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contrassegnata da una singolare amicizia con Gesù Cristo,
sostenuta da un'ininterrotta preghiera e meditazione evangelica,
Gesualdo è stato un uomo di intensa azione e di un generoso
servizio agli altri, perché era un uomo di Dio". Questo il
ritratto di Gesualdo Nosengo tracciato dal card. Angelo Sodano,
il 13 gennaio 2001, in occasione di un incontro di studio
dedicato alla sua figura.
"Al termine uomo, abituale nel mondo laico
– proseguiva il card. Sodano - il nostro pedagogista predilige e
ripropone, secondo la tradizione cristiana, quello di 'persona
umana'. La concezione di uomo-persona, è mutuata esplicitamente
da San Tommaso d'Aquino e arricchita dalla visione del
personalismo cristiano, soprattutto attraverso le letture di
Jacques Maritain e di Luigi Stefanini. Passando, poi, dal lato
filosofico a quello biblico-teologico, Nosengo afferma a chiare
lettere che la persona umana trova nella Persona di Gesù Cristo
la sua fonte, la sua pienezza, il suo modello. È in questo
orizzonte che si colloca la formazione cristocentrica, che
costituisce l'asse portante ed originale dell'educazione della
fede".
"Per tutti noi – concludeva il card. Sodano nel 2001,
ricordando i suoi incontri con Nosengo - era l'esempio del laico
impegnato a infondere il lievito del Vangelo fra la gioventù
studentesca. Ci ripeteva, come in leit-motiv continuo, che
l'insegnamento non è un mestiere, ma una missione, anzi una
delle missioni più nobili, qual è quella di formare la persona
umana. E subito poi soggiungeva che non può esservi formazione
completa della personalità umana se manca la formazione
religiosa: questa diventava così il fulcro del suo sistema
educativo". |
La vita.
Astigiano d'origine, Nosengo ha legato il suo nome all'Uciim,
l'Unione cattolica insegnati medi, che lui stesso ha fondato nel
giugno 1944 a Roma; in quell'anno Nosengo aveva già 38 anni, e
la sua esperienza personale e professionale aveva raggiunto
traguardi significativi. Nato a San Damiano d'Asti il 20 luglio
1906, cresce insieme a cinque fratelli. Frequenta il ginnasio
presso i Salesiani, ma presto deve interrompere gli studi per
lavorare con il padre nella fornace di famiglia; successivamente
si trasferisce a Torino, entra nell'Istituto salesiano di
Valsalice per le scuole superiori, al termine delle quali
arrivano i due anni di servizio militare.
Poi, l'ingresso nella Compagnia di San Paolo
(istituto secolare al quale rimane fedele fino alla morte), e
nel 1935 la laurea in pedagogia, conseguita all'Università
Cattolica di Milano. Conclusi gli studi proprio a Milano diventa
insegnante di religione, come laico, grazie a una particolare
concessione dell'Arcivescovo di Milano, card. Schuster; dopo
quattro anno di lavoro pubblica 'Così come siamo', un primo
diario della sua esperienza tra i banchi di scuola.
L'UCIIM e la "persona".
Nosengo è anche l'estensore del lungo capitolo del codice di
Camaldoli sull'educazione. Negli anni della guerra frequenta
personaggi del calibro di Fanfani, Moro, Andreotti, Dossetti, La
Pira, Taviani, Vanoni. Ed è in questo clima che il 5 giugno
1944, nella Roma appena liberata, Nosengo fonda l'Uciim,
inizialmente nell'ambito del Movimento Laureati di Azione
Cattolica. Dell'Unione degli insegnanti medi Nosengo rimane
presidente per 24 anni, fino alla morte avvenuta nel 1968.
Hanno detto di lui.
"Gesualdo Nosengo ha saputo offrire una vera testimonianza
cristiana mediante l'insegnamento, la formazione del laicato
cattolico, in particolare attraverso il servizio di rinnovamento
della scuola e la preparazione degli insegnanti: un impegno
svolto sempre con dedizione, disinteresse, carità e verità. Il
segreto di ciò che Nosengo è stato, ha operato e insegnato, va
ricercato nella sua profonda fede,
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