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Hanno detto di lei.
"Con assoluta umiltà Concetta Lombardo viene a ricordarci che
non si costruisce la storia se non si hanno delle certezze. Ci
vogliono chiari punti di riferimento, raggiunti, certo, in piena
libertà, ma assolutamente necessari. Sono i valori che danno un
senso alla vita e per i quali si deve essere disposti a dare
tutto": così mons. Antonio Cantisani, presidente emerito della
Conferenza episcopale calabra, parla di Concetta Lombardo,
catechista dell'Azione cattolica e terziaria francescana,
indicandola come una testimonianza per i giovani d'oggi.
Lombardo, infatti, per difendere la sua purezza, è stata uccisa
da un uomo sposato che desiderava averla.
La grandezza di Concetta Lombardo
sta soprattutto nella sua semplice vita cristiana con al centro
la Parola di Dio e la sua volontà che lei cerca avidamente e
fedelmente. La sua vita "grida – ha sottolineato mons. Antonio
Cantisani che nel 1990 ha voluto fortemente l'apertura della
causa di beatificazione – che sull'impegno pastorale di una
seria preparazione alla famiglia come comunità d'amore, non si
può transigere". Il suo esempio, come quello di tanti, di
"creatura coerenti a tutti i costi con la propria dignità e la
propria coscienza, ci da il diritto di guardare con piena
fiducia al domani dell'umanità".
Ci vogliono queste persone
che sanno valorizzare la "ferialità" facendo con amore le cose
"ordinarie": quel "dovere che è proprio di ciascuno secondo la
specifica vocazione. E' più che mai vero che niente è piccolo
quando è grande il cuore che dona". Oggi le spoglie mortali di
Concetta Lombardo, traslate nella chiesa matrice di Stalettì,
sono meta di numerosi pellegrini, provenienti da varie parti
della regione mentre la documentazione diocesana del processo
canonico sulla vita, le virtù e la fama di martirio della
Lombardo sono all'esame della Congregazione per le Cause dei
Santi. |
La vita.
Nata a Stelettì, nella diocesi di Catanzaro-Squillace, il 7
luglio 1924, Concetta Lombardo, dopo solo sette mesi, rimane
orfana di padre, Gregorio, bracciante agricolo, morto in un
incidente di lavoro. La sua fede sincera e semplice le dava la
forza di dedicarsi alle fatiche domestiche, ai lavori stagionali
dei campi e agli impegni del suo mestiere di sarta per aiutare
la madre, Giovanna, a mandare avanti la famiglia, composta oltre
che da lei da una sorella più grande, Angelina. Oltre agli
impegni familiari Concetta partecipa attivamente alle iniziative
pastorali della diocesi: esemplare giovane dell'Azione Cattolica
e catechista, aveva professato la Regola del Terzo Ordine
Francescano.
Impegnata attivamente in parrocchia,
in lei apparivano ben chiari i segni delle sue doti naturali: un
carattere dolce, mite, affabile, servizievole ed umile.
Caratteristiche che tutti, nel piccolo centro calabrese,
ammiravano insieme alla sua singolare avvenenza fisica.
Trascorse i suoi anni di adolescente in un tempo anche molto
difficile segnato dagli eventi e dalle conseguenze della seconda
guerra mondiale. In questo periodo la madre le propone il
matrimonio con un giovane del luogo che Concetta vedeva bene:
con lui voleva costruire una famiglia. Ma il matrimonio
svanisce: il ragazzo parte per la Germania in cerca di lavoro e
ben presto si sposa con una tedesca. Scossa da questa storia non
abbandona comunque l'idea di costruire la sua femminilità con un
amore benedetto dal Sacramento del matrimonio.
Un desiderio e un sogno
che, però, non riesce a realizzare: di lei si innamora un uomo,
Vincenzo Messina, sposato con figli, fruttivendolo e gestore di
uno spaccio di carne in un comune vicino a Stalettì. Dopo aver
conosciuto Concetta, Messina diventa amico della famiglia tanto
che battezza la primogenita della sorella di Concetta. Questo fa
si che il fruttivendolo visita spesso la casa dei Lombardo
innamorandosi perdutamente di Concetta. Questo "amore", non
corrisposto, preoccupa la famiglia Lombardo che corre ai ripari
respingendo il Messina come indegno di "comparaggio" e della
loro fiducia, per l'inammissibile comportamento.
Ma Messina continuava
e, sempre più insistentemente, chiedeva alla giovane Concetta di
andare a convivere insieme: una proposta che lei considerava
peccaminosa e disonorante: pur di non peccare preferiva morire,
come è successo la mattina del 22 agosto del 1948 quando, ad un
ennesimo rifiuto di Concetta, il Messina la colpisce a morte con
due revolverate, togliendosi lui stesso la vita poco dopo con la
stessa arma. Un fatto che suscitò molto scalpore e molti
considerarono la morte di Concetta, come un vero martirio oltre
che modello di fermezza cristiana e di fedeltà evangelica, da
additare come esempio luminoso al mondo di oggi. |