e bacio con rispetto il sacro anello. Devotissima in
Cristo Gesù".
La Lettera a P.Simplicio Cantore.
"Pace e bene! La notte in cui il Pontefice si incontrò con il
Patriarca Atenagora, capo spirituale degli Ortodossi, feci
l'offerta della mia vita al Signore ed in seguito, seguendo le
illuminate conversazioni dei Padri per l'ottavario pro-unione,
aggiunsi al Signore che offrivo la mia vita per tutti i fratelli
separati. Tutto questo l'ho fatto senza chiedere permesso a
nessuno". Maria ricorda come avesse "fatto e rinnovata l'offerta
senza il permesso del confessore". Padre la mia intenzione è
sempre quella cioè la vita l'offro per l'unione di tutti i
Cristiani mentre tutte le altre sofferenze per tante varie
intenzioni. Ora non aspetto altro che la sua approvazione e
benedizione (...). Quando non mi sento offro al Signore la
sofferenza del momento".
La risposta del primate anglicano.
"Cara Signorina Marchetta, la sua lettera del 24 marzo mi è
stata spedita qui al mio ritorno in Inghilterra in quanto
purtroppo non mi è arrivata durante la mia visita a Roma. Le
sono estremamente grato per le sue preghiere durante il mio
incontro svolto recentemente con Sua Santità Paolo VI a Roma e
mi fa piacere sapere della sua particolare intenzione di
lavorare e pregare per l'unità cristiana. Sono davvero spiacente
di apprendere che lei è stata costretta a letto per molti anni e
prego Dio che sia clemente nel darle salute fisica e spirituale.
In questo gioioso periodo pasquale le invio la mia benedizione
mi auguro che continuerà a ricordare me e tutti gli anglicani in
quanto lavoriamo e preghiamo per quella visibile unità che il
nostro Signore Benedetto vuole per la Sua Chiesa qui sulla
terra".
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La vita.
"Mio Dio, il mio cuore è colmo di infinita riconoscenza per
avermi fatto capire la necessità e la bellezza della
sofferenza": in questa frase si racchiude il senso
dell'esistenza di Maria Marchetta. Nata a Grassano (Mt), il 16
febbraio 1939, fu colpita in piena adolescenza da paraplegia
flaccida. La malattia la condusse progressivamente
all'immobilità e, dopo una prima comprensibile reazione di
rabbia e disperazione, alla maturazione di una fede
incrollabile. Il letto, dove rimase bloccata per 14 anni, si
trasformò, per la sua volontà tenace e l'amore appassionato a
Gesù e alla Chiesa, in un luogo di preghiera e di missione per
la conversione del mondo al Vangelo.
Formata nella Gioventù femminile di Azione Cattolica
e nel Terz'ordine francescano, abbracciò con tutto il suo cuore
il mistero della croce e della resurrezione, divenendo, secondo
i testimoni del processo diocesano, fonte di speranza e
consolazione per coloro che si recavano a consolarla. Pellegrina
a Lourdes per tre volte, sintetizzò così, al direttore
spirituale che la seguì per tutta la vita, p. Simplicio Cantore,
il contenuto delle sue preghiere alla Immacolata: "Ho detto alla
Madonna: come vuoi tu!". Attraverso l'ascolto quotidiano di
Radio Vaticana, Maria seguì attentamente lo svolgimento dei
lavori del Concilio Vaticano II.
L'incontro di Paolo VI con il Patriarca ortodosso Atenagora
(gennaio 1964), che dava seguito ai primi passi del cammino
ecumenico già intrapreso da Giovanni XXIII, fece maturare in lei
il proposito di offrire la sua vita per l'unità dei cristiani.
Di questa offerta scrisse direttamente a Paolo VI e al Primate
della Chiesa anglicana Michael Ramsey, in occasione della sua
visita in Vaticano il 23 marzo del 1966. Maria non ebbe la
possibilità di leggere la lettera che le indirizzò il Primate
della Chiesa anglicana; il Signore la chiamò a sé il 7 aprile
del 1966, Giovedì santo.
Il processo diocesano,
aperto il 2 agosto 1995, è stato concluso il 7 aprile 2002 e i
suoi atti depositati presso l'archivio della Congregazione per
le Cause dei Santi. Il 22 aprile 2006, una solenne
concelebrazione eucaristica svoltasi presso la Chiesa madre di
Grassano e presieduta dal Nunzio apostolico in Italia, mons.
Paolo Romeo, con la partecipazione di tutti i vescovi della
Basilicata, ha segnato l'inizio dell'anno dedicato a Maria
Marchetta.
La lettera a Paolo VI.
Così scriveva Maria al Papa nel 1966: "Santità, mi sono permessa
di scriverle, perché desidero confidarle che mi sono offerta
vittima al Signore per l'unità della Chiesa. Tramite la Radio
vaticana, seguo da parecchi anni la grande settimana 'pro
unione'. Le dirò, tutti gli scismi e le rotture che si sono
verificati nel corso dei secoli mi interessano e li seguo con
attenzione. La notte del 4 o 5 gennaio 1964, quando si incontrò
con il Patriarca Atenagora, io le ero vicina con la mia offerta
al Signore.
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