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Il pensiero.
"Non voglio fiori al mio funerale: i soldi che devono essere
così inutilmente spesi siano inviati come aiuto alle missioni
dei padri Benedettini Silvestrini. Non voglio assolutamente che
si porti lutto. Non servitevi di banali atti esteriori, ma
serbate il mio ricordo nel cuore; non piangete, ma gioite per
me, perché finalmente, se il Signore mi riterrà degna, potrò
partecipare alla gioia eterna. Lascio i poveri del mondo, lascio
chi soffre nello spirito e nel corpo, alle preghiere di tutti".
Lorena così ha lasciato scritto nel suo testamento spirituale,
consegnato alla mamma la sera dell'8 settembre 1980.
"Ti ringrazio, Signore, per tutto ciò che di bello
e di buono mi hai dato in questo giorno...", scrive Lorena nel
suo diario, quando le viene amputata la gamba. Rivolgendo un
pensiero ai suoi cari, scriveva: "miei genitori, per me, hanno
scelto la vita". "Ho capito che la mia felicità è e sarà sempre
nel servire la felicità degli altri; io potrò aiutare il mondo
se agisco con amore, a forza di amore, a colpi di amore; sento
fortissimo in me il desiderio di darmi agli altri; voglio bene a
tutto il mondo. Sono tanto provata, ma ho Gesù con me e vicino a
me, colui che non mi tradirà mai... perciò perché avere paura?"
Sempre nel suo diario annota:
"Sono una ragazza di sedici anni, con tanta esperienza alle
spalle, che i casi della vita hanno maturato forse troppo in
fretta. Nel dolore ho capito che la cosa più importante è vivere
l'amore, d'amore per il Signore e per i fratelli". Nell'estate
del 1980 Lorena va a Lourdes, insieme alla sua comunità,
unendosi al pellegrinaggio organizzato dall'Opera Romana per i
catechisti di Roma: "Nella sofferenza di tanti fratelli, ho
incontrato la Madonna", annota la ragazza.
"Lourdes è una città stupenda e amo Maria,
spero con tutta l'anima che lei possa essermi guida ed aiuto per
tutto quest'anno, che spero di trascorrere per dare lode e
gloria al Signore". Alla fine dell'anno la sua parrocchia ospita
150 giovani di Taizé; alla ragazza tedesca che dormirà nella sua
casa Lorena scriverà: "I giorni vissuti con te sono stati tra i
più belli della mia vita, perché mi avete aiutato a riscoprire
la gioia di credere in Cristo". |
La vita.
Nata il 20 novembre 1964, primogenita di tre figli, Lorena
D'Alessandro aveva cominciato fin da piccola a frequentare la
parrocchia intitolata alla Madonna di Czestochowa, tenuta dai
padri Benedettini Silvestrini, alla periferia est della
capitale, nel popolare quartiere della Rustica. I primi anni di
Lorena trascorsero sereni anche se la sua salute si manifestava
un po' delicata. A sei le furono asportate le tonsille e pochi
mesi dopo fu operata di appendicite. A dieci anni, il 1 maggio
del 1974, Lorena riceve con grande gioia la prima comunione.
Qualche mese dopo le viene diagnosticato un tumore alla gamba
sinistra; il 26 settembre 1974 Lorena viene operata al
policlinico Gemelli dove le viene praticato un trapianto osseo.
Lorena esce dalla sala operatoria con entrambe le gambe
ingessate e così rimarrà fino al dicembre dello stesso anno.
Solo nella primavera del 1975
Lorena poté, con molta difficoltà, iniziare a camminare di
nuovo. Due anni dopo, un altro intervento chirurgico per un
sospetto rigetto del chiodo utilizzato nella precedente
operazione. I medici si accorgono che il tumore si sta
riformando e chiedono ai genitori di Lorena, Giovanni e Alba, di
poterle amputare l'arto nel tentativo di salvarle la vita. I
genitori scelgono la vita e Lorena perde una gamba, al suo posto
avrà una protesi che porterà con molto coraggio ed una certa
disinvoltura. La ragazza ha accettato il proprio handicap,
decidendo di aprirsi agli altri: nel 1979, impegnandosi in
parrocchia come catechista, guida il suo primo gruppo di
bambini. Studentessa al liceo classico, Lorena ama suonare la
chitarra e cantare nell'animazione della Messa; entra a far
parte del gruppo parrocchiale del Rinnovamento nello Spirito
Santo.
I suoi amici la ricordano sempre impegnata,
sensibile e pronta ad aiutare gli altri. Nell'estate del 1980
Lorena va a Lourdes, insieme alla sua comunità, unendosi al
pellegrinaggio organizzato dall'Opera Romana per i catechisti di
Roma: "Nella sofferenza di tanti fratelli, ho incontrato la
Madonna", annota la ragazza. "Lourdes è una città stupenda e amo
Maria, spero con tutta l'anima che lei possa essermi guida ed
aiuto per tutto quest'anno, che spero di trascorrere per dare
lode e gloria al Signore". Alla fine dell'anno la sua parrocchia
ospita 150 giovani di Taizé; alla ragazza tedesca che dormirà
nella sua casa Lorena scriverà: "I giorni vissuti con te sono
stati tra i più belli della mia vita, perché mi avete aiutato a
riscoprire la gioia di credere in Cristo". Poche settimane più
tardi, nel gennaio 1981, le viene diagnosticato un tumore al
polmone sinistro con metastasi diffuse, che la porterà alla
morte in tre mesi appena. |
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